martedì, novembre 22, 2005

cosa c'è poi di male nel picchiare vecchiette?


Cos'è Sketch-O-Graphy?...bella domanda...vedetela come volete...c'è chi prende prozac...chi picchia vecchiette...io disegno! eh si... è come una mia personale terapia.

giovedì, novembre 17, 2005

Giramenti di testa

Chi lo avrebbe mai detto che qualcuno lo prendeva a calci, il 2005? E chi se lo ricordava che i primi giorni di scuola hanno un’anima, e che quell’anima sopravvive al corpo per reincarnarsi nella gelida prospettiva di una stazione degli autobus? Non lo avrebbe detto nessuno, te lo credo, come nessuno si sarebbe sognato di sostenere che l’odore della minestra delle suore può risalire alla superficie della coscienza così, di punto in bianco, nell’abitacolo di un’auto imbottigliata nella calca dei viali. Sono cose alle quali non pensi, in regime di grazia, e che ti esplodono nel cuore all’improvviso, a giudicare dalle abrasioni e dai calcinacci. Afferrano l’anima per i piedi e la fanno girare violentemente in tondo, come da bambini gli adulti. Poi ti rimetti in piedi, ma il pavimento sembra il ponte di una nave e dopo qualche pedata di emergenza finisci malamente a terra. Cazzo che male.

mercoledì, novembre 16, 2005

"qualcuno gli dica bravi e gli dica grazie"

E no che la censura in tv non è sempre solo Biagi-Luttazzi-Guzzanti-Santoro, no (come se tutta la libertà d'informazione debba passare da lì).

Per esempio (il primo che mi viene in mente): c'è Alberto Nerazzini. E Stefano Maria Bianchi. Per un bel po' La mafia è bianca in tv non la vedrete. C'è Totò Cuffaro che incontra un mafioso (filmato dai carabinieri) e altre piacevolezze.

Cercate nelle edicole. Inutile che vi dica che è bello, sono di parte. Ma Furio Colombo ne parla mostruosamente bene sull'Unità.

domenica, novembre 13, 2005

le scemenze che scrive Ferrara al New York Sun gridano vendetta al cospetto d'Iddio!

Via Camillo (che ama, è noto, tirarsi enorme zappe sui piedi).

On October 11, 2001, American flags burned in the streets of Rome out of hate, as they did in other European capitals. It was business as usual for the extreme left, after the short-lived rhetorical break in the days immediately following September 11. But on the same day, thousands of Old Glories, along with the Italian and Israeli flags, were instead flying proudly, this time out of love and solidarity, in the central, neo-classical Roman Piazza del Popolo. My daily newspaper, Il Foglio, had called for this show of support, and it was a rousing success with the full support of the Center-Right coalition that had just come to power.


Intanto non era l'11 ottobre, come dice lui, ma il 10 o l'11 novembre (non che abbia importanza).
Inoltre, io c'ero.
Bandiere americane bruciate? Mai viste. Certo, magari non le ho viste perché era un corteo lunghissimo.

Quello in Piazza del Popolo, invece, era ridicolo. Feci un sopralluogo, me lo ricordo. Thousands of Old Glories? Sì, a tenerne una per mano (c'era chi lo faceva). Fu un bell'autogol. E adesso, dopo 4 anni, ci permettiamo già di riscrivere la Storia come ci pare. Fantastico.

venerdì, novembre 11, 2005

Doveri di accoglienza

Le chiamavano scalate. Dell’Unipol alla BNL, degli odontotecnici al Corriere. E io mi figuravo questo esercito di figuranti in abito blu (e cravatta rosa, volendo) che marciavano fino al prossimo rifugio per ordinare uno Zavov (con la panna montata, volendo). All’alba si rimettevano in marcia nelle scarpe chiodate, per camminare fino al tramonto. Come unico passatempo, ammesso che lo scalatore non si identificasse completamente con il tempo della salita, mi immaginavo una sorta di grande politica dell’uso del cellulare, una logorante partita di scacchi giocata sulla competizione delle suonerie. Qualcuno si sarebbe perso d’animo, nelle mie immaginarie cordate finanziarie, qualcuno avrebbe raggiunto la meta (ed erano ovviamente le più merde, dovendo dare sfogo al mio risentimento di classe). Allora il sogno mi riconduceva ogni volta in una baita, che chiameremo del potere, con i ventri appannati dal calore della stufa, il soffitto di travi e un'ecatombe di pelli d’orso ad accogliere i piedi gonfi degli scalatori più selezionati. Sui divani, un numero imprecisato di segretarie che conoscevano Proust a memoria e interpretavano l’amplesso come un colpo di stato, più belle e fatali di una costellazione, aggiornavano le agende e osservavano con trasparente disprezzo le espressioni sconvolte dei loro titolari. Per me le scalate si concludevano sempre lì (ed è un problema, volendo), nell’ora dell’aperitivo carico di promesse sadiche che contraevano la pace ovattata di un interno borghese. Ho dovuto aggiornare il mio sogno (ed emendarlo, volendo) alla luce della recente scalata di Cragno e di Wile al consiglio di amministrazione del blog. Nel senso che a inserire i propri conoscenti nel cast delle proprie perversioni si fa sempre fatica. Benvenuti.