(Quest'anno va di Gufi, auguri a tutti)
domenica, dicembre 25, 2011
lunedì, dicembre 19, 2011
domenica, novembre 20, 2011
Fette al vento
Gli indignados girano con le fette al vento (rainews, repubblica), noi ci giravamo già vent'anni fa. Esatti, tra l'altro.
Signore Dio liberami da Twitter
No, è che su Twitter un po' di gente, tra cui alcuni protagonisti della nostra Informazione e della nostra Cultura con tutte le maiuscole, non hanno niente di meglio da fare la domenica pomeriggio che giocare al giochino dello scrittore più sopravvalutato, e io tra un po'
venerdì, novembre 18, 2011
L'Abruzzo è ancora lì che non si capacita
In questi giorni ho risentito da più parti Meno male che Silvio c'è, e devo dire che il brano merita di restare negli Annali, ma non come questo
(Qui c'è la versione intera, con una specie di do di petto).
(Qui c'è la versione intera, con una specie di do di petto).
mercoledì, novembre 16, 2011
Oui, j'ai pleuré, mais ce-jour là...
Caro Cavaliere, adesso le potrei scrivere tante cose, ma mi capirebbe? Ci servirebbe un punto di contatto, un territorio, una lingua in comune...
martedì, novembre 15, 2011
lunedì, novembre 14, 2011
venerdì, novembre 11, 2011
Occupy Piste #2
Avevo mandato questo pezzo all'inserto Saturno del Fatto Quotidiano di venerdì scorso, ma dato che oggi è l'11/11/11 mi sembra opportuno recuperarlo. Andate al festival, occupate Piste - Brigate Leonardo.
Potrà sembrare una questione un po’ oziosa, rispetto ai problemi più urgenti che deve affrontare il multiforme movimento di protesta formatosi in questi mesi in tutto il mondo. Ma in effetti una domanda posta qualche giorno fa dal New York Times può fare riflettere, da una parte, sul grado di consapevolezza che lo stesso movimento riesce a trasmettere e, dall’altra, sulle condizioni in cui oggi versano band e cantanti quando si tratta di libertà d’espressione. Occupy Wall Street, e così tutta la generazione che sta manifestando in decine di nazioni, non possiede un proprio inno, una di quelle classiche “canzoni di protesta” che passano alla Storia, la raccontano e la spingono al tempo stesso. Dove sono i Woodie Guthrie, i Bob Dylan, i Clash del 2011? Dov’è la nuova “Give Peace A Chance”? Eppure l’elenco dei musicisti transitati a Zuccotti Park a New York è nutrito: da Jeff Mangum dei leggendari Neutral Milk Hotel, con un’esibizione acustica a dir poco commovente, al passaggio “da turista” di Kanye West, che non ha proferito parola dietro ai suoi occhiali scuri da centinaia di dollari. Dal rap di Talib Kweli, alle parole incoraggianti del veterano Micheal Franti, all’ironica cover di Material Girl di Madonna suonata da Sean Lennon e Rufus Wainwright: tutto molto bello, direbbe qualcuno. Ma poi? Perfino il chitarrista Tom Morello, già nei Rage Against The Machine, band che di militanza e furore se ne intendeva parecchio, è rimasto invischiato in una ridicola iniziativa di MTV, che lo ha insignito del “Premio per il miglior live a Occupy Wall Street”, qualunque cosa sia. D’altra parte, si può ribaltare la domanda iniziale: perché questi ragazzi dovrebbero aver bisogno di un inno? Facebook, Twitter e YouTube sono più veloci e universali nel diffondere messaggi. Nell’epoca della musica dissolta, a cosa serve una canzone, anche una di quelle che guidavano cortei?
