lunedì, maggio 31, 2010

Il sanguinoso lunedì degli assassini in divisa

I can't believe the news today
Oh, I can't close my eyes and make it go away!

How long?
How long must we sing this song?
How long?
How long?

domenica, maggio 30, 2010

Il nostro uomo agli Enti Inutili

Bondi di cultura si intende così tanto che il secondo esempio che gli viene in mente di ente non inutile è quel baraccone del Vittoriale.

(Può piacere e non piacere, ma è un museo. Su un poeta di cento anni fa. Se non vende abbastanza biglietti si può anche chiudere. Le opere immortali di D'Annunzio stanno sulle bancarelle a cinque euro).

(UPDATE: Il Vittoriale è stato privatizzato, tanto meglio. All'insaputa del ministro, evidentemente).

giovedì, maggio 27, 2010

Ready-made (2)

(clicca e ingrandisci - via SAPO!!)

Non me l'aspettavo (spoiler lost)

Su Lost (SPOILER) più o meno ci avevo preso:

È cominciata l’ultima stagione, e siamo un po’ tesi. A questo punto Lost può solo deluderci. Come possono cinque anni di misteri trovare una soluzione soddisfacente? Ma anche qualora succedesse, è davvero quello che vogliamo? Un’isola finalmente illuminata a giorno, senza più misteri? È probabile che gli autori abbiano optato per una via intermedia: qualche cosa ce la spiegheranno, il più lo lasceranno libero alle interpretazioni. Circoleranno ancora per molti anni mitologie fantasiose su forum all’uopo. 

Speravo di sbagliarmi - cioè alla fine io sentivo di meritarmi qualche incastro narrativo in più. E invece niente, l'universo non si spiega e neanche Lost. Siamo pedine di un gioco di cui non conosciamo le regole, inventato da Dei che non hanno ricevuto spiegazioni esaurienti riguardo a una cosa senza manuale d'istruzioni. Ci sta.

L'unica cosa che puoi fare - ti dicono gli autori, quei pagatissimi stronzi - è affezionarti ai personaggi, anche cattivi, cioè prendi Benjamin Linus: se ti ricordi bene, è uno stragista, un massacratore, uno che al confronto Giusva Fioravanti è un pacifista che lotta per i diritti dei detenuti... però dopo sei anni ti sei affezionato anche a lui, vuoi che si faccia la sua vita con la sua figlioccia secchiona (e magari anche Fioravanti, in qualche realtà parallela, non è in galera con otto ergastoli ma lavora, boh, per Nessuno Tocchi Caino).

Stessa cosa Sahid, quanti ne ammazzati. Ma come fai a non volergli bene? Tu non vuoi le spieghe, spettatore. Tu vuoi che tutti si vogliano bene e si abbraccino e vadano tutti insieme in un posto luminoso Eccheccazzo no, io sono un nerd e volevo le spieghe, anche con lavagnate di formule di Faraday se necessario. Appunto, tu sei un nerd e queste cose te le farai da sole, su un forum che probabilmente ti pagherai da solo, il problema era fare un finale che piacesse a quegli altri. Quelli che guardavano Lost perché Sawyer era un figo quando diceva "Blondie" e Hugo era buffo quando diceva "Dude". Quelli che si mettono a piangere, dà un'occhiata sui social network a quanta gente dice che s'è messa a piangere. Secondo te dovevamo fare un'ultima puntata di equazioni? Fattele da solo. No, ci volevano quelle cose basiche, la morte, le ecografie, e tonnellate di amore con la A. Per tutti. Anche per i mass murderer, perché in fondo sì, hanno ammazzato centinaia di persone ma lo facevano perché credevano in qualcosa che non si è capito mai cosa fosse ma l'importante era crederci o forse il contrario.

(Comunque a livello spieghe mi pare che Costa si sia dato da fare).

mercoledì, maggio 26, 2010

Cry boy cry boy cry

Finché non mi ritrovo su un blog di Fascismo e Libertà. Dove c'è uno che chiama camerati i commentatori, e vabbè. Uno che scrive che i partigiani sono "vigliacchi che sparano a tradimento", che "la seconda guerra mondiale fu il banco di prova in cui i Fascisti misero a prova la loro fede", eccetera eccetera eccetera. Uno di quei siti che sembra creato allo scopo precipuo di guastarmi il fegato, e ce n'è tanti. Sto per cliccar via. Ma sulla colonnina destra - quella dove gli autori sfoggiano tutte le loro vanità - c'è una playlist. Do un'occhiata - cosa ascolta un veterofascista? I Black Sabbath, e va bene, e poi? Small town boy, Bronski Beat.

