domenica, aprile 22, 2018

or do what you want, run on wild



Non riesco a ricordare qual è l'altro film i cui titoli di coda scorrono su Make Me Smile. Uno è Velvet Goldmine, ma ce ne dev'essere un altro dello stesso periodo. Per me tutti i film dovrebbero finire con i titoli di coda su Make Me Smile, e magari un'auto che sfila su una strada curva al tramonto. Perlomeno, non mi viene in mente nessun film che non migliorerebbe con dei titoli così. Anche 2001 Odissea nello Spazio.

Quando scopri la storia forse capisci il perché. Make Me Smile nasce come canzone vendicativa: Steve Harley era appena stato piantato in asso da tutti i membri della sua band, i Cockney Rebel. Proprio quando le cose cominciavano a girare, i dischi cominciavano a salire in classifica, la situazione era promettente, quei tre lo mollano perché sono stufi di suonare soltanto roba sua. Va bene, andatevene (dice Steve), fate quel che vi pare. Fatemi vedere. Fatemi ridere. Il brano che Harley andò a registrare ad Abbey Road era ancora un blues rancoroso. Il produttore, Alan Parsons, decide di stravolgerlo. Lo accelera. Inserisce coretti vagamente beatlesiani. È come spalancare una finestra all'improvviso e scoprire che è già primavera inoltrata: ogni rancore si dissolve al sole. Il nuovo chitarrista dei Cockney Rebel aggiunge un lungo assolo languido e spavaldo. La rabbia cede il passo a un rimpianto beffardo: è andata così, tanto vale riderci sopra. Make Me Smile è una canzone autoperformativa: doveva dimostrare che Harley aveva ragione a voler scrivere tutte le canzoni del gruppo, e in effetti vendette più di tutte le altre canzoni dei Cockney Rebels messe assieme. Il che è in effetti beffardo e triste, ma ormai tutto questo è dietro un sacco di curve, siamo parecchio lontani, ormai, ci sorridiamo su.

1 commento:

  1. Ciao Leonardo, che bello questo blog "parallelo"!
    L'altro film dovrebbe essere "Best", quello appunto sulla vita di George Best.

    RispondiElimina