Ci sono volte che ti senti pesante, uno che scrive solo cose pesanti, seriose, pallose, sempre a menarla con l’etica, la morale e la mia è più morale della tua e no sei tu che sei un bamboccione viziato e così via. E ti dici ma io non sono così, io non sono questo, cioè almeno non sempre. E vorresti essere leggero come certi blog che ti piacciono tanto o come Andrea Marcenaro che l’altro giorno ti ha fatto tanto ridere con le mutande danesi.
Poi leggi che esce il rapporto di Amnesty International su Guantanamo (riassunto in italiano su Repubblica) e di nuovo pensieri foschi.
E il tempo che passa invano. E la più grande democrazia che sprofonda nella barbarie. E tutti quanti che si abituano e manco strillano più. (strillano per le vignette)
E poi quel quesito minore, epperò sottilmente inquietante, che ti balza per la testa.
Ma anche sessant’anni fa era possibile difendere i campi di concentramento e scrivere su Vanity Fair ?
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