giovedì, marzo 03, 2011

Ci hanno tolto una festività soppressa

Io non l'avevo mica capita, questa cosa.

Klocher:
Avete presente le festività soppresse? Sono quelle vecchie feste (4 Novembre, 29 Giugno...) abolite alla fine degli anni '70 al posto delle quali i lavoratori dipendenti ricevono un giorno di permesso sostitutivo o una retribuzione aggiuntiva. Poi ogni categoria li ha regolati con delle varianti, ma il concetto più o meno è questo.
Ecco, quest'anno se siete lavoratori dipendenti ne avrete uno in meno di questi giorni. Ve l'hanno tolto con quel decreto legge per farvi far festa il 17 Marzo.
Dicevano che l'economia italiana va troppo male per chiedere alle aziende di pagarvi un giorno di festa ogni 150 anni. Allora lo fanno pagare a voi, e non ve l'hanno nemmeno chiesto.

6 commenti:

  1. poi sono io quello in ritardo eh?

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  2. leo forse dovresti rendere più chiaro che stai citando in questo caso...

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  3. Io l'avevo capita, ma sono del ramo. Mi ero stupito anzi che nessuno dicesse nè ai nè bai. Ma ho visto che i primi sindacati cominciano a muoversi, parlando di diritti acquisiti e di condizioni di miglior favore. Chi lavora nel privato, dovrebbe parlarne coi sindacati, chiedere se hanno iniziative in corso (che comunque non potrebbero partire prima di dicembre, perchè la cosa avrà concreto effetto sulla busta di novembre, non prima). Nel pubblico, mi sa che c'è poco da fare.

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  4. Come Yossarin mi colpiva il fatto che nessuno dicesse niente. Tutto sommato l'indifferenza di solito riguarda la cosa pubblica: non pensavo potesse riguardare anche la busta paga. I giornali l'hanno detto in un trafiletto, i sindacati l'hanno comunicato senza fare una piega. Le persone cui l'ho detto di persona chicchierando hanno fatto spallucce; boh, forse se non le dice la tv non esistono nemmeno le polemiche. ;)

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  5. Credo fosse abbastanza ovvio. Se non ci fosse stata una compensazione l'avrebbero pagata solo le imprese. Poi, certo, dirle le cose...

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  6. Dalla relazione tecnica allegata al provvedimento sul 17 marzo, scaricabile qui:

    http://www.innovazionepa.gov.it/media/642949/rel_tecnica_17_marzo.pdf

    si legge che l'istituzione della festività non comporterebbe comunque maggiori oneri alla finanza pubblica, in quanto il numero di festività non aumenta (1 maggio e natale cadono di domenica) e il meccanismo della sostituzione della festività serve a non aumentare il numero delle giornate di astensione dal lavoro con diritto alla retribuzione.

    In pratica, è vero che la giornata di festività soppressa viene spostata al 17 marzo ma questa, essendo stata dichiarato giorno festivo a tutti gli effetti, non comporterebbe la perdità di nessun giorno di ferie (posto che, nel nostro ordinamento,
    non è concepibile fruire di ferie in giorno festivo), o di relative compensazioni economiche, almeno nel pubblico impiego, dove al contrario di quanto accade nell’impiego privato, non sono previste clausole contrattuali che introducono trattamenti economici per le festività che ricadono in giorni non lavorativi.

    L'Università presso la quale lavoro non toglierà ai dipendenti né gioni di ferie né compensazioni economiche (che non ci sono), ma so che altre amministrazioni pubbliche toglieranno ai propri dipendenti un giorno di ferie: sembra essere un problema di interpretazione del decreto, che ha una logica da serpente che si mangia la coda, che a me, da non esperto di questioni giuslavorative, provoca un tremendo mal di testa...

    dink

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