La prima cosa è la differenza tra
come il Paese si percepisce, rispetto a come viene percepito dalle nostre parti.
Se uno si legge gli articoli sull’Argentina pubblicati negli ultimi mesi dal
Post (1, 2, 3, 4, 5), ad esempio, ha l’impressione di un paese diretto verso il
baratro a passi lunghi e ben distesi. Nulla di tutto questo.
L’Argentina di
oggi, almeno nella sua larga maggioranza, si percepisce come un paese in
crescita, con diritti sociali in aumento, pensioni in aumento, povertà in calo,
un sentito problema di corruzione ma anche una grande lezione impartita al
mondo sui diritti umani. Più o meno tutto il contrario dell’Europa
Il governo Kirchner viene
descritto sui nostri media come un esecutivo in grave crisi di consenso, messo
in difficoltà dagli scioperi e forse coi giorni contati. Ancora una volta
l’impressione è che le cose non stiano proprio così. Cristina Kirchner (CFK, come
acronimamente si dice) si sarà pure fatta diversi nemici, primo fra tutti ilgruppo editoriale Clarìn, ma gode di un consenso tuttora notevole e il primo
tentativo di mobilitazione contro di lei pare essere andato a vuoto. Perché dunque
questa differenza tra come stanno le cose e come ci vengono raccontate ? Forse
l’Argentina fa notizia solo quando crolla o sembra crollare ?
I saccheggi del dicembre scorso,
per dire, hanno allarmato e sorpreso anche gli argentini ma, a detta di tutti,
sono totalmente altra cosa dai saccheggi del 2001 e sono legati più a
situazioni contingenti a livello locale e a fenomeni di emulazione che a una
reale emergenza economica, che non c’è. Questo se si trascurano le teorie del
complotto, diffusissime anche là, con peronisti e radicali che si accusano
vicendevolmente di aver tramato nell’ombra per destabilizzare il Paese.
Poi c’è il peronismo. Confesso di essere andato in Argentina
con un’ignoranza pressoché abissale su quella storia nazionale, sia passata che
recente. Il peronismo è una cosa difficilissima da capire per un europeo. Il
peronismo “è un fenomeno complesso”, per usare una frase fatta e rassicurante.
Per avvicinarsene ecco l’abc, un glossario minimo veramente
minimo:
Nell' "Università de Las Madres", BA |
Madri di Plaza de Mayo (Associacion) Le madri sono divise in due associazioni
distinte dal 1986. Quelle della Associacion, che fa capo a Hebe de Bonafini, si
considerano una sorta di organizzazione rivoluzionaria con simpatie per Chavez,
Castro, gli zapatisti, ecc. Ma soprattutto sono kirchneriste, cioè filo
governative, a livelli imbarazzanti. Nel loro pantheon Maradona, Che Guevara,
Nestor e Cristina Kirchner, Carlos Gardel, Eva Peron. Eva Peron ? Sì. Ma dai .. . Vi metto la foto.
Movimento Peronista Montonero Ufficialmente fu un organizzazione
guerrigliera dell’estrema sinistra peronista, però i fondatori venivano tutti
dall’estrema destra. Si autodefiniva “un’avanguardia armata, cattolica e
nazionalista”, ditemi voi. Poi però venne influenzata dalla teologia della
liberazione, o meglio dalla sua variante argentina, il Movimiento de
Sacerdotes para el Tercer Mundo, e perseguì una via nazionale al
socialismo. Dopo aver ucciso il generale Aramburu, autore del colpo di stato che mandò Peron in esilio e aver
lottato per il ritorno in patria del proprio beniamino, si accorsero che questi
preferiva loro la destra reazionaria dei Lopez Rega. E fu l’inizio della fine.
I Kirchner in gioventù appartenevano a un’organizzazione universitaria legata
ai montoneros. In quel periodo l’organizzazione, nata in clandestinità, era
rientrata nella legalità.
Partito Comunista Argentino: si dichiarò favorevole
al colpo di stato militare del 1976 e non venne messo fuori legge. In occasione
del 30° anniversario del golpe farà autocritica dicendo di avere
“sopravvalutato le contraddizioni interne ai militari”. Cosa aggiungere ?
Peròn (Juan Domingo) Era un militare, fu complice di
un colpo di stato e grazie a questo fece carriera. E’ noto che fosse un
ammiratore di Mussolini e che a lui si sia ispirato per i suoi discorsi dal
balcone della Casa Rosada. Fu sempre lui ad accordarsi col Vaticano per far
arrivare i nazisti in fuga dall’Europa in Argentina e, quando fu a sua volta
vittima di un colpo di stato, si rifugiò nella Spagna franchista. Ditemi se non è la biografia di un fascista.
