mercoledì, luglio 30, 2008

Beh, se lo dice lui

Chi li guarda, questi?

Il trailer via Achille.



Io andrò a vederlo, ma nonostante tutto non credo che possa essere un bel film per questioni strutturali: perché, al di là di ogni considerazione sui tempi cinematografici e sulla graphic novel, ecc. ecc., Watchmen consta di duecento pagine e una dozzina di personaggi intensi. Una miniserie sarebbe un capolavoro, ma un film è costituzionalmente impossibile - o vuoi tenere sulle poltrone i ragazzini per quattro ore? Ma neanche in quel caso, comunque.
La strategia, immagino, sarà dare corpo a tutta l'oggettistica fantastica, banalizzando tutto il resto. Ed è una scelta obbligata. A meno di miracoli che, dal regista di 300, non mi aspetto.
Poi ci andrò lo stesso, e poi ci starò male uguale. Avete presente quel personaggio di un fumetto che sa già le cose che stanno per succedere ma si stupisce ugualmente perché il suo stupore è predestinato esattamente come gli eventi? Ecco, lui.

lunedì, luglio 28, 2008

A cosa servono i social network

Quando torni a casa da qualche viaggio e controlli la mail e non ti ha scritto nessuno, stai sicuro che quelle venti richieste di amicizia sui vari Facebook e MySpace le trovi sempre a farti compagnia.

Con amici così, chi ha più bisogno di niente

Nei momenti di difficoltà, il vero leader carismatico, il grande ricreatore della sinistra moderna, lo riconosci dalla velocità con cui lo ritrovi a piagnucolare in seno a Giuliano Ferrara.

venerdì, luglio 25, 2008

con la bimba nel suv e il marito in ritiro

Nel momento in cui premerò il tasto publish non si è ancora capito se il calciatore sia stato aggredito o fosse in ritiro a Trigoria; se la bambina nella macchina ci fosse da pochi minuti o da più tempo; se la moglie fosse con il calciatore, o da sola, o con un altro uomo che è stato scambiato col calciatore dai passanti; l'unica cosa che si riesce a capire è cambiando le versioni in questo modo è stato combinato un casino tale da moltiplicare del 200% le chiacchiere estive su questa storiella triste, che comunque per fortuna è finita bene.

martedì, luglio 22, 2008

Ma almeno telefona, 'mbecille

In uno shop di Amsterdam, non chiedetemi quale, ti fanno provare della roba che, come dire, al primo tiro ti vien voglia di mollare tutto famiglia amici affari e prendere il primo aereo per il Nepal. Questo potrebbe anche non essere vero, ma sarebbe una spiegazione.

"è una fiat marea, quindi è mia"

E vantati.

lunedì, luglio 21, 2008

Niente paura, ho un'idea

Anch'io avevo questo mito dell'inseguimento di The Italian Job. Quello con le Mini in giro per Torino, in galleria e poi sul tetto del Lingotto. Un mito che affonda le radici nell'infanzia degli oziosi pomeriggi di pioggia in cui mi capitò di vedere questo tizio che si sporge dalla Mini e agguanta un cosciotto di pollo. Mi fece ridere molto, per me il cinema era quello. E poi mi rimase l'angoscia per il finale, quell'incredibile finale sospeso, che se qualcuno ti chiede: "cos'è un finale sospeso", tu non puoi fare altro che raccontargli il finale di The Italian Job. Non c'è proprio alternativa.

Molti anni più tardi costrinsi una ragazza a vedere il nuovo Italian Job con Norton, solo per il gusto di dire eh, ma quello con Michael Caine era tutt'un'altra cosa, vuoi mettere, quei begli inseguimenti di una volta (ne scrissi anche un post, abbastanza inutile). E poi.