In Italia, un tempo patria di cantautori di protesta, le cose non sono molto diverse. Però i più attenti alle vicende della scena indipendente avranno notato un energico comunicato che sta circolando: “in giorni in cui ogni luogo di potere, ogni piazza, ogni monumento viene occupato simbolicamente in segno di protesta, l'11 novembre 2011 le etichette indipendenti prenderanno possesso di decine di club distribuiti su tutta la penisola”. www.111111festival.blogspot.com: 11 palchi in 11 città (più 3 all’estero), un evento “per sua natura, irripetibile (se non tra un secolo, va da sé) con una fruizione limitata da parte del pubblico, che ovviamente assisterà solo a un undicesimo delle esibizioni. Un aspetto che simboleggia le occasioni perse da parte dell'ambiente culturale italiano e anche la difficoltà di esibirsi da parte di artisti italiani di assoluto valore, ma non allineati”. Cercate in Rete il programma di 11/11/11, vi sorprenderà. E anche se non sembra esistere una sola musica per chi oggi occupa, resta ancora da occupare la musica e con essa il territorio, per creare nuove mappe alternative: “la musica in Italia non è esclusiva di dinosauri da palasport e figliocci dei talent show”.
Potrà sembrare una questione un po’ oziosa, rispetto ai problemi più urgenti che deve affrontare il multiforme movimento di protesta formatosi in questi mesi in tutto il mondo. Ma in effetti una domanda posta qualche giorno fa dal New York Times può fare riflettere, da una parte, sul grado di consapevolezza che lo stesso movimento riesce a trasmettere e, dall’altra, sulle condizioni in cui oggi versano band e cantanti quando si tratta di libertà d’espressione. Occupy Wall Street, e così tutta la generazione che sta manifestando in decine di nazioni, non possiede un proprio inno, una di quelle classiche “canzoni di protesta” che passano alla Storia, la raccontano e la spingono al tempo stesso. Dove sono i Woodie Guthrie, i Bob Dylan, i Clash del 2011? Dov’è la nuova “Give Peace A Chance”? Eppure l’elenco dei musicisti transitati a Zuccotti Park a New York è nutrito: da Jeff Mangum dei leggendari Neutral Milk Hotel, con un’esibizione acustica a dir poco commovente, al passaggio “da turista” di Kanye West, che non ha proferito parola dietro ai suoi occhiali scuri da centinaia di dollari. Dal rap di Talib Kweli, alle parole incoraggianti del veterano Micheal Franti, all’ironica cover di Material Girl di Madonna suonata da Sean Lennon e Rufus Wainwright: tutto molto bello, direbbe qualcuno. Ma poi? Perfino il chitarrista Tom Morello, già nei Rage Against The Machine, band che di militanza e furore se ne intendeva parecchio, è rimasto invischiato in una ridicola iniziativa di MTV, che lo ha insignito del “Premio per il miglior live a Occupy Wall Street”, qualunque cosa sia. D’altra parte, si può ribaltare la domanda iniziale: perché questi ragazzi dovrebbero aver bisogno di un inno? Facebook, Twitter e YouTube sono più veloci e universali nel diffondere messaggi. Nell’epoca della musica dissolta, a cosa serve una canzone, anche una di quelle che guidavano cortei?
In Italia, un tempo patria di cantautori di protesta, le cose non sono molto diverse. Però i più attenti alle vicende della scena indipendente avranno notato un energico comunicato che sta circolando: “in giorni in cui ogni luogo di potere, ogni piazza, ogni monumento viene occupato simbolicamente in segno di protesta, l'11 novembre 2011 le etichette indipendenti prenderanno possesso di decine di club distribuiti su tutta la penisola”. www.111111festival.blogspot.com: 11 palchi in 11 città (più 3 all’estero), un evento “per sua natura, irripetibile (se non tra un secolo, va da sé) con una fruizione limitata da parte del pubblico, che ovviamente assisterà solo a un undicesimo delle esibizioni. Un aspetto che simboleggia le occasioni perse da parte dell'ambiente culturale italiano e anche la difficoltà di esibirsi da parte di artisti italiani di assoluto valore, ma non allineati”. Cercate in Rete il programma di 11/11/11, vi sorprenderà. E anche se non sembra esistere una sola musica per chi oggi occupa, resta ancora da occupare la musica e con essa il territorio, per creare nuove mappe alternative: “la musica in Italia non è esclusiva di dinosauri da palasport e figliocci dei talent show”.
domenica, ottobre 23, 2011
Occupy Piste
[Dato che Leonardo passa da queste parti ormai solo ad ogni morte di poeta, prendo possesso del blog per pubblicare qualunque cosa mi mandiate che la mia indiscutibile pressapocaggine riterrà abbastanza degna e intelligente. Cominciamo con un pezzo sulla crisi greca, l'ha scritto benty, che di Grecia se ne intente più di me e di te. Occupy everything. Occupy piste.]
