lunedì, febbraio 13, 2006

nogglobbalismo del Terzo millennio Terzomondista

sottotitolo: "ma quanto siamo alternativi?"

Riassunto delle puntate precedenti:
c'e' uno (uno) che disegna Maometto con la bomba in testa e ci sono altri (pochi, pochissimi) che incendiano ambasciate e minacciano di morte a casaccio per causa di quell'uno. Taluni potrebbero anche sprofondare nel terrore... ma, per fortuna, dico io, arrivano loro: i prodi paladini del "nogglobbalismo del Terzo millennio Terzomondista". Piu' che una filosofia, una fede! Martiri dello sfascismo, sacerdoti del sapere iniziatico, rivoluzionari del cavillo, si ergono, in modo davvero chic, a difesa di quei pochi (pochissimi) ed al massacro indiscriminato di tutti l'altri per via di quell'uno. I pochi (pochissimi) reagiscono in virtu' dell'affronto subito (dicono) che come ogni affronto, si lava nel sangue? (suggeriamo). Mah no (insistono), che dite, siam contro la violenza... eh si', diciamo noi, ma quelli, i pochi (pochissimi), menano. Magari soffrono, si sbattono, vengono umiliati, ma menano. Siete come Calderoli (qualunquizzano)... ma va' (ribattiamo)... lo vedi? (chiosano) Se non siete come i Calderoli siete come tutti gli altri... gli Illuministi... e allora che si fottano, vecchi Illuministi decrepiti... che ne sanno loro della fame?

Nuovo episodio:
Non hai mai vissuto almeno cinque anni in un paese islamico? E allora che ti parli? Se non sai, taci. Solo vivendo con loro e ragionando come loro capirai perche' alcuni di loro (pochi, pochissimi) incendiano le ambasciate. Gli altri? Quelli che non incendiano? Quelli che non credono che il fanatismo religioso sia congruente col Corano? Quelli che ricordano che Maometto era assai tollerante (assai)? Beh... che vuoi, si' ci sono pure loro... ma, insomma, mica fa notizia parlare di loro, difendere loro... vuoi mettere? Siamo o non siamo eroi? Viva il Che! Ohibo', non ci farete morire all'ombra di una bisunta bustina di patatine, o di una bibita gassata o, peggi'emmai (neologismo), di un'automobile inquinante. Noi si va al fronte, la' dove infuria la battaglia di lettere infilate a caso una dietro l'altra. Una ad esempio? C R O S S C U L T U R A L C O M M U N I C A T I O N.

Riflessione: non conosco bene l'Islam... pero' gli italiani li conosco bene. E gli snob pure. Parliamo di quelli. Un tempo la chiamavano esterofilia, e compravano Bergkamp. Ora fa chic l'Islam-fanatico-filia. E vabbe'.

Il presente e' scritto di getto come sfogo contro il sovrabbondare di prediche... prediche e prediche. Se non c'e' il papa ci sono i nogglobbal, se non ci sono loro, c'e' Bin, senno' c'e' George o Silvio, senno' i Terzomondisti... e io mi sono rotto dei moralismi, anche di quelli para-illuminati da nogglobbal del terzo millennio. E terzomondisti. Snob.

By the way... pretendo quanto meno di essere difeso contro ogni attacco come e piu' di quelli che bruciano ambasciate: andate a studiarvi il mio retroterra culturale e le mie difficolta' sociali.

14 commenti:

  1. Ognuno alla fine è lo snob di qualcun altro.

    Noto che:

    1. Continui a fare (consapevolmente) confusione tra "capire" e "giustificare". Il che falsa tutta la questione.

    2. Non mi pare che nessuno abbia detto "Viva il Che". Un conto è semplificare, un'altra è ridicolizzare proprio.

    3. Io faccio il possibile (e non è semplice) per comunicare in modo chiaro e convincente le (non molte) cose che so. Se fossi uno snob, un sacerdote del sapere iniziatico, ecc. ecc., scriverei post molto più brevi, apodittici, non mi metterei nemmeno a dialogare con chi la pensa con me, trasformerei i miei avversari dialettici in macchiette, ecc., ecc.. E mi divertirei di più, probabilmente. (E le ragazze mi troverebbero più figo).

    4. Wile, tu potrai anche aver sofferto in questi giorni di una sovrabbondanza di prediche; ma fidati che c'è gente in questi giorni che soffre altrettanto nel vedere sempre più equiparato tutto l'Islam al terrorismo.