Small town boy? Bronski Beat?

No, senti, caro vicepresidente nazionale per le isole di Fascismo e Libertà, adesso tu questa cosa ce la spieghi. Ti ecciti a guardare il video in cui menano il frocio? Ma non si vede niente, il regista stacca subito.

Siamo un po' seri. Il fascismo è roba seria, mistica dell'azione. Cosa avrebbe pensato Mussolini di Jimmy Sommerville? Un invertito albionico di matrice proletaria che tra un pasto e l'altro (almeno cinque al giorno, ricordiamolo) intona lamenti in falsetto sulle sue sterili frustrazioni sessuali?

domenica, maggio 23, 2010

Hmmp mmmph hmmmph

mhmmmmmmmmp hmmmmmmmmmp mhmmmmmmp hmnmnnnnnnnnnp hmmmmmmmmp mhnmmmmmmmmmp

“A Bologna i leghisti hanno già vinto”

Ripeto: a sentire i discorsi per strada, sarebbe anche ora.

Comunque “A Bologna i leghisti hanno già vinto” è il titolo di un articolo del Post. Figurati se non ci clicco sopra. Trovo una cartina impressionante con le zone leghiste in Emilia evidenziate in verde, in cui si evince che in pratica l'Emilia è ormai verde zucchina, verde cetriolo, Reggio è caduta, Modena è accerchiata. L'articolo è un'intervista a un geografo californiano a quanto pare espertissimo di cose italiane. Insomma, è andata, siamo leghisti.

Guardo meglio.

La cartina usa un verde intensissimo per indicare le zone dove la Lega ha... la maggioranza? No. Il quaranta per cento? No. Una quota dal 27 al 17 per cento. In pratica sono i posti dove la Lega è, forse, il primo partito di opposizione, se non l'alleato del PdL. Che è impressionante per un partito italiano che esiste solo da 25 anni, salvo che tutti gli altri partiti esistono anche da meno, e comunque non è "vincere".

Quanto al geografo, a domanda risponde: "Non credo che i candidati della Lega possano vincere a Bologna o Rimini". Va bene. Salvo che il titolo dell'intervista è “A Bologna i leghisti hanno già vinto”. Sì, e avete visto che squadrone il Bayern ieri sera?

Morte nel pomeriggio

Nella corrida è un errore. Nel calcio è omicidio.
Decidete voi quale sia lo spettacolo da abolire.

venerdì, maggio 21, 2010

Odio le tue idee ma mi batterò ecc affinchè tu le possa scrivere sul tuo blog. Ma non su un quotidiano nazionale però

Ultim'ora: apprendo in questo momento da wittgenstein che il Comitato di Redazione del Sole 24 ore protesta da giorni contro l'assunzione di Christian Rocca. Per quello che vale, nell' esprimere piena e incondizionata solidarietà al Comitato, ma che dico solidarietà: sincero entusiasmo, devo aggiungere che quello che non mi convince sono le motivazioni: la crisi non può essere l'alibi. Christian Rocca non va assunto perchè esprime posizioni, opinioni, sissignore ho detto opinioni, al di sotto del livello minimo di civiltà necessario a poter comparire su un quotidiano degno di questo nome. Questa dovrebbe essere la motivazione scritta in prima pagina nei comunicati del CdR.
In seconda battuta potrebbero aggiungere che non va assunto anche per la vomitevole disonestà intellettuale con la quale sostiene le proprie opinioni già di per sè profondamente incivili.
In ogni caso il Sole 24 si è guadagnato un lettore in più. Da oggi e almeno per qualche giorno.

giovedì, maggio 20, 2010

Sanguineti sui futuristi (ci sputava)