E poi una sera in tv fecero The Italian Job, quello originale con Michael Caine, e io lo guardai.
Una pena.
Dialoghi stereotipati. Storiella da bambini. E l'inseguimento, inframezzato da una serie di gag ridicole e privo di qualsiasi verosimiglianza topografica (come ci arrivano, le Mini, sul tetto del Lingotto? E comunque, che senso ha girare in tondo se t'inseguono?)

Sì, è solo un'altra versione del ritorno all'asilo, quando scopri che il Grande Scivolo che ti faceva paura ti arriva all'altezza delle spalle. E un po' di nostalgia per quel cinema fracassone che è il primo cinema che mi è piaciuto veramente: quello in cui per fare spettacolo bastava buttare giù da un dirupo una macchinina colorata, e non c'era davvero miglior spettacolo al mondo.

Quando sarò morto una delle prime domande che farò al Grande Risponditore è: come fa Michael Caine a salvare il bottino?

spiegatemi 'sto fatto

* Criticare Berlusconi perché scambia voti con veline non è fare opposizione seria.
* Criticare Berlusconi perché scambia ministeri con fellationes non è fare opposizione seria.
* Quindi criticare Bossi che mostra un dito sulle note dell'inno nazionale... non è fare opposizione seria, vero? No, pare che invece stavolta sia seria. Però dovreste anche spiegarmi il perché.

venerdì, luglio 18, 2008

Sapete quando ci si sveglia in un universo parallelo

Lo sapevate chi è il pensatore di riferimento di Guia Soncini? Io no, non lo sapevo.

e non hai ancora incontrato gli psicologi!

(Xkcd, naturalmente).

E siccome questo non è un blog per snobboni, proprio no, ve la traduco anche:

Il mio hobby
Sedermi vicino a degli studenti e cronometrare il tempo che ci mettono a capire che non sono veramente un esperto del loro campo.
Ingegneri: "Il nostro problema è la dispersione del calore". "Avete provato coi logaritmi?" - 48 secondi.
Linguisti: "Ah, quindi il ceppo ugro-finnico comprende anche, per dire, il klingoniano?" - 63 secondi.
Sociologi: "Sì, la mia ultima ricerca è sulla classificazione delle persone da Migliori a Peggiori" - 4 minuti [molto ottimista, ndb].
Critici:
"Perché vedi, la decostruzione è inestricabile non solo dal testo, ma dalla decostruzione in sé" - 8 articoli, 2 libri, e ancora non mi hanno beccato.

giovedì, luglio 17, 2008

Il cazzaro da sei milioni di dollari

Se mi stava sul cazzo prima, non è che morendo migliora le cose. Insomma io non vedo nessun motivo per rivalutarlo, Funari.
Ha inventato il talk show urlato - sì, va bene, allora facciamo un monumento all'anonimo inventore del rutto libero. Così per favore non ditemi che era unico, inimitabile. Di mezzi avventurieri come lui, dalla parlantina facile, che vivono di bluff e poco altro, se ne trovano agli angoli delle strade: più o meno tutti gli angoli dove c'è un bar sport. Ce n'è uno in ogni famiglia, ed è divertente la prima mezz'ora del cenone natalizio. Tutta sta gente che sbrodola coccodrilli, l'ha mai retta più di mezz'ora una trasmissione di Funari?

A un certo punto alla Rai non sapevano dove sbattere i soldi, lui gli chiese un miliardo giusto per fare lo sbruffone, e glielo diedero. Per spiegare alle casalinghe all'ora di pranzo come si fa il bidè. Inimitabile Funari. Appena fu possibile se ne disfecero, e a quel punto un poteva anche pensare d'essersene liberati. Sbagliato! Perché in Italia, se uno arriva a fare tv almeno per tre settimane, dopo non ci si può più liberare di te! Non ti si smuove neanche a cannonate! Puoi essere andato a mille pezzi in un incidente stradale, e allora chiameranno un premiato chirurgo a rimetterti insieme come Lee Majors, perché questo è quello che la gente vuole! La gente vuole facce vecchie, le solite facce vecchie senza più niente da dire che si grattano le palle e parlano dei loro dolorini.

