Dunque, no, fammi capire, i leghisti / tu vedi che sbagliano, gli vorresti dare una mano, metterli sulla buona strada, / ma siccome sono leghisti non ti stanno a sentire, / e tu ti arrabbi, / ho capito bene? / solo che, secondo me, / che sbaglierò, però, da quello che vedo, / non ti stanno a sentire perché la buona strada / ce n’è tanti che l’hanno già trovata, / sono pieni di soldi, case, macchine, tutto, / che noi, io e te, sono cose che non le abbiamo, / e magari neanche le vogliamo, / però loro le hanno, e se le tengono, / e io, capisco anch’io quello che vuoi dire, / loro danno valore a cose che non ce l’hanno, seguono le mode, / che noi, se avessimo noi i loro soldi… / solo che non li abbiamo, / non abbiamo una lira, / e io, / adesso non arrabbiarti anche con me, / ma delle volte, / non sarà, / mi viene da pensare, / che i leghisti siamo noi? / siamo io e te?
(da una poesia in dialetto romagnolo di Raffaello Baldini, ho cambiato solo una parola. Poi, una segnalazione: Stampa Alternativa regala "i Mille" di Giuseppe Bandi in pdf. Scaricatelo perché si tratta della miglior cronaca di prima mano dell'impresa dei Mille - lo dice Benedetto Croce, mica Marco Manicardi)
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