Tragedie greche
di Andrea Bentivoglio "benty"
Senza un motivo apparente l'altro giorno mi sono ritrovato davanti a un pc a copiaincollare su friendfeed i numerosi tweet in arrivo dalle manifestazioni greche del 19 e 20 ottobre appena trascorsi. Praticamente l'imperdibile cronaca dei fatti di Atene passando dalle Marche Zozze. Ve ne faccio un sunto e vi ci regalo pure uno spiegone gratis, ché di 'sti tempi buttalo via.
Il 19 c'è stata la madre di tutte le manifestazioni, gemellata con i vari movimenti globali degli occupyqualcosa e degli indignati (che in Grecia sono gli aganaktismenoi, che vuol dire saggezza). Si è parlato di un milione in piazza ad Atene, 100.000 a Salonicco con proteste organizzate in tutte le maggiori città greche. Gli indignati andavano forte qualche mese fa e li ho visti dal vivo a maggio: forse per il nome esotico molta gente poco politicizzata che di solito ai cortei non ci andava s'è messa a occupare piazze, con le tende e tutto. Si vedevano molte più bandiere greche che rosse. Si diceva di infiltrati di destra. Ma poi hanno smesso e quelli del 19 erano gli abituè del corteo. Solo un po' di più. Evidentemente anche la polizia si aspettava tale partecipazione massiccia, tanto è vero che ha chiesto rinforzi all'estero. Sembra che abbiano iniziato a importare i reparti antisommossa. Non più solo i MAT greci ma anche Carabinieri e Gendarmeria Francese. Ovviamente non sono mancati scontri durissimi con gli anarchici (i cosiddetti koukouloforoi, che vuol dire incappucciati), sassaiole (petropolemos, la “guerra delle pietre”, ma non è una lingua meravigliosa?) purtroppo c'è “scappato” anche un morto (a un sindacalista gli ha ceduto il cuore dopo una crisi respiratoria per i troppi lacromogeni inspirati), e s'è rivisto il tentativo ambizioso di entrare in parlamento non tanto con il voto democratico, quanto forzando a colpi di molotov i cordoni della polizia (o astinomìa, che in Grecia raramente vuole dire saggezza). Un modo come un altro di risolvere la crisi.
Il 20 ottobre c'erano di nuovo migliaia di persone a manifestare il proprio dissenso per le strade dell'Ellade. Si dice 600.000. L'elemento nuovo del secondo giorno di manifestazioni davanti al parlamento a piazza Syntagma sono stati gli scontri fra anarchici e PAME, il sindacato di ispirazione stalinista che vanta un'organizzazione molto efficiente e ha potuto assicurare (a differenza del primo giorno di cortei) un servizio d'ordine in grado di isolare le frange di manifestanti più propense ai disordini (e avendoli visti da vicino posso assicurarvi che quelli del PAME non sono tipi che si tirano indietro davanti alle provocazioni della polizia, figuratevi a quelle del blocco nero). Per una volta i reparti MAT sono stati a guardare soddisfatti i manifestanti che si bastonavano fra loro. Chissà i nostri studiosissimi black bloc che in Grecia ci vanno a fare i master se hanno preso appunti.