Per qualcuno no
Per guadagnare la dignità di –ismo, cioè di ideologia, Peròn diceva di cercare una terza posizione tra il capitalismo americano e il comunismo sovietico. Ora: Terza Posizione da noi era il nome di un gruppo, guardacaso neofascista, che si rifaceva alle teorie del peronismo. Ditemi voi se questo non è un fascista. Per qualcuno no. Anche la storia delle concessioni sindacali del peronismo me la sono sempre immaginata come un mantra ripetuto allo sfinimento per dimostrare la bontà di un prodotto immangiabile, tipo la bonifica delle paludi pontine per i fascistelli nostrani. Ma in Argentina non la pensano così.
Per guadagnare la dignità di –ismo, cioè di ideologia, Peròn diceva di cercare una terza posizione tra il capitalismo americano e il comunismo sovietico. Ora: Terza Posizione da noi era il nome di un gruppo, guardacaso neofascista, che si rifaceva alle teorie del peronismo. Ditemi voi se questo non è un fascista. Per qualcuno no. Anche la storia delle concessioni sindacali del peronismo me la sono sempre immaginata come un mantra ripetuto allo sfinimento per dimostrare la bontà di un prodotto immangiabile, tipo la bonifica delle paludi pontine per i fascistelli nostrani. Ma in Argentina non la pensano così.
Peròn (Isabelita): ex ballerina di night, terza
moglie di Juan Domingo, vice Presidente dell’Argentina quando Presidente era
suo marito, Presidente dopo la sua morte. Da tutti descritta come un fantoccio
nelle mani di José López Rega, fu rovesciata dal colpo di stato militare
del 1976. Sapevate che è ancora viva ?
Peronismo Tutto e il contrario di tutto. Per noi
europei è sinonimo di populismo destroide e si liquida in tre righe sui libri
di storia. In Argentina è un po’ diverso. Peronista era il fondatore delle
squadre paramilitari della Triple A, Alianza Anticomunista Argentina, José
López Rega; peronista era l’organizzazione guerrigliera di sinistra
radicale Movimento Peronista Montonero. E infatti la Triple A ammazzava
più montoneros che comunisti. Peronista era il liberista Menem, peronisti gli
“statalisti” Kirchner. La storia dell’Argentina contemporanea è in gran parte
una storia di regolamenti di conti tra peronisti. Come a Ezeiza, l’aeroporto
internazionale di Buenos Aires. Il 20 giugno 1973 ad attendere il ritorno di
Peròn dall’esilio vengono stimate tre milioni di persone. La destra peronista
tiene il palco. Quando un gruppo di montoneros, alcuni dei quali pure armati, cercano di occupare i posti più
vicini i cecchini fanno fuoco, rimangono sul terreno 13 persone e oltre
trecento sono i feriti.
Peronismo (Contributo italiano al) Licio Gelli, ad
esempio, ha sempre rivendicato di aver avuto un ruolo di primo piano nel
riportare Peròn in patria dall'esilio spagnolo. Ammettendo però che il merito è da spartire con Giancarlo
Elia Valori. In effetti sia López Rega che i militari del colpo di stato
’76 erano iscritti alla P2. Secondo il giudice spagnolo Garzon, poi, anche Stefano
Delle Chiaie ha fatto la sua parte. A
Ezeiza, tra i cecchini.
Rodolfo Walsh periodista e scrittore. In Italia non
lo conosce nessuno, in Argentina un mito. Militante montonero, fondatore
dell’agenzia di stampa Prensa Latina a Cuba, insieme a Gabriel Garcia Marquez.
Pare che a lui si debba la scoperta, casuale, del piano di invasione dell’isola
che passò alla storia come Baia dei Porci.
Il 24 marzo del 1977, in occasione del primo anniversario del colpo di
stato militare, inviò a tutti i quotidiani nazionali e al governo stesso la Carta
Abierta de un Escritor a la Junta Militar (qui la versione integrale in italiano ), con la quale quale denunciava le sparizioni e le torture ma anche la
politica economica dei militari, asservita alle richieste del Fondo Monetario
Internazionale, che impoveriva le classi meno abbienti . La lettera terminava con la frase “senza
aspettarmi di essere ascoltato e con la certezza di essere perseguitato”. Ebbe
ragione, d’altronde all’epoca viveva già in clandestinità. Intercettato da un
gruppo di militari mentre si allontanava da una cassetta postale, pare abbia
iniziato con loro un conflitto a fuoco con il preciso intento di non farsi
prendere vivo. Riuscendoci. Non riuscì invece a far pubblicare la sua
lettera da nessun quotidiano ed è
difficile immaginare che lo sperasse. Nel 1999 il suo racconto “Esa Mujer” fu giudicato da una giuria di critici letterari il miglior racconto argentino del XX° secolo.