E volete pure sentirne la mancanza? Io sento la mancanza di tutti quei talenti che avrebbero potuto occupare ore di trasmissione al posto suo.

martedì, luglio 15, 2008

No method, no teacher, No Guru

Su Matteo Cambi, in questi giorni di nuovo il carpigiano più famoso d'Italia, per vari motivi non mi riesce di fare ironia. Certo, se c'è qualcuno che può aver rappresentato un'idea d'imprenditoria malsana e parassitaria, questi è lui. D'altro canto quel centinaio e più di dipendenti Guru che resteranno a casa mi smorza qualsiasi battutina sulle labbra.
Forse se l'avessi mai preso per il culo quando era sulla ribalta... ma non l'ho fatto, e questo mi toglie ogni residuo diritto a infierire ora. Vien quasi voglia di riscoprirlo.

Io non so se Cambi abbia veramente fatto i prestigiosi corsi di marketing internazionale che gli trovate nelle schede biografiche (fosse il primo che se li inventa di sana pianta); però indubbiamente arriva tra i primissimi in Italia a capire una semplice cosa: la gente vuole indossare le magliette, non solo in palestra. La gente vuole uscire e andare a bere una cosa in maglietta. Non dev'essere una maglietta sportiva, non deve identificare un gusto politico e musicale, dev'essere leggera, simpatica e unisex, perfino. La margheritona è perfetta. Può avervi nauseato, ma ammettete che il logo funzionava.

L'altra idea geniale è speculare sui calciatori, in una fase in cui fanno talmente soldi che se ne fregano. Ehi, Bobo, perché non ti metti la mia maglietta, così quando fai gol la mostri a ventimila spettatori? Bobo ci metterà qualche anno a capire che le magliette a questo punto poteva farseleordinarle dalla Cina in proprio, ma ormai la margheritona ha attraversato il Mar Rosso, chi ci riprova rischia di affogare.

Cambi poi riesce anche a capire che la margheritona sta per stancare, e cambia. A quel punto però affonda anche lui in un mare colorato di maglie unisex e poco impegnative, tra cuori e perline, stritolato da Baci e Abbracci. Mi basta scendere in piazza e dare un'occhiata alle schifezze luccicanti che si mette la gente, tra i 10 e i 35, per rimpiangere persino la margheritona su bianco: quasi un messaggio di sobrietà.

A quel punto comunque "Guru" è un bisillabo che conoscono anche le nonne: e non solo in Italia, Cambi ha solo due sillabe da appioppare su magliette normalissime, eppure quelle due sillabe riesce a venderle anche all'estero. Se avete letto Naomi Klein - o anche se avete fatto finta - sapete che al giorno d'oggi chi riesce a possedere due sillabe così è padrone del mondo. Invece Cambi si mangia cento e più milioni - come ha fatto? Ecco, questa è la storia che vorrei leggere.

Perché in fondo è così: gli americani hanno gli attori belli e dannati, di solito tre film e una bruttissima fine; gli inglesi hanno le rockstar; e noi abbiamo gli stilisti. Cambi è il vero maudit italiano, o carpigiano almeno. Ci faranno un film. Gli auguro che lo facciano tardi.

l'orrore, l'orrore

Questa forse è la cosa che mi fa più paura al mondo.

All we care about is talking 'bout me and you

Se ti raccontassi da capo la mia storia, chi ero e cosa sono diventato,
te ne andresti via con uno come me?
Se così imparassi da capo la mia storia, parola per parola,
ci staresti poi, con uno come me?

“Mi è già successo, e l'ho pagata. E non mi ha portato da nessuna parte
Ma sì, me ne andrei via, con uno come te.
E non importa quel che avresti fatto, o con chi avresti perso tempo fin qui:
io e te stanotte possiamo far mattina”.

Fregandocene dei giovani, che parlano delle loro cose da giovani
e anche dei vecchi, che parlano delle loro cose da vecchi,
e fregandocene dei nostri errori, parlando solo di me e di te,
solo di me e di te.

