lunedì, marzo 26, 2012

Borghezio - Iaria: quei pochi gradi di separazione

Quella di Borghezio, almeno per chi abbia a disposizione la rete come unico strumento, è una biografia lacunosa, sbocconcellata, con più vuoti che pieni. Almeno prima del grande salto in Lega Nord (1).

Una delle cose che si dà per assodata, senza che mai ci sia stata esplicita ammissione da parte del diretto interessato, è la militanza nel Movimento Politico Ordine Nuovo. Pare che si ricordi di lui anche Pino Rauti. Solo che Ordine Nuovo venne ufficialmente sciolto nel 1973 dal ministro dell’interno Paolo Emilio Taviani: da quel momento fino all’adesione alla Lega Nord cosa fece Mario Borghezio? L’episodio che lo vide protagonista nel 1976 è noto: fermato alla frontiera di Ventimiglia con una cartolina inneggiante all’omicidio del giudice Occorsio, firmata Ordine Nuovo. Mitomania o militanza clandestina? Forse l’unica vera testimonianza diretta di quegli anni che lo riguardi, a parte quella di Pino Rauti, è quella di Maurizio Murelli sull'Unità che ne ricorda le idee ferocemente antigiudaiche e antiamericane e gli amici Salvatore Francia e Claudio Mutti, sodale di Franco Freda.

Ma cosa poteva eventualmente unire Mario Borghezio e Giovanni Iaria ? Ovviamente non lo sappiamo, forse nulla.

Sappiamo però che tra Ndrangheta e neofascisti era nata una tenera amicizia ai tempi della rivolta di Reggio Calabria. Sodalizio celebrato dall’ospitalità data a Franco Freda durante la latitanza del 1979: sarà poi sempre la Ndrangheta a organizzare la fuga di Freda in Costa Rica, facendolo passare per Liguria e Francia. Guarda caso il 1979 è anche lo stesso anno in cui si compie il destino della Cooperativa Aurora, l’impresa nella quale si incrociano i percorsi di Mario Borghezio e Giovanni Iaria.


Qualche anno prima, nel 1975, si era invece scoperto che i Tir rubati dalla Ndrangheta in Piemonte venivano smontati e venduti a pezzi tramite un’organizzazione gestita da neofascisti.

Se invece vogliamo parlare dell’altro amico di Borghezio, Salvatore Francia, Stampa Sera lo rintraccia il 22 aprile 1977 mentre, insieme a un nutrito gruppo di neofascisti espatriati in Spagna, conduce un traffico di armi il cui intermediario è un certo Ettore Cichellero, boss italo-svizzero del contrabbando che, seppur di origine veneta, tiene solidi legami con la Ndrangheta piemontese (2). Nel secondo articolo su questo traffico d’armi tra Spagna e Italia (Un traffico che gronda sangue - La Stampa, 16/05/1977) scrive tra l’altro il quotidiano torinese “E' noto che il commissario Luigi Calabresi venne ucciso a Milano di ritorno dalla Svizzera dove stava indagando sul traffico di armi per i neofascisti. Sembra avesse strappato ad un informatore in un colloquio delicatissimo, il segreto di un nome che «scottava».”

Sono dunque sicuramente pochi, molti meno di sei, i gradi di separazione tra Mario Borghezio e Giovanni Iaria. Naturalmente queste sono solo suggestioni, pourparler


(1) Contrariamente a quanto da me scritto in un precedente post pare che effettivamente Borghezio abbia brevemente militato anche nelle fila della Democrazia Cristiana

(2) Tra i tanti articoli sui rapporti tra Ndrangheta e Cichellero : “In apertura di udienza c'è stata In deposizione del dottor Gualtiero Medici, delegato della polizia cantonale svìzzera di Chiasso (…) Il delegato Medici nella sua deposizione parla ampiamente di Ettore Cichellero. un italiano (è vicentino) di 62 anni, che risiede a Sorego (Lugano) e che è «contrabbandiere di grande stile», legato alla «'ndrangheta»” (Gli amici di Cristina narrano quando vennero rapiti con lei - La Stampa, 13/01/1977)

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