mercoledì, febbraio 01, 2006

la guerra di al Fatah e quella di Hamas (e quel poco che ne so io)

Insomma, io sto cercando di spiegare che Hamas non è uguale ad Al Fatah; che Al Fatah era un'organizzazione molto corrotta, ma laica; mentre Hamas è dura e pura, ma integralista.

Cerco di spiegare che è vero, fino al '93 Al Fatah e l'OLP non riconobbero Israele (e viceversa), ma questo non significa che Arafat & co. volessero ricondurre gli israeliani al bagnasciuga. Il programma di Al Fatah prevedeva la creazione di uno stato interetnico e multireligioso, dove arabi ed ebrei avrebbero vissuto con pari diritti (ma sul passaporto non ci sarebbe stato probabilmente il nome "Israele", e nessun simbolo religioso o etnico); una beata utopia in cui oggi non crederebbe più nessuno.

Che poi nel mezzo della lotta armata i fedayn urlassero: "amici ebrei venite con noi nel nostro futuro Stato multietnico", non credo proprio: probabilmente urlavano orribile porcate, e non credo che gli israeliani fossero da meno. Ecco, giusto per evitare ricostruzioni troppo politicorrect.

Io cerco di spiegare tutto questo, perché secondo me è importante: e invece salta fuori che grazie a me a sinistra continua ad albergare l'utopia di Al Fatah. E insomma no, Enzo, no: stavo spiegando la posizione di Al Fatah prima del '93, non la mia. Io non sono di Al Fatah, io sono occidentale, ecchecavolo; ho il lusso di poter avere posizioni più pacate, realistiche, oggettive. E comunque preferivo Al Fatah a Hamas, perché preferisco una guerra di liberazione a una guerra religiosa (preferirei la pace a entrambe, veram). Semplificando al massimo: Al Fatah combatterebbe gli israeliani in quanto occupanti; Hamas in quanto ebrei.

Ma nel frattempo Lia pubblica un'intervista lunghissima a un esponente di Hamas che per prima cosa mi sbugiarda: anche quella di Hamas è essenzialmente una guerra contro l'occupazione.

Per quanto riguarda il rifiuto dell'esistenza d'Israele e il rifiuto della permanenza degli ebrei in Palestina, permetteteci di distinguere tra gli ebrei in quanto tali, cioè in quanto seguaci di una religione, che noi rispettiamo e con cui abbiamo condiviso una storia onorevole attraverso la storia islamica, e l'attuale occupazione sul nostro territorio. Il problema infatti non è un problema con gli ebrei. Noi porgiamo il benvenuto agli ebrei che vogliono vivere con noi; questo è un atteggiamento permanente che constatiamo lungo tutta la storia dell'Islam, già compresa l'epoca del nostro Profeta, Muhammad. No, il problema è che c'è un'occupazione che grava sul nostro territorio.

E poi descrive l'occupazione con una metafora che mi suona sinistramente familiare:
Permettetemi di darvene un esempio: se un uomo possiede una casa e qualcuno viene a occupare quella casa, e se poi il ladro accetta di al massimo di concedere una piccola parte di quella casa al suo legittimo proprietario, nel corso di quelli che lui stesso chiama " negoziati ", dicendogli : " tutto il resto mi appartiene ", qualcuno potrebbe accettare una simile situazione ? E' accettabile essere cacciati dalla propria casa e poi riconoscere che la casa appartiene a colui che gliel'ha rubata ? E poi andare sul mercato e negoziare con il ladro per tentare di recuperare una piccola stanza e sopportare i suoi tentennamenti ? E quanto più, se il ladro uccide i vostri figli, spezza le vostre culture e distrugge le basi stesse con cui ti guadagni da vivere ?
No. Nessuna religione accetta questo. Nessuna persona dotata di ragione.

(Io mantengo la mia diffidenza nei confronti di Hamas. Ma l'intervista è da leggere).

1 commento:

  1. Fagli causa: ha chiaramente copiato da quel raccontino che momenti ti fa ammazzare dai neocon di mezzo mondo

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