"Arriva un punto, di solito, in cui la gente comincia a scomparire.
Non è una problema, basta che qui resti tu.
C'è qualcosa in effetti, le ore scivolano via
la gente se ne va, ma io sono ancora con te.

Non ha importante quel che facciamo, e dove andiamo adesso
Io e te possiamo far mattina".

Con tanti saluti ai giovani, e alle loro cose da giovani,
e ai vecchi, e alle loro cose da vecchi.
e con tanti saluti ai nostri errori, perché tutto quel che importa siamo io e te,
siamo io e te.



(Più che una traduzione, è il senso che gli ho dato in questi due anni. Poi naturalmente uno va a controllare il testo e scopre che è un po' diverso).

sabato, luglio 12, 2008

venerdì, luglio 11, 2008

Non ho paura della strada

La canzone più triste? Facile.

Se sei a una cena tra amici, tutti ridono e scherzano, e tutta questa allegria immemore ti urta, non hai che da accostarti furtivo allo stereo, e metterla su.

Vedrai che le barzellette resteranno a metà, e qualcuno comincerà a chiedere se quello che canta è proprio lui, quello che... qualcun altro confermerà a mezza voce mentre pensa all'ultimo funerale a cui è stato invitato, di un amico.

Qualcun altro si ricorda il video, e solo il ricordo del video è sufficiente a darti un brivido lungo la schiena, e voglia di telefonare alla mamma, la povera mamma. Più l'eco di tempi morti di lontane vacanze con ragazze che ti hanno lasciato per uomini non migliori. Vi ricordate quando muoio di cremarmi?



Dopo un po' ti viene pietà per loro, e allora metti su questo.
Right about now, shakin'up now.

giovedì, luglio 10, 2008

La funzione delle lame rotanti nell'algebrizzazione del postmoderno

Tutti i miei dubbi segreti sulla New Italian Epic affiorano alla superficie mentre leggo un lungo pezzo di Giuseppe Genna in cui si dovrebbe dimostrare la superiorità narrativa di Ken il Guerriero su Goldrake (via Akille)- e se vi chiedete che fine han fatto Gundam e Daitarn 3, basta aspettare i commenti:
@ salvatore: l'evento simbolico di quanto dici è nella sigla di Jeeg: il ragazzo si rannicchia in posizione fetale (regredisce), di colpo si trasforma e deforma in una roba di acciaio che è la testa, la testa vola ed è indipendente, tutti gli arti vengono calamitati e compongono un corpo che A PRIORI è dissociato. La disforia come metodo di educazione, appunto... Peraltro, questa metafora vale quale immagine complessiva dell'algebrizzazione del postmoderno, inteso esattamente nel senso in cui ne scrive Wu Ming 1 nel saggio sul NIE. Contaminazione che darà luogo a ironia di difesa e a nostalgia di secondo grado, mentre i livelli sono calcolabili. L'allegoria come metafora continuata - ciò che precisamente denuncia WM1.
E insomma in questi giorni mi chiedevo spesso: siamo sicuri che per evadere dal postmoderno basta togliergli l'ironia? E poi: sei sicuro di essere abbastanza grande, abbastanza forte, da mettere al bando l'Ironia? Guarda che l'Ironia è una forza primordiale, ben più grande di te e delle storie che maneggi, e si vendica, si vendica barbaramente, seppellendoti a risate.

martedì, luglio 08, 2008

Constant Danger

Te ne vai tranquilla sulla Complanare; ti sorpassa un meccanico che si sta divertendo con una Ferrari targata Prova; lo spostamento d'aria ti fa sbandare; distruggi la tua macchina; sul forum del Resto del Carlino ti trattano come la solita donna al volante.

even better than the real thing

Tutta la solidarietà all'autore della falsa intercettazione (dichiaratamente falsa), che rischia una denuncia perché quel cialtrone di Dagospia l'ha presa per vera.

