lunedì, dicembre 03, 2012

A non ascoltare i guru giusti


(Ha chiuso il Daily, non ha procrastinato abbastanza).

I vecchi e il giovane, e viceversa

Forse l'avevo già detto, non mi ricordo, ma lo ridico: io lavoro in un posto dove ci siamo in più di ottocento, circa, e tra questi più di ottocento c'è gente di tutte le età e che viene da tutte le parti d'Italia, qualcuno anche dall'estero. Dico sempre che è un bel campione del paese, per far dei sondaggi spannometrici o sondare un po' quali sono le opinioni che girano, e di solito, quando ci sono delle elezioni, o poco prima, riesco sempre a indovinare come vanno a finire con una precisione invidiabile.
Beh, stamattina, parlando un po' davanti alla macchinetta del caffè e tra le linee di assemblaggio, mi son fatto l'idea che la maggior parte dei votanti di Renzi siano dei "vecchi", diciamo dall'età di Renzi in su, mentre quelli che han votato Bersani sono i "giovani", diciamo dall'età di Renzi in giù.
E niente, mi sembrava un dato interessante da riportare. Per il resto, non ho altro da aggiungere, non sono un granché come commentatore politico, altrimenti avrei già intavolato una bella discussione su twitter, con quel suo grazioso metodo di comunicazione che mi ricorda i walkie talkie.

mercoledì, novembre 28, 2012

Mettiamo che

Mettiamo che ci sia un industriale, uno che coi suoi dipendenti è discretamente mastino, che ha voglia di finanziare un candidato alle primarie qualsiasi. Lo incontra e gli dice: voglio darti tot euro, che ne dici?

Mettiamo che al candidato alle primarie quei soldi non facciano per niente schifo (ci mancherebbe, è per una buona causa, si tratta di salvare il Paese, ecc.) però bisogna rendicontarli, prima o poi qualcuno le benedette ricevute on line le leggerà e gli chiederà: come mai hai preso così tanti soldi da quell'industriale lì?

Allora io dico, eh, in linea teorica, si potrebbe fare così: il candidato dice all'industriale, Grazie, ma non posso accettare. Però sai cosa potresti fare? Infilare tutti quei soldi, che sono parecchi, nelle buste dei tuoi dipendenti per Natale. Tu ci fai una figura meravigliosa, nessuno potrà più darti del mastino, anzi passerai per industriale illuminato, e a quel punto sai che fai? La sera più importante della mia campagna, la sera che andrò al talk show più visto, ci vieni anche tu e ti siedi vicino a me e sorridi ogni volta che io dico qualcosa. Ovviamente il conduttore ti presenterà come l'industriale illuminato che ha infilato nella busta dei suoi dipendenti una gratifica clamorosa. Tutto regolare, niente da rendicontare, ritorno di immagine garantito per entrambi.

Vabbe', lo so da me, è tutta fantascienza.

venerdì, ottobre 26, 2012

È arrivato il merendero

Renzi fa una pausa, risponde al telefono, afferra una manciata di Pringles, sgranocchia un paio di tarallucci, si toglie la camicia, si infila una slabbrata maglietta grigia del circolo canottieri Firenze, poi risponde via sms a Piero Fassino (che lo aveva chiamato otto volte), ringrazia al telefono Oscar Farinetti (che domenica gli ha organizzato a Torino un maxi evento al PalaOlimpico, 5 mila persone), chiede cortesemente alle ragazze del suo staff di non raccontare a Farinetti quello che mangia di pomeriggio in camper, domanda quanti chilometri mancano ad Asti, passa un foglio di carta ai due sindaci che lo hanno accompagnato lungo il tour in Piemonte e in Liguria (Federico Berruti, sindaco di Savona, e Andrea Ballaré, sindaco di Novara) e infine chiede a entrambi di dargli qualche consiglio su alcuni temi da affrontare nelle due tappe successive. Prima di Asti ci sono ancora circa 50 chilometri da percorrere e il sindaco di Firenze ha ancora qualche minuto per noi. Dicevamo: e adesso che si fa? "Io-dice Renzi mentre si fa passare una confezione di biscotti Tuc dall'operatore che lo segue con la telecamera ogni giorno da quando è cominciato il tour, non sopporto chi mi accusa di voler spaccare il partito. Ciomp.

