Forse se l'avessi mai preso per il culo quando era sulla ribalta... ma non l'ho fatto, e questo mi toglie ogni residuo diritto a infierire ora. Vien quasi voglia di riscoprirlo.
Io non so se Cambi abbia veramente fatto i prestigiosi corsi di marketing internazionale che gli trovate nelle schede biografiche (fosse il primo che se li inventa di sana pianta); però indubbiamente arriva tra i primissimi in Italia a capire una semplice cosa: la gente vuole indossare le magliette, non solo in palestra. La gente vuole uscire e andare a bere una cosa in maglietta. Non dev'essere una maglietta sportiva, non deve identificare un gusto politico e musicale, dev'essere leggera, simpatica e unisex, perfino. La margheritona è perfetta. Può avervi nauseato, ma ammettete che il logo funzionava.
L'altra idea geniale è speculare sui calciatori, in una fase in cui fanno talmente soldi che se ne fregano. Ehi, Bobo, perché non ti metti la mia maglietta, così quando fai gol la mostri a ventimila spettatori? Bobo ci metterà qualche anno a capire che le magliette a questo punto poteva
Cambi poi riesce anche a capire che la margheritona sta per stancare, e cambia. A quel punto però affonda anche lui in un mare colorato di maglie unisex e poco impegnative, tra cuori e perline, stritolato da Baci e Abbracci. Mi basta scendere in piazza e dare un'occhiata alle schifezze luccicanti che si mette la gente, tra i 10 e i 35, per rimpiangere persino la margheritona su bianco: quasi un messaggio di sobrietà.
A quel punto comunque "Guru" è un bisillabo che conoscono anche le nonne: e non solo in Italia, Cambi ha solo due sillabe da appioppare su magliette normalissime, eppure quelle due sillabe riesce a venderle anche all'estero. Se avete letto Naomi Klein - o anche se avete fatto finta - sapete che al giorno d'oggi chi riesce a possedere due sillabe così è padrone del mondo. Invece Cambi si mangia cento e più milioni - come ha fatto? Ecco, questa è la storia che vorrei leggere.
Perché in fondo è così: gli americani hanno gli attori belli e dannati, di solito tre film e una bruttissima fine; gli inglesi hanno le rockstar; e noi abbiamo gli stilisti. Cambi è il vero maudit italiano, o carpigiano almeno. Ci faranno un film. Gli auguro che lo facciano tardi.
no, ma che film, in Italia non si girano film tratti dalla biografia di chicchessia: si girano sceneggiati tv in due puntate, il cui il protagonista è interpretato da un illustre sconosciuto noto ai più per la sua epocale interpretazione come tronista.
RispondiElimina(se invece il protagonista è un medico, sacerdote, misconosciuto personaggio della seconda guerra mondiale si chiama Massimo Dapporto o Giulio Scarpati)
io pensavo che fosse di Parma. Adesso mi tornano alcune cose.
RispondiElimina(e anche io vorrei sapere come ha fatto a sperperare tutto - ma forse, dai, basta leggere novella 3000)
la storia sul "come ha fatto" era su tutti i giornali: tipo andare in aereo da Parma a Milano
RispondiEliminaParma, Carpi, una faccia una razza.
RispondiEliminaDiciamo che siamo all'incrocio tra i difetti emiliani e le arroganze lombarde.
Neanche io mi sento tanto di infierire su questo personaggio. In fondo è un ragazzo di 31 anni, a quanto pare poco colto ma che di certo ha avuto l'intuito giusto (e forse la giusta faccia tosta) per crearsi un impero partendo realmente da zero. Quando ancora non era nessuno, buttava le magliette col fiore nelle discoteche di Milano facendo credere che fossero "Limited Edition". Aveva capito che per entrare nel giro bastava poco, bastava sfruttare qualche pollo. Purtroppo poi quando ti ritrovi da un momento all'altro ad avere il denaro sufficiente a comprarti un opera di Arturo Di Modica come fosse un pacco di patatine, inevitabilmente perdi l'orientamento. Non si giustifica il reato, ma c'è di peggio.
RispondiEliminaNel mio blog, per esempio, ho dato rilievo alle parole del suo compagno d'affari Corona, secondo il quale Cambi sarebbe "l'ennesima vittima di un giudicie invidioso di chi fa la bella vita."
Ti può mai sembrare assurda una dichiarazione del genere da parte di un sig. Nessuno, quando è la stessa tititera che ascoltiamo ormai da anni niente meno che dal nostro Presidente del Consiglio?
Filu te ientu