Praticamente un greco su dieci in questi giorni era in piazza a protestare invece che al kafeneio a fumarsi una Karelias e a bersi il frappè. Il governo (socialistaahahahah) è reo dell'ennesima poderosa falciata al settore pubblico, tanto per convincere di nuovo BCE UE e FMI (la troika), che possono fidarsi di loro e che possono mollare altri soldi. Spiccioli sufficienti sì e no al rimborso della prossima scadenza dei divertentissimi titoli di stato greci, che possono essere barattati con della carta igienica usata, ma irritano di più il vostro deretano. E poi comunque in Grecia non puoi manco buttarli nello sciacquone.
Se è vero che da quelle parti il settore pubblico è un po' sovradimensionato (voto di scambio anyone?), è anche vero che il settore privato, dove i contratti a tempo indeterminato equivalgono alla carta straccia, s'è regolato da solo in tema di licenziamenti e riduzioni degli stipendi, molto prima che la crisi fosse conclamata. Oggi un contratto base nel settore privato parte da 500 euro, che se si fanno due conti grossolani sono un po' meno dei 4 euro all'ora che prendevano le povere vittime della tragedia di Barletta.
Nel frattempo in Grecia hanno da anni alzato l'IVA, la benzina, le sigarette e i prezzi calano molto più lentamente degli stipendi. L'evasione fiscale, sport nazionale che contende il primato all'Italia, non accenna a diminuire. Quindi la già povera economia greca, dipendente totalmente dall'import, si rattrappisce ulteriormente. Il PIL nonostante la crescita nel 2011 del turismo si contrae. Si pensa di privatizzare o meglio svendere pezzi di aziende pubbliche, qualcuno diceva isole o addirittura beni culturali. Chi cerca l'affarone e ci ha due soldi da parte, tipo gli aggressivi neocapitalisti cinesi, è arrivato da un pezzo e si gode l'agonia dei nipotini di Pericle. Gli altri – i tedeschi soprattutto – stanno tutti col ditino puntato a rimarcare che la Grecia se l'è voluta e se adesso non fanno i bravi bambini e cambiano comprtamento (basta spendere, basta essere pigri, basta scioperare!) sono cavoli amari. Salvo poi imporre clausole che prevedono la fornitura di armi tedesche alle forze militari greche. Fondamentalmente Francia e Germania se la fanno addosso, visto che i soldi ai greci li hanno prestati loro e se scatta il default (Grecia stato insolvente) saltano anche le banche di Angela e Sarkò. Che tanto si consola con Carlà.
Fra i greci intanto il pessimismo si diffonde, la domanda diminuisce, i negozi e le aziende saltano come tappi e – a proposito di tappi – non restano da stappare che la retsina e l'ouzo per non pensarci più, che costano pure poco. Ma sono alcolici piuttosto cattivi, diciamocelo, a quel punto meglio la rakì cretese, ancora meglio se distillata clandestinamente (esentasse) e senza anice (che stomaca).
In compenso sono aumentati i suicidi. Strano eh?
Ora capite che Giorgos Papadopoulos (che sarebbe secondo me il Mario Rossi greco) ha un po' di motivi per essere depresso e arrabbiato. Quando la mattina ti svegli e vedi che per decisione del governo guadagni il 30% in meno, ti si prospettano solo anni di ulteriori sacrifici, magari hanno tagliato la pensione a tua madre e tuo figlio deve cercare lavoro all'estero per avere un futuro, diciamo che incazzarti e andare a protestare è il minimo che puoi fare. E ricordiamo che Giorgos ci ha provato prima col voto. Il primo ministro Papandreu è stato eletto perché operasse un cambiamento. Il povero Giorgos s'è ritrovato invece con un governo completamente esautorato, bloccato, incapace di prendere decisioni. Ci ricorda qualche altro governo?
Nel frattempo per tagliare i costi e fare cassa stanno pure smantellando quello stato sociale assai inefficiente ma di cui il cittadino greco andava assai fiero (educazione e sanità formalmente gratis). Tutto ciò gli fa comprensibilmente girare gli zebbedakeis. Fra un po' il povero Giorgos, con quei due soldi che gli restano, manco ci si potrà comprare più i deliziosi gyropita con le patatine fritte dentro (ma le patatine ve le mettono solo a Salonicco e al nord, ad Atene al massimo un po' di yogurt). Sembra abbastanza ragionevole per tanti ellenici volgersi indietro e guardare la loro dismessa dracmetta con affetto e nostalgia, nel ricordo di quando tutto funzionava, non come con quell'impiastro dell'Euro (in greco EYPO: il greco, l'unico altro alfabeto nelle vostre banconote).
