sabato, marzo 27, 2010

Ma le sinistre sognano rivoluzioni elettriche?

Meglio, forse, riaccendere la TV. Ma i TG, rivoltati e guidati dal governo, lo atterrivano. Lo informavano in un'interminabile sequela di modi diversi che lui, uno di sinistra, non era gradito. Non era di alcuna utilità, anzi: era pericoloso, quasi. Non poteva, nemmeno se l'avesse voluto, emigrare. E allora perché ascoltarli? si chiedeva irritato. Si impicchino loro e la loro egemonia culturale: spero che prima o poi scoppi una rivoluzione – dopo tutto, almeno in teoria, era possibile – e che si riducano come quelli di quasi un secolo fa. Se tutti quelli che sono emigrati potessero ritornare... È ora di attaccarsi a internet, disse tra sé, e attraversò il salotto portandosi presso il computer portatile.
Quando l'accese, il solito vago giro sui social network diceva #raiperunanotte ovunque; cliccò avidamente, già rincuorato. Poi lo streaming mostrò uno spettacolo, come imitasse una nota trasmissione televisiva; un collage andava componendosi, fatto di comici, suonatori stralunati, conduttori e commentatori. Così, respirando profondamente per calmarsi, allargò lo streaming a tutto schermo e si mise a guardare.
L'immagine si coagulò; vide subito un paesaggio ben noto, lo studio di Annozero riadattato per un palazzetto e tendente al rosso. Una figura solitaria, di forma più o meno umana, pronunciava parole di sfida e ogni tanto sorrideva sornione: un uomo anziano dai capelli in caduta libera gli offriva una ben misera protezione, come se fosse stato strappato dall'ostile paesaggio della televisione pubblica. L'uomo, Michele Santoro, continuava a presentare questo e quello, comici, suonatori stralunati, conduttori e commentatori.
Era passato da una realtà all'altra nel solito modo incomprensibile dei social network; l'accavallarsi di commenti, tag e link, accompagnato dall'identificazione culturale con la parte di Michele Santoro. Ed era accaduto lo stesso a chiunque stava connesso in quel momento, sia sulle TV locali che sullo streaming dei vari siti d'informazione, ma soprattutto su Twitter, Friendfeed, Facebook, Tumblr. Li sentiva in sé, gli altri, ne incorporava il fitto e confuso brusio di pensieri, sentiva nel proprio cervello il rumore delle loro innumerevoli esistenze individuali. A loro – e a lui – importava solo una cosa; questa fusione delle loro opinioni focalizzava la loro attenzione sulla protesta, sulla vittoria, sul bisogno d'una rivoluzione. Commento dopo commento si sviluppava, in modo talmente rapido da perdere il filo del discorso. Eppure c'era. Siamo di più, pensava, mentre twitter continuava a infiammarsi. Oggi siamo più di ieri, e domani... lui, la stressata figura di Michele Santoro, rideva sornione al turpiloquio grottesco di Luttazzi e ai dati dell'auditel e delle connessioni. Scrutava le possibilità di una rivolta. Impossibile distinguerne l'avvento. Troppo lontana. Ma sarebbe arrivata.
Quante volte l'aveva già fatto? Le svariate volte si confondevano; il futuro e il passato si confondevano: era successo anche con Sanremo, per la manifestazione del PdL e per quella stupida conferenza stampa. Dio, pensò, Come può considerarsi giusto tutto questo? Perché mi ritrovo sul divano tutto solo, perseguitato da un nemico che non riesco neanche a vedere? Ma poi, davanti a lui, il confuso brusio di tutti gli altri che si erano connessi in quel momento ruppe l'illusione di solitudine.


(liberamente tratto da, capitolo secondo. Continua, forse.)

1 commento:

  1. L'altro giorno mi è caduto l'occhio su un manifesto elettorale che si rivolgeva agli ipotetici lettori incalzando con un: "Elettòri (maschile), elettrìci (femminile)... ecc" e io ho sulle prime, e per un bel po' di secondi, travisato completamente il senso leggendolo come fosse: "Elettori elèttrici (agettivo),... ecc".
    Sarà stato un presagio? Una premonizione? Un sesto senso? Una telepatia?

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