"Se riprendiamo qui la parola, è […] per indicare, comunque, il punto ultimo dell'accorta poetica di Gozzano, o, se si preferisce, della sua perfidia. Si tratta, per così dire, di quella sua poetica, non teorizzata, ma tutta di fatto operante, dell'obsolescenza (che è già parola obsoleta, ma così conviene che sia, all'interno del ragionamento). Gozzano fu il primo ad accorgersi, oltre che di tante altre cose, anche di questa, e capitalissima: che "un libro di rima dilegua, passa, non dura"; che i versi "invecchiano prima di noi"; che ammutiscono anche "gli eroi più cari". I più disperati, i più eversivi tra i suoi colleghi, i più severamente diagnostici, per sospettosi e inquieti che fossero, all'exegi monumentum, bene o male, avevano prestato fede. Non parliamo di D'Annunzio o di Pascoli, che paure di quest'ordine non sapevano proprio che si potessero provare, e che rinforzavano la voce, ciascuno sul proprio tono, per coprire ogni sinistro scricchiolìo, senza nemmeno accorgersi che lo facevano, in realtà, appunto a questo inconscio fine: il riflesso difensivo, in simili casi, era tutto meccanico e istintivo. Si allude qui, piuttosto, ai futuristi nostrani stessi, che la frana della poesia se la sono sentita arrivare tutta addosso, ma che hanno sudato quello che hanno sudato per esorcizzarla, sforzandosi di diventare quello che erano: la loro politica, si sa, fu quella del monumento autre, come si sarebbe detto qualche anno fa, in forza della quale si interiorizza tutto il sistema della moda, e si fa virtù del principio del consumo. Non c'è bisogno di qualificarli baratti e gazzettieri delle belle lettere, e nemmeno fascisti, se si desidera non offendere nessuno, e rimanere in pace con tutti. È sufficiente riconoscere in costoro, come i portatori dell'apologia diretta dell'imperialismo (all'italiana), così i profeti della civiltà dello spreco poetico. Oggi che la morale letteraria non si scrive più, o si scrive male, non è il caso di fare i moralisti. Si osserva soltanto che il loro consumo è avvenuto esattamente nei modi e nelle forme che invocavano, e fu portato sino in fondo, a tutti i libelli ("ci gettino pure nel cestino, come manoscritti inutili", Marinetti): un consumo più duraturo del bronzo".

(Il brano più interessante di ES sui futuristi è in un saggio sui crepuscolari: l'introduzione alle Poesie di Gozzano, Einaudi '73. Gozzano tirava fuori a Sanguineti il meglio, o viceversa).

martedì, maggio 18, 2010

Postkarten 35

parliamo, per piacere, dei piaceri della vita, per una volta (ho detto
alla moglie di Van Rossum, lunedì verso le 11): (che una tedesca di Monaco,
proprio, sotto i 30, credo, bianca di pelle come un bianco d'uovo): e il primo
piacere è chiavare, certo: e poi, per me, dormire nel sole (come dormivo adesso,
le ho detto, prima che arrivasse lei: a torso nudo come mi vede, e a piedi
nudi, ecc.): e il terzo è bere vino (francese, possibilmente, come quello
che abbiamo bevuto sabato con Berio, e anche venerdì, a Rotterdam e qui):
(e ho concluso che il paradiso è chiavare nel sole, forse, pieni di Saint-Emilion):

giovedì, maggio 13, 2010

Grazie Marco, per tutto quello che hai fatto per noi

"Ma tu in quei momenti, sai..."
"Eh?"
"Quando sei molto preso dalla situazione ma..."
"Ah".
"Ma vorresti mantenere una certa..."
"Rigidità".
"Esatto. Tu come fai?"
"Ma perché, hai questo problema?"
"Noooo, io no".
"Hm".
"Cioè, forse una volta..."
"Guarda che non c'è da vergognarsi"
"...In campeggio alle medie".
"Vuol dire che almeno tu scopi. Io comunque vado di alfabeto al contrario, è un classico".
"Sì, appunto, il guaio è che è un classico".
"Cosa vuoi dire?"
"Che a furia di usarlo l'ho associato al sesso, quindi ora mi fa un effetto, come dire... contrario".
"Stai scherzando".
"Magari".
"Cioè se io adesso comincio... Zeta, Vu, U, Ti..."
"Piantala! Piantala subito! La cameriera ci guarda..."
"Ma sei uno spasso".
"Signorina, ci porta il conto per favore?"
"Io veramente prendevo il caffè. E comunque ti invidio, guarda".
"Chi ha pane non ha denti".
"Eh già. Hai provato la tabellina del sette?"
"Non arrivo oltre il quarantanove".
"Uhm, roba seria. Pensare al Modello 730?"
"Mi dà i brividi".
"Polimorfo e perverso. I parenti anziani?"
"Guarda, giusto perché stiamo buttando tutto in vacca, te lo dirò: ho usato per anni, vergognandomi atrocemente, i morti di famiglia".
"Ma sei un mostro!"
"E adesso ho le erezioni al cimitero. E' tutto inutile".
"Ma non dire così, c'è sempre qualcosa... prova con la cronaca, prendiamo il giornale... il fatto più triste del giorno... Ah, guarda qui. Pannella ha avuto degli uomini".
"Non credo sia una novità".
"Secondo te chi erano?"
"Non me li voglio neanche immaginare".
"No? Perché?"
"Pannella nudo insieme a un... bleah!"
"Ecco, vedi? Pensa a Pannella. Intensamente. Nei fumosi corridoi di Torre Argentina. Pannella che saluta un giovane Rutelli, o un giovane Capezzone, un bacio affettuoso, ma poi tra le labbra strette s'insinua una lingua che sa di digiuno e nicotina..."
"Puoi smettere. Sono già in andropausa".
"Ringraziami".
"Non lo farò. Signorina, il conto".
"Tra parentesi, hai visto che due..."
"Paga tu, io vado a vomitare".

