giovedì, aprile 12, 2018

And who will have won when the soldiers have gone?

A proposito di canzoni che nascono stonate e in un qualche modo non se ne vanno più: quando vi leggo discutere di Siria, per una mera questione di associazioni mi viene in mente il Libano. Il Libano mi fa venire in mente i cedri, i Fenici e gli Human League. Così voi state ancora parlando di Siria e io sto canticchiando she dreams of Ninety Sixty-Nine before the soldiers came. E penso a com'erano strani gli Human League, a barcamenarsi tra new wave e neoromanticismo senza nessun vero equilibrio, in realtà, alternando spinte e controspinte, stiamo diventando troppo pop! che si fa? Togliamo le coriste? Scherzi? Le coriste ci hanno fatto svoltare, magari aggiungiamo le chitarre e l'impegno politico. Impegno politico nel 1982? Massì, guarda sul giornale, ci sarà ben qualcosa che non va, l'intervento in Libano? Scriviamo un pezzo sull'intervento in Libano.



Ecco quando parlate di Siria, io non posso farci nulla ma sto pensando alle coriste degli Human League (che probabilmente erano la cosa migliore del combo), coiffate e pittate come in un commercial L'Oréal che ce la mettono tutta, accennano una coreografia sui bombardamenti, sorridono ma non troppo, cercano di restare intonate alle chitarre anche se qualcosa evidentemente non sta funzionando, c'è qualcosa che stona e non se ne va (a differenza dei soldati).

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