In Grecia c'è un detto meraviglioso, di un'autoindulgenza talmente sfacciata che ti viene da prendere a schiaffi e/o abbracciare il primo ellinofono che passa . "La povertà richiede kaloperasma”, sostantivo traducibile con una perifrasi (parole greche ovunque!), significa “divertirsi, godere, bere, mangiare e stare in compagnia”. Insomma peggio ti vanno le cose e più dovresti spassartela. Maledetti filosofi. Mi è capitato spesso di sentirlo dire in taverna, magari da amici che discettano amaramente della crisi, scuotono la testa affranti e azzannano un altro cosciotto di agnello, con tutto il ben di Zeus immaginabile in tavola. E comunque il greco è testardo e dice che a scioperare continua anche la settimana prossima.
sabato, ottobre 22, 2011
Solo per appassionati: Paolino Paperino Band domani sera al Vox di Nonantola
Prima che mi dimentichi: domani sera in occasione del tributo a Steppo Nocetti al Vox di Nonantola (Mo), tra gli altri, si riunirà eccezionamente la Paolino, indimenticata eccetera band ancora nel cuore di eccetera anche adolescenti e ragazzini di oggi.
Qui sotto una scheggia dell'ultima smemorabile performance del giugno 2004 (a Modena, in occasione del corteo contro l'autodromo di Marzaglia e per la sopravvivenza del defunto spazio sociale Libera)
Qui sotto una scheggia dell'ultima smemorabile performance del giugno 2004 (a Modena, in occasione del corteo contro l'autodromo di Marzaglia e per la sopravvivenza del defunto spazio sociale Libera)
martedì, ottobre 18, 2011
Al mondo
Mondo, sii, e buono;
esisti buonamente,
fa' che, cerca di, tendi a, dimmi tutto,
ed ecco che io ribaltavo eludevo
e ogni inclusione era fattiva
non meno che osgni esclusione;
su bravo, esisti,
non accartocciarti in te stesso in me stesso.
Io pensavo che il mondo così concepito
con questo super-cadere super-morire
il mondo così fatturato
fosse soltanto un io male fantasticante
male fantasticato mal pagato
e non tu, bello, non tu "santo" e "santificato"
un po' più in là, da lato, da lato.
Fa' di (ex-de-ob etc.)-sistere
e oltre tutte le preposizioni note e ignote,
abbi qualche chance,
fa' buonamente un po';
il congegno abbia gioco.
Su, bello, su.
Su, munchhausen.
Andrea Zanzotto (Pieve di Soligo, 10 ottobre 1921 – Conegliano, 18 ottobre 2011), dalla raccolta La beltà (1968).
esisti buonamente,
fa' che, cerca di, tendi a, dimmi tutto,
ed ecco che io ribaltavo eludevo
e ogni inclusione era fattiva
non meno che osgni esclusione;
su bravo, esisti,
non accartocciarti in te stesso in me stesso.
Io pensavo che il mondo così concepito
con questo super-cadere super-morire
il mondo così fatturato
fosse soltanto un io male fantasticante
male fantasticato mal pagato
e non tu, bello, non tu "santo" e "santificato"
un po' più in là, da lato, da lato.
Fa' di (ex-de-ob etc.)-sistere
e oltre tutte le preposizioni note e ignote,
abbi qualche chance,
fa' buonamente un po';
il congegno abbia gioco.
Su, bello, su.
Su, munchhausen.
Andrea Zanzotto (Pieve di Soligo, 10 ottobre 1921 – Conegliano, 18 ottobre 2011), dalla raccolta La beltà (1968).
mercoledì, ottobre 05, 2011
La pista s'interrompe qui
Colgo l'occasione per ringraziare coloro che mi han votato ai blogawards, molti più di quanti onestamente mi aspettavo. In fondo me ne servivano soltanto 5619 in più per impartire a Spinoza la lezione che gli necessita.