lunedì, maggio 10, 2010

Se qualcuno può cambiare le regole a un mese dall'esame, lo farà

- Con tutto il rispetto per il Consiglio di Stato, di cui non oso discutere le sentenze, perché in fondo non me ne intendo;
- tenendo conto che per me il voto di religione potevano riammetterlo anche un anno fa, non trovo che sia una tragedia (immagino che farà media anche Alternativa, anche se non è chiaro);
riammettere l'ora di religione nel credito a un mese dagli scrutini è pura passione per il caos. C'è una materia che ad agosto era fuori. A settembre era fuori. A gennaio, quando è stata consegnata la pagella, era fuori. Per otto mesi gli studenti hanno pensato che fosse fuori; a un mese dagli scrutini entra dentro. L'Italia, più che una nazione, è un esperimento collettivo su come complicarsi l'esistenza.

domenica, maggio 09, 2010

Un bivacco di manipoli distratti

"...Tremonti ha parlato a nessuno, su 630 attesi si sono presentati in meno di 60, pochissimi della maggioranza e pochi anche dall'opposizione, anche se parecchi partiti hanno tenuto a precisare che loro c'erano (???).
Dicono le fonti
 che, essendo giovedì l'ultimo giorno di attività della settimana, i parlamentari lo tagliano spesso, per tornare prima al proprio collegio o a farsi i casi loro".

venerdì, maggio 07, 2010

A mente fredda

E Pasolini?
"Con lui c´era una forte inimicizia. A mente fredda, posso dire che i suoi romanzi erano scadenti. Salverei solo Petrolio per il suo carattere inconcluso. Ma sono certo che se lo avesse portato a termine sarebbe stato brutto come gli altri" (Angelo Guglielmi a Gnoli, via Lipperatura)

(Per chi si fosse perso le ultime ottocentocinquanta puntate della perdibile soap "Il Novecento Letterario Italiano": negli anni in bianco e nero c'erano due gang di letterati impegnati che se le davano di santa ragione, dei veri ragazzacci. Adesso sono più o meno tutti morti: di alcuni abbiamo le mummie. Appena proviamo a rianimarne una per intervistarla, la mummia corre a sputare saliva morta sulla tomba di qualche vecchio nemico, e questo in fondo dai, è divertente).

(Pasolini comunque non gli avrebbe dato tutti i torti).

giovedì, maggio 06, 2010

e invece niente

"...O se almeno fosse il tormento del cazzo che alla fine produce un capolavoro di qualche tipo. E invece niente, la sofferenza è necessaria ai capolavori ma i capolavori non sono necessari alla sofferenza".

Perché pagare per ottenere servizi di lusso?

Bella domanda. Degna di Adinolfi.

L'altra sera Adinolfi ha stroncato la puntata di Report sulla sanità lombarda. Non faccio nemmeno finta di essere obiettivo: il servizio era di Alberto Nerazzini e io tifo Nerazzini sempre e comunq. Però c'è un passo della stroncatura Adinolfi che vorrei isolare, che non c'entra neanche più tanto con la sanità lombarda.

Citavo la mia esperienza da adolescente in una scuola che amavamo definire "pubblica non statale". Cioè in una scuola privata: mai un giorno di sciopero, formazione di primo livello, esami di maturità sostenuti insieme ad un'analoga classe di scuola pubblica statale, da noi nove dei ventiquattro diplomandi si sono maturati con il massimo dei voti, da loro neanche uno. Da allora il dubbio: perché a questa scuola eccellente ho potuto accedere solo perché i miei hanno pagato? Non sarebbe "di sinistra" permettere a tutti di poter scegliere, adottando metodi come quelli del "buono scuola"?