(Ok, il Ciomp finale l'ho aggiunto io ma non ditemi che non ci stava).

Staff di Renzi, accetta un consiglio qualunque da un bersaniano qualunque: se proprio dovete invitare Cerasa nel camper, il figliolo fatelo desinare prima. Sempre che non sia un'accorta strategia neurosubliminale, tipo che la gente si fida proprio perché sgranocchia merendine compulsivamente, nel qual caso chiedo scusa, sbaglio sempre, anche a quello di prima pensavo che le compulsioni manifeste facessero perdere consensi, e invece.

martedì, settembre 25, 2012

"Matteo rappresenta plasticamente"

Dopodiché ho smesso di leggere - chiedo scusa, lo so che non si fa, ma qualsiasi cosa sia rappresentata plasticamente da Renzi, per me, non passa il collaudo.

(Non c'è nulla di male nel voler rappresentare plasticamente, sia chiaro; ma il più grosso difetto di Renzi come candidato ai miei occhi è proprio la sua bambolottaggine. Si vede che piace così: non ho difficoltà ad accettare che piaccia così, salvo che ho paura che stanchi immediatamente, alla prima difficoltà, si sa come sono i bambini, dopo un po' al bambolotto in caucciù gli staccano la testa e l'infilano sotto il cuscino della poltrona).

mercoledì, settembre 19, 2012

Sondaggio

Il Cragno dice che il nuovo trendissimo layout è caghevole. Altri anni lo avrei ignorato, ma ormai praticamente il blog è suo, perciò lo ignoro e apro un sondaggio informale: fa veramente così schifo?

domenica, agosto 26, 2012

La vera puttana è la letteratura

Sotto una diga del Po trovano una nigeriana morta da tre settimane. Da qualche parte salta fuori il suo cellulare. Vanno a trovare l'ultimo tizio che l'ha chiamata, non è che ci voglia il tenente Colombo. In casa sua trovano un romanzo inedito dove il protagonista non riesce a redimere una prostituta nigeriana e allora l'ammazza.
(Magari però adesso un editore lo trova).

mercoledì, agosto 22, 2012

Una cosa del tipo due punto otto

Una sera in mezzo alla settimana scorsa eravamo, io e la mia moglie ufficiosa, nella nostra camera d'hotel a Mosca, erano circa le undici, poco meno, eravamo a metà del nostro viaggio di nozze ufficioso, avevamo camminato tutto il giorno e avevamo pensato bene di tornare in camera a riposarci, ché il giorno dopo sarebbe stato altrettanto magnificamente faticoso e c'era da alzarsi presto per andare a far la coda davanti al mausoleo del compagno Vladimir Il'ič. Eravamo quasi lì apposta.

Stesi sul letto, abbiamo acceso la televisione, siamo andati sui canali internazionali e abbiamo cercato Rai2. Stava finendo il tg della sera (il fuso orario di Mosca, d'estate, è due ore avanti; d'inverno tre, ché i russi sono abbastanza furbi da non aver adottato l'ora legale) e c'era un simpatico servizio su San Felice, stava finendo, e un paio di sanfeliciani intervistati eran lì che dicevano cose del tipo «eh, sì, dobbiamo abituarci» e «forse non è ancora finita» e «cosa dobbiamo fare? andar via?» eccetera. Visto che anche noi veniamo da quelle zone, che anche noi abbiamo visto le pareti sgretolarsi e abbiam sentito la terra muoversi e anche noi abbiamo parenti senza casa e così via, abbiamo drizzato le orecchie, come si dice, e corrugato appena la fronte. Ci siam chiesti subito se per caso non fosse successo qualcosa, ma poi ci siamo tranquillizzati col servizio seguente sull'esodo estivo, pensando una cosa del tipo «valà, sarà il solito reportage su come se la passano i terremotati d'estate, se fa caldo nelle tende o se vanno in vacanza lo stesso». Stavamo quasi per spegnere, quando la strisciolina rossa in fondo al Tg2 ha recitato una cosa del tipo «nuova scossa in Emilia: nessun danno». Panico.

