Tutta la solidarietà all'autore della falsa intercettazione (dichiaratamente falsa), che rischia una denuncia perché quel cialtrone di Dagospia l'ha presa per vera.
Io scrivo dialoghi falsi di persone celebri da otto anni. Un guaio del genere non mi è mai capitato, e nemmeno lo invidio. Però onestamente mi chiedo: come mai queste cose a me (che sono indicizzato meglio di altri) non capitano?
Una risposta che mi do è che il mio Berlusconi è sempre un po' più finto degli altri. L'anonimo autore dell'intercettazione incriminata pestava parecchio sul pedale del realismo, sporcava molto i dialoghi... a me interessa più quadrare la scenetta, arrivare alla conclusione con una battuta, insomma, è come se si vedessero i fondali di cartone.
Inoltre - se ci penso - il mio Berl. è sempre un po' più umano di quanto non penseresti. C'è sempre (almeno quasi sempre) un momento in cui mi immedesimo in lui. Quest'umanità, paradossalmente, risulta ben poco realistica, quando stai mettendo in scena una compagnia di stronzi.
E poi mi legge la mamma, per cui istintivamente un pezzo sui pompini lo eviterei. Anche se i pompini mi piacciono molto, almeno come concetto.
La differenza è proprio quella, far intravedere o meno la finzione. Tu fai satira, lui mirava a far passare la cosa per vera. Il post-scriptum "E' tutto falso, scherzavo!" lo ha aggiunto solo a polverone sollevato. Ma bisogna pensarci prima, alle conseguenze di quel che si scrive.
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