Insomma, siamo ancora qui. Non sarebbe "di sinistra" erogare un po' di buoni scuola non si sa bene a chi, togliendoli dai fondi della scuola pubblica?
E cosa ti posso dire: no. Non sarebbe "di sinistra". Non nel senso novecentesco del termine. Perlomeno, si tende a pensare che a sinistra sappiamo ragionare in termini di classi sociali, e quello che Adinolfi fa qui è fingere di non vederle. Lui andava in una bella scuola, non aveva mai problemi, buoni professori, esce con voti migliori, e alla fine si chiede: perché i miei genitori hanno dovuto pagare? Già, se ci rifletti bene, è proprio un'ingiustizia. Come anche il fatto che ti facciano pagare la panna montata sul gelato, io metterei erogatori di panna montata gratis in tutte le gelaterie della repubblica, oppure un buono panna montata, perché la panna montata è un sacrosanto diritto!

Oppure se preferite la vecchia metafora del taxi. E' comodo il taxi, però, accidenti, costa più dell'autobus. Non è ingiusto? Tutti dovrebbero avere il diritto di andare in taxi. Distribuiamo alla popolazione dei buoni taxi.

Gente che ragiona così, seriamente, pensa di essere di sinistra? Ma in fondo non è nemmeno il problema, quanto piuttosto: gente che ragiona così, seriamente, pensa? Diocristo Adinolfi, ma sul serio non l'hai capito che l'unico motivo per cui la tua scuola era bella e diplomava tante brave persone con tanti bei voti è che teneva fuori i poveracci coi loro fastidiosi problemi? Che c'era una specie di buttafuori all'entrata, e quel buttafuori si chiamava retta mensile? Se distribuisci buoni scuola, poi mi devi spiegare con che criterio (non mi dire che li vuoi semplicemente dare ai cattolici, perché non sarebbe un discorso di sinistra: sarebbe un discorso di neodestra che vuole recintare la società in bantustan identitari). Chi è che ha diritto di staccare quei buoni? I più poveri? I più meritevoli? Ma diamoli a tutti, allora: chiudiamo le scuole pubbliche e restituiamo a tutti quanti un pacco di soldi, poi chi vuole andare a scuola se la paga. E' un discorso di sinistra? No, è un discorso di destra storica. Fallo pure, rifonda il Partito Liberale di Einaudi il vecchio, ma almeno non pretenderti progressista mentre ci lasci andare a scuola in edifici pubblici sporchi e logori perché i soldi servono alla scuola delle suorine.

(Dal polveroso archivio: Nudo, vogliamo Don Giussani nudo!)

(Se invece uno vuole informarsi seriamente, Paferro segnala un pezzo del New York Times sul sostanziale fallimento delle charter schools americane).

mercoledì, maggio 05, 2010

Se la giovinezza sapesse, se la vecchiaia potesse, se D'Alema si dileguasse

Adesso faccio finta di non avercela con D'Alema da, tipo, 15 anni, e di pormi il problema come se non fosse neanche il partito che voto io.

E dunque, insomma, c'è un partito che ha poco spazio in tv. Ha proprio poco spazio in generale. Due trasmissioni in prima serata ed è tutto.
Ma è un partito serio, organizzato. Scommetto che si pongono il problema. Che hanno una cabina di regia, in cui scelgono chi va a parlare in queste trasmissioni: perché anche la scelta del portavoce è un messaggio di per sé. Se ci mandano una faccia nuova, il messaggio è Rinnovamento. Se mandano un brizzolato, il messaggio è Esperienza.
Se mandano il brizzolato esperto, e questi si fa trascinare in una classica rissa televisiva anni '90, il messaggio è: siamo troppo vecchi per essere Rinnovamento, ma non siamo nemmeno riusciti ad acquisire Esperienza incanutendo; e quindi ci estingueremo, amen.

Inoltre sono sicuro che nella famosa cabina di regia non si pongono soltanto il problema di chi, ma anche di come e di cosa. Si parla di uno scandalo immobiliare? Benissimo, abbiamo tante facce televisive (giovani e meno giovani) magari cerchiamo di mandarne qualcuno che non è mai, assolutamente mai stato coinvolto in uno scandalo immobiliare, anche piccolo. Perché è meglio così, si evitano i trabocchetti da quattro soldi. Evitare i trabocchetti è tendenzialmente meglio che cadere nei trabocchetti e insultare i poveretti che te li hanno architettati. E' vero che sono dei poveretti, a libro paga del padrone, però i trabocchetti evidentemente li sanno fare, se tu ci caschi.