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  2. saro' breve e apodittico: preferirei parlassi di questi che soffrono nel vedere sempre più equiparato tutto l'Islam al terrorismo. Preferirei parlassero anche loro.

    E guarda che "capire" e "giustificare" saranno anche diversi, ma sono comunque eclatanti riferiti a certi avvenimenti. IO NON CAPISCO... perche' se capissi darei un minimo di "giusitifcazione". Il che non e'.

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  3. io ne soffro, se non s'era capito. Lia ne soffre. Ne soffrono anche altri (che Lia linca, io no).

    Sei tu stesso a definire il tuo atteggiamento: rifiuto di capire.

    Io non sono d'accordo. Giustificazione e comprensione sono proprio due cose diverse.

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  4. Wile è stufo di moralismi.
    Sapesse quanto sono stufa io.
    "E dì che non sta bene bruciare ambasciate! Avanti, dillo!"
    Come si fa con i bambini: "Se non dici 'per favore' non ti do la caramella."
    "Se non dici che non bisogna bruciare ambasciate non ti ascolto. Mi tappo le orecchie, guarda!"
    Sono finita in un mondo di beghine della democrazia che pretende il rosario del "non sta bene" prima ancora di permetterti di formulare un pensiero.
    Come i ragazzi musulmani che iniziano i temi con "Nel nome di Allah misericordioso."
    Come quelli cristiani che premettono: "Nel nome del Padre, del Figlio etc."
    Noi dobbiamo dire: "Premesso che non giustifico i violenti bla."
    Per fare vedere che conosciamo le buone maniere.
    Per dimostrare che sappiamo stare composti nel banco della democrazia.
    Coi fiocchetti da benpensante a coprire coscienze lorde.

    Ma a te, Wile, te ne fotte davvero qualcosa di "questi che soffrono nel vedere sempre più equiparato tutto l'Islam al terrorismo."?
    Pensaci un attimo.
    Ma davvero?
    Io non ci credo, te lo confesso.
    Perché altrimenti leggeresti, chessò, Al Ahram e ne troveresti a pacchi.
    Non avresti bisogno di chiederli a me. Ne parleresti tu stesso, invece di perdere tempo a farmi la morale.

    Basta aprire un link, sai, per rendersi conto che i discorsi che si fanno là non hanno nulla a che fare con le idiozie che si sentono qua.
    E non c'è bisogno di vivere 5 anni in un paese arabo, per questo.
    Basta uno straccio di curiosità, che mi pare sia la cosa più manca a molti di coloro che parlano di islam da anni, in rete, e non si prendono mai la briga di andare a vedere cosa effettivamente dicono i protagonisti di tanto interesse.

    Lia

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  5. no infatti Lia, e' come sospettavo: io sono un bambino viziato di merda che non capisce perche' sta al caldo della sua vita dorata. Tu invece.

    Sono felicissimo che ti senta superiore, e che le tue prediche siano cosi' ben accette e seguite. Buon per te e per i piccoliSofri che crescono come te.

    Ad un su 5 miliardi e passa sembri snob e intellettualoide sacerdotale. Niente di che.

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  6. I piccoli Sofri che crescono come me...?

    (Boh.)

    Lia

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  7. beh sai, di solito io opero confronti crossideologici, multi-idelogici, cross culturali.

    Dovrebbero piacerti.

    Adriano Sofri e' un altro di questi magnifici snob, convinti di scrivere benissimo con enorme profondita'. Poi... la realta' e' un'altra cosa, ma che problema c'e'?

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  8. Allora, Wile, la domanda è: che vuoi?
    Stiamo discutendo di vignette o stiamo discutendo di me, di come scrivo e di che carattere ho?
    Chiedo, perché le gare a linguacce mi stufano presto e la tua stizza mi è estranea. Non ne conosco il motivo e l'unica cosa che posso dirti, a naso, è che io non sono responsabile dei tuoi limiti, quindi non prendertela con me.

    Sono snob, scrivo male etc?
    Pazienza.
    Devo però comunicarti che, mentre tu monti un caso infinito sul fatto che io abbia citato la comunicazione interculturale, lo Stato italiano chiede ai suoi insegnanti di lingua di studiarsela e li riempie di seminari di aggiornamento, ché la realtà del paese esclude che se ne possa fare senza.
    Non a caso, ho linkato a siti di scuola.
    Quindi, spiacente, ma non la indosso a mo' di eskimo. E' il mio lavoro, semplicemente, ed è l prima volta che mi sento dire che faccio un lavoro snob.