Dopo qualche secondo di silenzio, ci siamo guardati, ché nonostante sembriamo tranquilli e col cuore in pace, nella realtà non siamo né tranquilli né col cuore in pace, e meccanicamente ho preso il cellulare e ho provato a chiamare i miei, a Novi di Modena, che adesso hanno i nonni in casa perché i miei nonni di case non ne hanno più. Solo che non c'era campo. Allora, un po' in fretta, siamo scesi nella hall, dove c'era il wi-fi, e abbiam cercato delle notizie su Google, ma non abbiamo trovato niente. Abbiamo messo il ditino sull'app dei nostri amici dell'INGV e la scossa emiliana più forte registrata era del due punto otto, che sono delle scosse, quelle da due punto otto, che se stai camminando o stai facendo da mangiare o ti stai scaravoltando nel letto con la tua metà o, insomma, se non sei coricato sul divano a non far niente e a guardare il soffitto, non le senti neanche. Per sicurezza ho mandato un sms a mia madre, che mi ha risposto dopo un'ora abbondantemente lunga, una cosa del tipo «sì, c'è stata una scossa del due punto otto, ma noi non l'abbiamo neanche sentita». Sospiro e decompressione.

Adesso, rivolgendomi al direttore del Tg2, che non conosco di persona e che posso anche stimare, per il lavoro che fa tutti i giorni, almeno in linea di principio, vorrei dire, pacatamente, semplicemente, con tutta la tranquillità e con tutta la pace nel cuore del mondo, che un servizio su una scossa del due punto otto su un telegiornale del genere, su quel canale pubblico lì, a quell'ora lì, non mi sembra una gran mossa giornalistica e nemmeno un siparietto di costume. Più che altro, penso davvero che sia una cosa del tipo FOTTUTO ALLARMISMO DEL CAZZO.

Ecco. Grazie. E scusatemi.

mercoledì, luglio 18, 2012

La contabilità è a posto, eccellenza.


Io non credo che il Presidente della Sicilia Lombardo abbia mai detto quello che alcuni quotidiani hanno scritto stamattina, cioè "conti a posto" (il Corriere per esempio ha cambiato il titolo, ci dev'essere ancora qualcosa nella cache). È che citare il Gattopardo certe volte sembra ineluttabile; è un sottotesto che ci fa sentire tremendamente intelligenti, e rassegnati: e poi lo leggi una volta e non devi più preoccuparti di che succede laggiù, è tutto scritto lì.

domenica, giugno 17, 2012

(comunicazione) Con le Mondine per Novi


Lo sto scrivendo un po' dappertutto, lo scrivo anche su piste: il coro delle Mondine di Novi di Modena ha lanciato una campagna di raccolta fondi per la ricostruzione delle scuole del comprensorio Novi-Rovereto-Sant'Antonio distrutte dal terremoto. Tra queste scuole c'è anche la loro scuola di musica. Tutte le info le trovate sul bannerino lì in alto o sulla pagina facebook delle Mondine.

Poi, il 24 giugno, alle 21:00 alle 19:30 (con pausa per la partita sul maxischermo), al Parco della Resistenza di Novi di Modena, ci sarà un concerto del coro insieme a un po' di amici, come la Banda Comunale di Novi di Modena, i Flexus, Cisco e i barabbisti (io ci sarò e, se viene, ci sarà anche Leonardo).