Insomma, se domani o dopodomani fanno una trasmissione sul caso Scajola, voglio pensare che il Pd non manderà a parlare D'Alema, che ha quella vecchia storiella di affittopoli e poi ha senz'altro cose più interessanti da fare che passare tre ore a battibeccare in uno studio. Come? La trasmissione c'è già stata? Ieri? Hanno mandato D'Alema? E D'Alema ha mandato a farsi fottere il viceredattore del Giornale? Ah.

Leghisti 2

Dunque, no, fammi capire, i leghisti / tu vedi che sbagliano, gli vorresti dare una mano, metterli sulla buona strada, / ma siccome sono leghisti non ti stanno a sentire, / e tu ti arrabbi, / ho capito bene? / solo che, secondo me, / che sbaglierò, però, da quello che vedo, / non ti stanno a sentire perché la buona strada / ce n’è tanti che l’hanno già trovata, / sono pieni di soldi, case, macchine, tutto, / che noi, io e te, sono cose che non le abbiamo, / e magari neanche le vogliamo, / però loro le hanno, e se le tengono, / e io, capisco anch’io quello che vuoi dire, / loro danno valore a cose che non ce l’hanno, seguono le mode, / che noi, se avessimo noi i loro soldi… / solo che non li abbiamo, / non abbiamo una lira, / e io, / adesso non arrabbiarti anche con me, / ma delle volte, / non sarà, / mi viene da pensare, / che i leghisti siamo noi? / siamo io e te?

(da una poesia in dialetto romagnolo di Raffaello Baldini, ho cambiato solo una parola. Poi, una segnalazione: Stampa Alternativa regala "i Mille" di Giuseppe Bandi in pdf. Scaricatelo perché si tratta della miglior cronaca di prima mano dell'impresa dei Mille - lo dice Benedetto Croce, mica Marco Manicardi)

Do the Pierluigi

Molti in questi mesi se la sono presa con Bersani perché, boh, parlava poco? Veramente parlava ogni volta che lo inquadravano. Lo inquadravano poco, questo sì. E rispondeva alle domande sbagliate: gli chiedevano cosa pensava di Fini, lui rispondeva che la maggioranza era in crisi, e quindi se ne deduceva che il Pd non faceva altro che preoccuparsi della crisi degli avversari e non pensava a... a... boh, alle idee.

Poi l'altro giorno molti hanno sentito Bersani da Santoro e sono rimasti piacevolmente sorpresi. Ha parlato dopo Travaglio e pare che le abbia cantate, a Travaglio. Lo hanno trovato bravo. E' da una settimana che si passano il filmato. Eccolo qui.

Allora, io ricordo che avevo la tv accesa, mentre Bersani faceva questa poderosa figura, e penso addirittura di aver cambiato sottopensiero. Per dire che non me ne stavo assolutamente accorgendo, della poderosa figura di Bersani. Secondo me è stato semplicemente Bersani. Bersani è sempre così. Vi è piaciuto? Allora ascoltatelo più spesso, vedrete che quando ha un po' di spazio e di tempo lui dà questi risultati. Ma secondo me fin qui eravate sbadati voi. O più probabilmente non gli è stato dato lo spazio e il tempo.

Poi, cosa volete mai, se le elezioni si vincessero ad Annozero. Il problema è che Bersani ha sempre meno spazio ovunque; che quasi sempre deve rispondere a domande che lo incorniciano (che ne pensa di Berlusconi? Ehi, ma sta parlando di Berlusconi? Ma allora è proprio fissato con Berlusconi), e che tanto per ripetere l'ovvio, sta giocando una partita in salita. Magari ripetendo numeri del genere qualche vecchio deluso dalla sinistra riuscirà a recuperarlo, ma i giovani? C'è una dimensione in Italia dove gente come Bersani possa comunicare ai giovani? Non riesco a immaginarmela; non vedo nessun evento in grado di mettere in comunicazione la bocciofila con i neodiplomati. L'unica cosa che spingendo mi viene in mente (ma spingendo molto) era il Concertone, ma pare sia un fallimento, e quindi non so. Idee?

martedì, maggio 04, 2010

Tragedie greche

È nei nostri momenti più bui che dobbiamo concentrarci per vedere la luce. Non bisogna correre dietro ai soldi; bisogna andar loro incontro!
(Aristotele)