Io scrivo dialoghi falsi di persone celebri da otto anni. Un guaio del genere non mi è mai capitato, e nemmeno lo invidio. Però onestamente mi chiedo: come mai queste cose a me (che sono indicizzato meglio di altri) non capitano?

Una risposta che mi do è che il mio Berlusconi è sempre un po' più finto degli altri. L'anonimo autore dell'intercettazione incriminata pestava parecchio sul pedale del realismo, sporcava molto i dialoghi... a me interessa più quadrare la scenetta, arrivare alla conclusione con una battuta, insomma, è come se si vedessero i fondali di cartone.

Inoltre - se ci penso - il mio Berl. è sempre un po' più umano di quanto non penseresti. C'è sempre (almeno quasi sempre) un momento in cui mi immedesimo in lui. Quest'umanità, paradossalmente, risulta ben poco realistica, quando stai mettendo in scena una compagnia di stronzi.

E poi mi legge la mamma, per cui istintivamente un pezzo sui pompini lo eviterei. Anche se i pompini mi piacciono molto, almeno come concetto.

lunedì, luglio 07, 2008

Ora e sempre forza tori

Quest'anno solo 13 feriti, dicono. Delusione.

Capisci che è estate quando

...dagli atri muscosi dell'archivio rai viene disseppellito e mandato in onda questo eterno spot.



Secondo me un giorno il Sig. Cedrata Tassoni ha comprato qualcosa come CINQUANT'ANNI di spazio pubblicitario estivo a un prezzo scontatissimo. Ha fatto bene.

sabato, luglio 05, 2008

"Il blog rende più socievoli"

Cioè, se non avessi dei blog sarei addirittura meno socievole di così? La mente vacilla.

una rapa è una rapa è una rapa

Io era da qualche annetto che sentivo parlare di questa famosa Orchestra Vegetale di Vienna, che suonava soltanto i vegetali, e ogni volta mi chiedevo come fosse possibile fare musica soltanto con zucchine, carote, zucche, eccetera.

Poi ieri sera sono venuti ai giardini di Modena, e io ho potuto ascoltarli, e finalmente ho capito che fare musica soltanto con zucchine, carote, zucche, non è possibile.

venerdì, luglio 04, 2008

sono il vuoto che c'è dentro di teah!

C'è questa canzone dei Sonhora, gli Everly Brothers del medio Adige, che nel ritornello va piuttosto per le spicce e dice: "Sono qui / Amamì".

E... no, niente, ma ogni volta che la ascolto mi vengono in mente i Ragazzi delle Ragazze.



"Forse prima vorresti parlarmi
e conoscere il Giuso che è in me;
ma non perdiamo tempo
nel corteggiamento:
stacci".

che flash

La storia degli mp3-droga è una bufala, lo sapete già. La cosa più dopante in rete, probabilmente, sono le animazioni flash del sito del Nucleo Speciale Frodi Telematiche. Però, rifletteteci bene.

Al telegiornale, due sere fa, vi hanno detto che invece di acquistare costose polveri tagliate da sconosciuti o pasticche di ignota provenienza, i ggiovani stavano cominciando a scaricare gratuitamente dalla rete degli mp3 dopanti. E se ne lamentavano pure.

"Gigi, piantala di stare tutto il giorno davanti al PC! Vai al parchetto a comprarti un grammo, che almeno ti fai una passeggiata!"

giovedì, luglio 03, 2008

Come hai detto che si chiama il figlio di Issacar?

Alla Rai vogliono leggere la Bibbia. Tutta? Tutta (dandosi i turni). Non invidio il poveraccio a cui capiteranno i primi quattro capitoli del Libro dei Numeri.

