LA CATASTROFE DI PARIGI. Il
progetto di far saltare in aria Parigi, ed incendiarne gli edifizi piuttosto
che cedere, pare forse adottato e fisso già da lungo tempo nell'animo della
maggior parte de' membri della Comune. E ciò risulta specialmente dalle
confessioni stesse de' prigionieri interrogati a Satory, come pure da certi
dettagli retrospettivi. Basterebbe, per esempio, ricordarsi a tale proposito di
un odioso articolo del cittadino Vallés, il quale annunziando la ferma
risoluzione di difendere Parigi con tutti i mezzi, così terminava: «Ed il sig.
Thiers che è chimico ci comprenderà. » Nei primi giorni d'aprile il comandante
d'artiglieria che, a dispetto de'reclami e dello sgomento degli abitanti di
quel quartiere, faceva stabilire una batteria al Trocadero, con la sciocca
pretesa di colpire da quel lato il Mont-Valérien, diceva ad alta voce: I quartieri
de'reazionari salteranno tutti in aria. Noi non ne risparmieremo un solo. » Infine
la formidabile organizzazione del corpo dei pétroleurs, cui presiedette
il cittadino Gaillard padre, il famoso professore di barricate, e quello
sfoggio di un'abilità cinica e selvaggia, che seppe valersi delle donne e
de'fanciulli per appiccare il fuoco allo case e distruggere ogni cosa, che fece
manovrare le pompe piene di petrolio onde la miseranda strage riuscisse più
completa; tutto ciò prova che da lunga pezza era colà ordita una macchinazione
infernale. Le truppe dell'ordine però, secondo il vanto un po' troppo
intempestivo che ne mena il sig. Thiers, non mancarono di reagire vigorosamente
contro quei furenti organizzatori di generale esterminio.
Il numero dei prigionieri
condotti a Versailles ed a Satory oltrepassa diggià i 20,000, e prima che abbia
termine l'ultima disperata lotta, sarà duplicato. Fra gli ultimi prigionieri la
France del 27 annunzia trovarsi pure il cittadino Miot, il farmacista,
accompagnato da un giovinetto, che dicesi sia suo figlio. Un altro comunalista
dei più esaltati, Achille Millière, fu ucciso mentre difendeva la barricata
della Bastiglia. Il Salut public annunzia che circa 200 ostaggi della
Comune furono liberati dalle truppe, e fra questi troverebbesi il sig. Claude,
antico capo della sicurezza pubblica. Ma un ultimo telegramma da Versailles ci
dà pur troppo il triste annunzio che l'arcivescovo di Parigi con altri 63
ostaggi furono assassinati. L'Institut e la biblioteca Mazarine sono
stati salvati dalla rapidità delle mosse dei versagliesi; tutto però era
preparato per il loro incendio; cosi pure si salvò l'Ecole des Beaux-Arts e
le collezioni di Sévres. Alla Banca nonostante la difesa degli impiegati
armati, era imminente il saccheggio, quando arrivarono a salvarla i soldati che
avevano potuto traversare la piazza Vendòme. Il Gran Libro del debito è
pure stato salvato mercè il coraggio di due impiegati, che alla testa di alcuni
bravi soldati penetrarono in mezzo alle fiamme che ardevano il palazzo delle
finanze; il Gran Libro non è unico, ma è invece un'opera che contiene circa tre
mila volumi, che contengono circa 1,000 partite di rendita ciascuno. Un
testimonio oculare cosi descrive l'orribile catastrofe : « Da questa mattina ,
mercoledì , io assisto ad uno dei più tremendi spettacoli che fornir possa la
storia del mondo. Voi già sapete che gl'insorti diedero il fuoco a varii
edifizi di Parigi, e fra gli altri alle Tuileries. Dopo d'allora io mi fermai
ancora qualche tempo in questa splendida città che l'incendio e le bombe si
sforzano a ridurre in un mucchio di rovine. Non si è più veduto spettacolo
consimile dopo Mosca. Da ogni parte i cannoni tuonano, le mitragliatrici
stridono, i proiettili scoppiano, il fuoco delle carabine è incessante. Un
orrore. E pertanto non si sarebbe potuto
desiderare un più bel sorriso di cielo, un più vivo raggio di sole. » La
conflagrazione si dilata senza posa sopra vari punti, dalle due parti del
fiume, spesse colonne di fiamme e di fumo s'innalzano ad una prodigiosa altezza
facendo vele alla limpida luce del sole. « Scrivo queste note dal Trocadero. Di
fronte a me scorgo gl'Invalidi col loro duomo che luccica d'un insolito
bagliore. Il vasto piano della Scuola militare è quasi tutto coperto d'uomini armati,
cavalli e cannoni. " Le bombe lanciate dalle posizioni del generale
Cissey, Montrouge, vanno a cadere presso la cupola del Pantheon. Questo
monumento come pure il bell'edilìzio vicino Val-de-Gràce pare debbano essere
distrutti da un istante all'altro. »
DISPACCI ELETTRICI PRIVATI (Agenzia Stefani) Versailles, 27 maggio.