Ecco. Fine della comunicazione.

venerdì, giugno 15, 2012

L'energia del sole che vi spacca il culo

Ho come la sensazione che là fuori ci sia ancora qualcuno che considera l'energia fotovoltaica come un marginale gingillo da romantici ambientalisti o addirittura come una futuribile buona idea. Non è una colpa, è semplicemente che le cose, da quelle parti, si sono evolute più rapidamente di quanto tutti ci aspettassimo.

Allora vorrei segnalare a questo immaginario signore che il fotovoltaico:

1) Sta facendo accadere cose strane, tipo che il prezzo di mercato dell'energia elettrica nel sud Italia ha toccato quota 0,00 euro lo scorso 2-3 maggio, per alcune ore

2) Gli manderà in pensione la tariffa elettrica bioraria, così come la conosciamo ora, a partire dal 1° gennaio 2013

3) Sta conducendo le comuni centrali termoelettriche a gas sull'orlo del fallimento. O comunque in grave crisi

Giusto così, per il piacere di saperlo

martedì, maggio 29, 2012

Che è un po' il motivo per cui Roma esiste

E perché ve la meritate.

(Ma io ci credo che li farebbero. Placcati soltanto, però. Tempestati con stelle delle alpi in smeraldi. No, zirconi. Gli smeraldi in cassetta a Lugano).

sabato, aprile 14, 2012

Chi l'ha visto? Quando il sindaco di Modena scappò in URSS a festeggiare la rivoluzione

Una sfida alla Questura e al Ministero degli Interni che non gli avevano concesso il visto? Affari riservati PCI - PCUS? Chissà. Fatto sta che ai primi di novembre del 1953 il sindaco di Modena Alfeo Corassori espatriò clandestinamente in URSS per alcune settimane, con tanto di piccolo giallo e ritiro del passaporto al ritorno in Italia.


Il Sindaco di Modena scomparso da 20 giorni

Modena, 18 novembre. Da 20 giorni il sindaco comunista di Modena, Alfeo Corassori, è scomparso. In tutte le varie cerimonie svoltesi in città nel settore consiliare, il primo cittadino di Modena non si è - fatto vedere ed è stato rappresentato alternativamente dai due vice-sindaci Zurlini e sen. Zanuccoli. La scomparsa del sindaco è diventata motivo di discussioni e commenti. La sua improvvisa assenza venne notata il 4 novembre, in occasione della celebrazione della giornata delle Forze Armate. In grandi manifesti era stato annunciato che il sindaco avrebbe tenuto un pubblico discorso. Alla cerimonia lo rappresentò invece il sen. Zanuccoli. Da allora il sindaco è scomparso. Negli ultimi giorni di ottobre il sindaco era stato visto, per l'ultima volta, alla stazione, con due pesanti valigie, in attesa del treno. Le autorità provinciali, Interpellate da enti, associazioni, privati, cittadini e dai quotidiani locali, non hanno saputo dire nulla. Il Prefetto di Modena ha detto che da venti giorni non vede il sindaco, col quale invece in precedenza aveva scambi telefonici quasi giornalieri; altrettanto risponde il Questore, il quale ha dichiarato di non sapere dove si trovi il signor Corassori. Ovviamente la Questura non può fare ricerche perchè la scomparsa del sindaco non è stata denunciata da nessuno della famiglia. La moglie del primo cittadino, interpellata, ha risposto che. il marito è fuori Modena, ma non ha voluto aggiungere altro. In Municipio viene data analoga risposta. In città circola insistente la voce che il sindaco sia stato invitato a Mosca tempo fa, per assistere alle celebrazioni del 36° anniversario della rivoluzione bolscevica. All'ufficio passaporti della Questura il sindaco presentò effettivamente un visto per recarsi nell'Unione Sovietica, ma tale visto gli fu negato.
(La Stampa - 19/11/1953)


