giovedì, maggio 10, 2018

Non lasciamoci trarre in inganno dalla realtà

Deve esserci un accordo
se ci sta a cuore la salvezza del Paese:
salviamo ‘sto Paese?
Eh?

C’è bisogno di un’intesa!
Vogliamo tutti insieme
metterci a pensare seriamente alla ripresa?
Eh?
Economica?
Sì?



Bisogna lavorare sul concreto,
bisogna rimboccarsi le maniche per incrementare la produzione,
e assicurare uno stabile benessere sociale a tutti coloro ai quali
noi per il momento
abbiamo chiesto sacrifici
vogliamo uscire a testa alta dalla crisi?
Eh?
Salviamo ‘sto Paese?
Sì?

(Il problema con Gaber è che è troppo facile da citare, anche quando in realtà non è ficcante come sembra, ad esempio questo era un siparietto di Polli d'Allevamento che ironizzava sul fatto che alla fine di una crisi di governo nel 1978 ci si poteva trovare a palazzo Chigi gli stessi ministri del 1962. Il che alla fine era una semplificazione esagerata anche per quel tragico 1978, e senz'altro non c'entra molto con quello che sta succedendo 40 anni dopo. D'altro canto è così bravo che uno come fa a non farselo venire in mente tutte le volte che provano a rifare un governo?)

Eliminiamo il disfattismo
con della gente che in questa confusione
sappia mettere un po’ d’ordine,
eh?
Pubblico?
Si?

Bisogna che lo Stato sia più forte
organizzando anche un corpo adeguato e  se necessario addestrato,
– non come proposta di violenza! –
Ma per quel nobile realismo
la cui area si è allargata:
non puoi negare a certe zone di sinistra,
eh?
La buona volontà,
sì?

In questo clima di distensione
possiamo finalmente accordare la fiducia
a tutte le forze,
eh?
Democratiche?
Sì?

Bisogna far proposte in positivo
senza calcare la mano sulle possibili carenze.
Lasciamo perdere
il pessimismo, l’insofferenza generale dei giovani, i posti di lavoro, l’instabilità, gente che non ne può più, la rabbia, la droga,  l’incazzatura, lo spappolamento, il bisogno di sovvertire, il rifiuto, la disperazione.

Cerchiamo di essere realisti! Non lasciamoci trarre in inganno
dalla realtà.

Italia,
depressa ma bella d’aspetto,
è un bel paesotto che tenta di essere tutto
con dentro tanti modelli
che mischia confonde e  concilia
riesce a non essere niente, l'Italia
negli anni Sessanta fioriva,
la gente rideva e comprava la macchina nuova,
ma proprio in questi momenti si insinua uno strano rifiuto
e si contesta lo Stato, l’Italia.

Bisogna ridare all’Italia
la folle allegria del benessere sano di ieri
senza disordini né guerriglieri

Salviamo ‘sto Paese
salviamo ‘sto Paese
per essere felici e spensierati come nel Sessa-
come nel sessa come nel sessa come nel Sessa-
come nel Sessantadue.

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