Assemblea. — Pontalis propone un progetto regolante il commercio del petrolio,
qualificando quest'articolo come polvere da guerra. Picard dice che Cissey
occupò tutta la riva sinistra. I generali Douai e Vinoy, dopo aver preso la
piazza della Bastiglia, impadronironsi del sobborgo di Sant'Antonio fino alla
Barriera del Trono. I generali Clinchant e Ladmirault dopo presi i magazzini
riuniti sulla piazza Chateau d'Eau, stabilironsi presso il bacino della Villette
al piede delle alture di Chaumont, 6000 nomini occuperanno domani questa
posizione, ultimo rifugio dell'insurrezione. Picard soggiunge che non ricevette
ulteriori notizie sugli incendi e che nulla sa di positivo circa gli ostaggi.
Changarnier annunzia che darà
martedì spiegazioni sulla capitolazione di Metz.
Versailles, 28 maggio.
Ladmirault si è impossessato delle alture di Chaumont e di Menilmontant. Vinoy
prese il cimitero Pére Lachaise. Gl'insorti sono rinchiusi in un piccolo
spazio. Numerosi prigionieri vennero fatti e se ne faranno ancora molti. Temesi
che l'arcivescovo e gli altri ostaggi siano stati assassinati.
Versailles, 28 maggio. Gl'insorti fucilarono ieri 64
ostaggi compresovi l'arcivescovo.
Versailles, 28 maggio. Una
circolare di Thiers, in data d'oggi, dice: Le nostre truppe stabilitesi ieri
intorno alle alture di Chaumont e Belleville superarono stanotte tutti gli
ostacoli. Il corpo di Ladmirault oltrepassò il bacino della Villette e giunse
sul far del giorno sulle alture di Chaumont e Belleville. Simultaneamente il
corpo di Douai partendo dal boulevard Richard Le-Noir giungeva pure alle
posizioni di Belleville. Vinoy oltrepassando il cimitero Pére Lachaise
impadronivasi della maìrie del 20° circondario e della Roqnette ove salvammo
169 ostaggi. Gl'insorti però ne fucilarono 64 fra cui l'arcivescovo, il curato
Deguerry ed il presidente Bonjean. Ora gl'insorti sono respinti all'estremità
della cinta fra l'armata francese ed i Prussiani che ricusano loro il passaggio.
Gl'insorti stanno per espiare i loro delitti; non possono che morire o
arrendersi. La circolare conferma la morte di Delescluze e Millière, e termina
dicendo: L'insurrezione è rinchiusa nello spazio di alcune centinaia di metri
ed è definitivamente vinta. La pace sta per rinascere, ma essa non potrà
scacciare dai cuori onesti e patriotici il profondo dolore di cui sono
penetrati.
Versailles, 28 maggio (ore 8 pom.). L'insurrezione è
completamente repressa in Parigi. Non esistevi più alcuna banda d'insorti.
Molti prigionieri.
Gazzetta Piemontese 29/05/1871