Una cartolina da Mosca del sindaco di Modena

Modena, 20 novembre. Il mistero della scomparsa del sindaco comunista di Modena, Alfeo Corassori, che da venti giorni era assente dalla città dopo essere partito per ignota destinazione, è stato svelato ufficialmente da un comunicato dell'ufficio stampa del P.C.I. Si annuncia infatti che il sindaco ha inviato da Mosca, dove è stato invitato alla celebrazione del 36° anniversario della Rivoluzione bolscevica, una cartolina di saluto «ai compagni modenesi ». Come già abbiamo pubblicato, il sindaco aveva chiesto, un mese fa, il visto per l'espatrio nell'Unione Sovietica, ma tale visto sul suo passaporto gli era stato negato. Evidentemente il Corassori si è recato in Austria e di qui è passato in Russia con la complicità di funzionari sovietici della zona di occupazione. La posizione del primo cittadino di Modena dopo il comunicato dell'ufficio stampa si è fatta ora alquanto delicata, in quanto viene ammessa una contravvenzione alle norme sugli espatrii. (La Stampa 21/11/1953)























(La Stampa 26/11/1953)
























(L'Unità 4/12/1953)

martedì, aprile 10, 2012

Il mistero di Rosy

A chi si chiede in questi giorni: ma come ha fatto Rosy Mauro, mediterranea tra i padani, donna tra i celoduristi, come porcogiussano ha fatto ad arrivare fin lì?, vorrei offrire una modestissima chiave interpretativa.

Era un tipo. (Storia fotografica della Lega Nord 1992, via Asphalto). (E il potere logora parecchio, eh).

Poi non se la tirava per niente, che è una cosa che al Nord sappiamo apprezzare.

giovedì, marzo 29, 2012

Emilio Fede, lato A

Secondo una felice intuizione del linguista Genette il comico sarebbe il tragico visto di spalle.
Emilio Fede si sono sforzati tutti di guardarlo solo di spalle per oltre 20 anni, visto di fronte è la misura della decenza mancante da questo paese. E della bufala della meritocrazia.

La documentazione più sfavorevole alla Rai è stata fornita dallo stesso Ente che ha consegnato al giudice un «dossier» di Arcangelo Scursatone, che ha là maggiore anzianità come redattore capo della Rai (22 anni). « Scursatone — dice Capello — è quello che ha fondato la Rai, organizzando per gli "Alleati" i servizi radiofonici sin dal 25 aprile 1945. Per aver denunciato alcune illegalità del sistema è stato messo in un "ufficio d'isolamento" nonostante sia uno dei più colti (tra l'altro parla otto lingue). Dalle testimonianze di Scursatone e altri emergono storie emblematiche: il giornalista Emilio Fede che si fa dare dagli orafi di Valenza alcuni preziosi e «tende a non restituirli» o fa filmare a St-Vincent una ballerina che danza nuda e si impossessa della pellicola. Di lui Ettore Bernabei, consuocero di Fanfani ed ex direttore generale della Rai, ha detto al processo: «...ha sempre cercato di essere dentro alla notizia» sia pur aggiungendo che «con tutta sicurezza nemmeno la direzione centrale amministrativa saprebbe riferire sulle centinaia di milioni che il Fede è costato alla Rai». (Stampa Sera, 26/10/1978)

lunedì, marzo 26, 2012

Borghezio - Iaria: quei pochi gradi di separazione

Quella di Borghezio, almeno per chi abbia a disposizione la rete come unico strumento, è una biografia lacunosa, sbocconcellata, con più vuoti che pieni. Almeno prima del grande salto in Lega Nord (1).

