Parrebbe una piccola cosa, e infatti lo è.
Oggi Christian Rocca si indigna sulla vicenda di Federico Aldrovandi, un giovane ferrarese morto in circostanze ancora poco chiare dopo essere stato fermato dalla polizia.
Giornalismo di impegno civile dopo la vergogna su Guantanamo, no ? Encomiabile, no ?
Solo che Rocca fa le cose a suo modo, con la superficialità che gli compete. E scrive:
Com'è possibile che questa storia non sia in prima pagina su tutti i giornali
Liberazione lo ha fatto. Ma davvero sono più importanti gli gne-gne di Gad ("mi dispiace ma non ci credo deve essere stato un fotoreporter") Lerner su Mimun di un ragazzo che entra vivo in una caserma e ne esce morto, morto in questo modo?
Peccato solo che Federico Aldrovandi, la notte in cui morì, non sia mai entrato in una caserma. Né da vivo nè da morto. Come è arcinoto a chiunque abbia seguito anche solo un minimo, anche solo di striscio, la vicenda, Federico è stato fermato, ammanettato ed è morto su una strada, nei pressi dell’ippodromo di Ferrara.
E’ una sbavatura, un dettaglio. Ma è quel genere di dettagli che si tirano dietro il mondo: Christian Rocca non sa nulla, ma proprio nulla, del caso Aldrovandi (cosa che di per se non è certo una colpa) eppure decide ugualmente di scriverne (cosa che è una colpa grave, se fai il giornalista di mestiere infinitamente di più).
Qui non ci sono detenuti senza accusa né processo come a Guantanamo (una vicenda non semplicissima, in punta di diritto, secondo Rocca), qui c’è una vicenda, questa sì, estremamente delicata. Ci sono perizie e contro-perizie che non concordano sulle cause della morte. C’è una ricostruzione dei fatti, allo stato, ancora difficoltosa. Ci sono polemiche sulla modalità delle indagini. C’è un clima di tensione che si taglia col coltello. Eppure Rocca ci si butta come un elefante in cristalleria. Lui linca la prima pagina di Liberazione (probabilmente il peggior giornale tra quelli che hanno seguito la vicenda, ma questo è un altro dicorso) con la foto – molto forte, è vero - del ragazzo. E urla la sua indignazione formato grassetto. Ma dietro non c’è niente, proprio niente. Proprio Rocca.
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