5 Questi sono i nomi degli uomini che vi assisteranno.
Di Ruben: Elisur, figlio di Sedeur;
6 di Simeone: Selumiel, figlio di Surisaddai;
7 di Giuda: Nason, figlio di Amminadab;
8 di Issacar: Netaneel, figlio di Suar;
9 di Zabulon: Eliab, figlio di Chelon;
10 dei figli di Giuseppe, di Efraim: Elisama, figlio di Ammiud; di Manasse: Gamaliel, figlio di Pedasur;
11 di Beniamino: Abidan, figlio di Ghideoni;
12 di Dan: Aiezer, figlio di Ammisaddai;
13 di Ascer: Paghiel, figlio di Ocran;
14 di Gad: Eliasaf, figlio di Deuel;
15 di Neftali: Aira, figlio di Enan».
(Continua per 25.000 battute).

"il programma della balera è più stimolante"

Questa cosa, per cui ormai ogni sito è un blog e ogni pagina web ha i commenti, è notevole.
Potrei fare mille esempi, ma stasera penso soprattutto ai commenti sul programma musicale della festa del Pd di Carpi.

ma disponibili c’erano solo tribute/cover band e pessimi e ritriti gruppi modenesi???

E dire che negli anni passati abbiamo potuto ascoltare anche gruppi come Baustelle e Afterhours… Che tristezza! Di certo questo programma riflette la scarsezza di idee emblema di questo partito…

Sicuramente meglio il programma di rassegne “minori” come artivive di soliera che questa accozzaglia di coverband.. poi coi soldi che danno a pelu e alle vibrazioni quanti gruppi rock emergenti avrebbero potuto chiamare??

E per finire mi rivolgo all’esercito di quei “giovani soldatini” che lavorano con impegno all’interno del Partito: ragazzi lo so bene del vostro sacrificio e del vostro impegno ma, cristo, datevi una SVEGLIATA! uno scatto d’orgoglio no eh?? ma vi rendete conto che il programma di questo festival fa cagare? e vi rendete conto che al Kalinka circolano facce che si potrebbero vedere in qualsiasi fottuta discoteca o festa della birra?
(Continua per parecchio).

dio ketorolac, aiutami

Esistono sicuramente dolori più intensi delle coliche biliari, ma quella piccola eternità in cui la ketorolac-trometamina non ha ancora fatto effetto e tu continui a dire che è questione di tre minuti, ma non sai se riuscirai a respirare per altri tre minuti, ecco, è un momento particolare, in cui rivaluti Dio e molti altri santi a cui prometti ceri e pellegrinaggi, e di rivelare il nascondiglio di Bin Laden, e tutto questo nemmeno nella dignità di un letto, ma camminando su e giù per la stanza piegato a L come un coglione.

martedì, luglio 01, 2008

Robin Hood sì, ma quello di Mel Brooks

Petrolio salato - La beffa della Robin Tax: Tremonti sbaglia le royalty
Roma, 30 giugno – Nuova beffa sulla Robin Tax. Non solamente è una Nottingham Tax, che viene pagata dai soliti consumatori, ma in più la legge è scritta male, malissimo. L’articolo 81 contiene infatti un errore clamoroso: invece di penalizzare le importazioni di petrolio, va a sanzionare l’utilizzo dei giacimenti italiani. A tutto vantaggio dell’import. Sulle royalty incamerate dallo Stato sull’estrazione dai giacimenti italiani infatti è stato aggiunto un sistema di moltiplicazione legato al crescere del prezzo internazionale del petrolio. Ogni rincaro del greggio sui mercati internazionali assegna allo Stato una fetta sempre più grande di diritti su greggio e metano italiani, senza alcun tetto, fino a tassare in breve l’intera estrazione con una ritenuta del 100% e oltre.
A titolo di confronto, in media le royalty sui giacimenti sono attorno al 7%. Se il petrolio rincarerà ancora un pochino, le tasse sui giacimenti italiani saliranno al 20% e non è lontana la prospettiva di tasse dell’80 e del 90%. A queste condizioni le compagnie petrolifere non sono disposte a trivellare i giacimenti italiani per sfruttare le risorse nazionali.
via e-gazette