Una delle cose che si dà per assodata, senza che mai ci sia stata esplicita ammissione da parte del diretto interessato, è la militanza nel Movimento Politico Ordine Nuovo. Pare che si ricordi di lui anche Pino Rauti. Solo che Ordine Nuovo venne ufficialmente sciolto nel 1973 dal ministro dell’interno Paolo Emilio Taviani: da quel momento fino all’adesione alla Lega Nord cosa fece Mario Borghezio? L’episodio che lo vide protagonista nel 1976 è noto: fermato alla frontiera di Ventimiglia con una cartolina inneggiante all’omicidio del giudice Occorsio, firmata Ordine Nuovo. Mitomania o militanza clandestina? Forse l’unica vera testimonianza diretta di quegli anni che lo riguardi, a parte quella di Pino Rauti, è quella di Maurizio Murelli sull'Unità che ne ricorda le idee ferocemente antigiudaiche e antiamericane e gli amici Salvatore Francia e Claudio Mutti, sodale di Franco Freda.

Ma cosa poteva eventualmente unire Mario Borghezio e Giovanni Iaria ? Ovviamente non lo sappiamo, forse nulla.

Sappiamo però che tra Ndrangheta e neofascisti era nata una tenera amicizia ai tempi della rivolta di Reggio Calabria. Sodalizio celebrato dall’ospitalità data a Franco Freda durante la latitanza del 1979: sarà poi sempre la Ndrangheta a organizzare la fuga di Freda in Costa Rica, facendolo passare per Liguria e Francia. Guarda caso il 1979 è anche lo stesso anno in cui si compie il destino della Cooperativa Aurora, l’impresa nella quale si incrociano i percorsi di Mario Borghezio e Giovanni Iaria.


Qualche anno prima, nel 1975, si era invece scoperto che i Tir rubati dalla Ndrangheta in Piemonte venivano smontati e venduti a pezzi tramite un’organizzazione gestita da neofascisti.

Se invece vogliamo parlare dell’altro amico di Borghezio, Salvatore Francia, Stampa Sera lo rintraccia il 22 aprile 1977 mentre, insieme a un nutrito gruppo di neofascisti espatriati in Spagna, conduce un traffico di armi il cui intermediario è un certo Ettore Cichellero, boss italo-svizzero del contrabbando che, seppur di origine veneta, tiene solidi legami con la Ndrangheta piemontese (2). Nel secondo articolo su questo traffico d’armi tra Spagna e Italia (Un traffico che gronda sangue - La Stampa, 16/05/1977) scrive tra l’altro il quotidiano torinese “E' noto che il commissario Luigi Calabresi venne ucciso a Milano di ritorno dalla Svizzera dove stava indagando sul traffico di armi per i neofascisti. Sembra avesse strappato ad un informatore in un colloquio delicatissimo, il segreto di un nome che «scottava».”

Sono dunque sicuramente pochi, molti meno di sei, i gradi di separazione tra Mario Borghezio e Giovanni Iaria. Naturalmente queste sono solo suggestioni, pourparler


(1) Contrariamente a quanto da me scritto in un precedente post pare che effettivamente Borghezio abbia brevemente militato anche nelle fila della Democrazia Cristiana

(2) Tra i tanti articoli sui rapporti tra Ndrangheta e Cichellero : “In apertura di udienza c'è stata In deposizione del dottor Gualtiero Medici, delegato della polizia cantonale svìzzera di Chiasso (…) Il delegato Medici nella sua deposizione parla ampiamente di Ettore Cichellero. un italiano (è vicentino) di 62 anni, che risiede a Sorego (Lugano) e che è «contrabbandiere di grande stile», legato alla «'ndrangheta»” (Gli amici di Cristina narrano quando vennero rapiti con lei - La Stampa, 13/01/1977)

mercoledì, marzo 21, 2012

E se adesso riaprissimo il caso Borghezio ?

Cari giornalisti della Stampa, del Giornale.it, di LiberoQuotidiano.it, dell'ANSA o di qualsiasi altra testata online o cartacea, cari ritardatari o recidivi che potreste passare di qua in queste ore: approfitto del quarto d'ora di celebrità regalatomi dal micro-scoop su Elsa Fornero per segnalarvi una cosetta.