    Lia

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  9. Lia, a me del tuo lavoro, qualunque esso sia, sinceramente...

    ... quanto alla polemica: incidentalmente ed accidentalmente, essendo stata citata da Leo come fonte di verita', io ho commentato (Leo), come spesso faccio. Arrivi tu con il nasino all'insu' a sparar frasi del tipo

    "Ma a te, Wile, te ne fotte davvero qualcosa di "questi che soffrono nel vedere sempre più equiparato tutto l'Islam al terrorismo."?
    Pensaci un attimo.
    Ma davvero?
    Io non ci credo, te lo confesso."

    Ho semplicemente risposto. Si', mi fotte. Per questo mi fanno incazzare quelli che bruciano le ambasciate. Per questo quelli che si fanno saltare in aria a Gerusalemme e prolungano l'agonia palestinese mi hanno sempre fatto incazzare (quasi quanto mi faceva incazzare Sharon, pensa).

    E poi si', mi fa ridere quel fare moralista e neopretesco che usi sulle vignette, mi fa ridere quest'ondata di solidarieta' e comprensione pro-fanatica. Lo ammetto.

    E ancora si', lo ammetto, a me i "professori" che mi fanno la predica e mi indicano come ente e motore primo di tutti i mali del mondo mi attizzano.

    Sono colpevole.

    Che ci vuoi fare.

    Comunque, non sia mai: non pronuncero' mai piu' il suo nome invano (ne' credo d'averlo mai fatto)

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  10. Ma dimmi, Wile: sei per caso radicale? E' che mi sembra di intuirlo dalla limpida onestà intellettuale con cui porti avanti i tuoi argomenti.

    Da quando ho citato la comunicazione interculturale in un mio post sei caduto in preda ad una sindrome compulsiva che ti spinge a scrivere e riscrivere post e commenti in cui il termine "cross-culturalità", ripetuto al'infinito con la modulazione vagamente catatonica che un esorcista userebbe per rivolgersi al demone da scacciare, pare essere la sintesi di tutti i mali e di ogni decadenza, e i "crossculturalisti", ovvero "gli equilibristi che stanno in bilico sul baratro del fanatismo antioccidentale", come da tua definizione, ti appaiono come un vezzoso nemico interno da combattere con l'ansia con cui combatteresti il virus dell'HIV.

    Poi una cerca di tranquillizzarti, ché una simile visione psichedelica della realtà deve essere faticosissima, e ti spiega: "No, Wile, tesoro, la comunicazione interculturale non è il Demonio ma una semplice branca di studi che insegna a interagire in modo efficace con persone di culture diverse!"
    Ti si fa notare che non la si studia nella clandestinità delle cantine dei terroristi ma su precisa indicazione dei Ministeri dell'Istruzione o degli Esteri e tu continui a strepitare: "Me ne frego! L'eskimo! I figli di papà! Il baratro! Sei una snob! Sei una Sofri! Il moralismo! Mi incazzo!"

    Sei irragionevole, diciamocelo.

    Comunque: il fatto che la mia Magnifica Persona perda magnanimamente il suo prezioso tempo a dispensare con sublime generosità tante delle sue pregiatissime parole a un semplice Wile dimostra che sono meno snob di quanto mi dipingi.

    Rilassati, ché la rigidità predispone al bruxismo e all'acquisizione di posture errate.
    Aspetto con ansia i tuoi post sull'Islam maggioritario, pacifico e che non brucia le ambasciate.

    Ti benedico

    Pope Lia

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  11. meglio, molto meglio. Almeno mi hai fatto sorridere. Apprezzo chi ha dell'auto-ironia...

    A proposito... se vuoi ti mando una decina di articoli, presentazioni e "toolkit" sulla cross-culturalita' aziendale. Eh si'... in azienda 'ste cose (e bada che sono bravo) arrivano prima a "noi" che ci sobbarchiamo il "cultural change".

    E ti diro che se si studiasse nelle cantine avrebbe piu' possibilita' di non essere una robetta da fantasociologi in cerca di gloria.

    Non mi dispensi benedizioni Lia, sono allergico. Adieu.

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  12. cross-culturale

    inter-culturale

    milan-culturale

    iper-culturale

    cul-culturale

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  13. In azienda, ehm, semplificano.

    Lia

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  14. si', prima pero' amplificano... ognuno ha i suoi guai

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