Ormai oltre un anno fa questo piccolo blog, facendo sempre uso del santissimo Archivio storico della Stampa, fece alcune piccole scoperte sull'onorevole Mario Borghezio.

Questa mini inchiesta si concluse con alcune domande senza risposta, provo a riassumerle

1. Scrisse La Stampa il 22/07/1976 che, nel corso di una perquisizione in casa di Mario Borghezio, vennero trovati documenti falsi (e una divisa da nazista). Alcuni giorni dopo l'avvocato di Borghezio scrisse a sua volta al quotidiano per smentire questo ritrovamento. Qualcuno ha voglia di andare a verificare chi avesse ragione ?

2. Alcuni anni dopo questi fatti Mario Borghezio divenne avvocato di una cooperativa di costruzioni di Cuorgnè (To), legata a doppio filo alla locale sezione del PSI, che fu coinvolta in una truffa. Considerato che per rivestire un ruolo di quel tipo di solito occorre almeno un rapporto fiduciario con qualcuno, qualcuno ha voglia di andargli a chiedere cosa ci facesse lui, estremista di destra, in una combriccola simile ?

3. Terza e più importante questione: nella truffa di cui sopra un ruolo di primo piano lo ebbe un imprenditore in odore di ndrangheta, tal Giovanni Iaria, che a Cuorgnè fu protagonista di uno dei primi e più famosi casi di condizionamento mafia-politica al nord. Scrisse La Stampa il 22/02/1979 che Giovanni Iaria fu introdotto nella cooperativa da Borghezio. Borghezio invece ha sempre negato di "avere avuto rapporti diretti con lui". Possibile che nessuno abbia voglia di scavare un po' in questa storia ?

Non credo che qualcuno raccoglierà questa segnalazione, ci provo comunque

Elsa Fornero quando era brava

Tanti anni fa Elsa Fornero non pensava a tagliarci pensioni e diritti, si limitava a studiare. Con ottimi risultati a giudicare da questo articolo del giugno 1965, comparso nella cronaca torinese del quotidiano La Stampa, che costituisce di fatto il suo debutto sui media


Tra le prime votazioni conosciute, spicca quella di Elsa Fornero, 17 anni, allieva di IIIB all'istituto tecnico Luigi Einaudi. I voti sono belli (otto 9, in italiano, storia, geografia, merceologia, ragioneria, computisteria, diritto, economia e tre 8 In francese, inglese, matematica); colpiscono soprattutto le circostanze in cui la studentessa li ha riportati. La ragazza proviene dalle scuole tecniche ed ha il diploma di computista col quale terminano gli studi tecnici inferiori. Nel settembre scorso, dopo una preparazione portata a termine in poche settimane, sostenne con profitto l'esame di integrazione e ha dimostrato col fatti di non risentire le difficoltà del passaggio ad un corso più impegnativo. Tuttavia non è la classica figura della “sgobbona” , si limita a studiare tre ore al giorno e mai di sera; questo non per una sua scelta che potrebbe sembrare strana In una ragazza spigliata, ma perché è costretta a coricarsi molto presto in vista di una sveglia che suona sempre all'alba. Elsa Fornero abita a San Carlo Canavese, oltre Ciriè, e giunge a Torino col pullman che parte alle ore 6,30. Mentre alle sue compagne più fortunate è consentito alzarsi anche soltanto una mezz'oretta prima delle lezioni, la “prima della classe” affronta tutti i giorni un noioso trasferimento: un'ora per giungere in corso Giulio Cesare, un nitro spostamento por prendere il tram n. 10 e finalmente l'arrivo a scuola. La Fornero ha un sorriso molto dolce e occhi verdi scuri che riflettono la sua modestia: “Non credo di meritare tutte queste attenzioni — diceva — e il mazzo di fiori del prof. Allemano, degli altri insegnanti, di compagni e compagne è stato proprio una sorpresa”.
(La Stampa, 10/06/1965)