Poi vorrei fare un po' il punto. In questo momento lo scrivente sta gestendo quattro blog: quello pluripremiato, quello semiprofessionale (più semi che pro), quello ecumenico appena aperto, e quello con le parolacce, che sarebbe questo.
Prevengo la vostra domanda: come fa? Risposta: non ce la fo. Si aggiunga che a tempo perso io lavoro, come direbbe il tale. Uno dei quattro deve cadere, e, dopo attenta riflessione, credo proprio che debba essere questo. Mi dispiace un poco, perché senz'altro era quello che mi prendeva meno tempo e spesso mi divertiva di più. Vorrà dire che le stronzate troveranno altre strade.
Quando ho aperto Piste nel 2005 (fine 2004) non c'erano poi così tanti posti sul web dove liberarsi di ogni pudore. Oggi è tutto molto diverso, ci sono molti più servizi, e quando dico "servizi", dico proprio "cessi pubblici dove scrivere scemenze col pennarello". Per esempio potete trovarmi su friendfeed (un forum italo-turco che si dà arie da social network) twitter (non mi ci sto ancora abituando), facebook (vabbe'), google plus (vabbe'+1).
Una cosa importante: Piste non chiude. Anzi. Ci sono decine di persone che hanno l'account e possono scrivere quando vogliono. Magari ora si vergogneranno meno. Anzi rivolgo un accorato appello: non fatelo diventare il blog del Cragno.
Insomma, ci si vede in giro. Poi chissà, magari a un certo punto tornerò qui, non fidatevi di un tossico che scrive "ora smetto" (anzi, "ora smetto al 25%").
Poi vorrei fare un po' il punto. In questo momento lo scrivente sta gestendo quattro blog: quello pluripremiato, quello semiprofessionale (più semi che pro), quello ecumenico appena aperto, e quello con le parolacce, che sarebbe questo.
Prevengo la vostra domanda: come fa? Risposta: non ce la fo. Si aggiunga che a tempo perso io lavoro, come direbbe il tale. Uno dei quattro deve cadere, e, dopo attenta riflessione, credo proprio che debba essere questo. Mi dispiace un poco, perché senz'altro era quello che mi prendeva meno tempo e spesso mi divertiva di più. Vorrà dire che le stronzate troveranno altre strade.
Quando ho aperto Piste nel 2005 (fine 2004) non c'erano poi così tanti posti sul web dove liberarsi di ogni pudore. Oggi è tutto molto diverso, ci sono molti più servizi, e quando dico "servizi", dico proprio "cessi pubblici dove scrivere scemenze col pennarello". Per esempio potete trovarmi su friendfeed (un forum italo-turco che si dà arie da social network) twitter (non mi ci sto ancora abituando), facebook (vabbe'), google plus (vabbe'+1).
Una cosa importante: Piste non chiude. Anzi. Ci sono decine di persone che hanno l'account e possono scrivere quando vogliono. Magari ora si vergogneranno meno. Anzi rivolgo un accorato appello: non fatelo diventare il blog del Cragno.
Insomma, ci si vede in giro. Poi chissà, magari a un certo punto tornerò qui, non fidatevi di un tossico che scrive "ora smetto" (anzi, "ora smetto al 25%").
venerdì, settembre 30, 2011
mercoledì, settembre 28, 2011
Изненађење! Срећан рођендан!
E insomma sarà anche un complotto della magistratura e della stampa rossa in combutta con le agenzie di rating internazionali e Angela Merkel, però se per il tuo compleanno la tua fidanzatina ti sta preparando una festa a sorpresa e i dettagli sono già noti ai tabloid montenegrini, ecco, un paio di domande potresti anche fartele da solo (e siccome non sei Repubblica, potresti anche già darti le risposte).
lunedì, settembre 26, 2011
Malinconia del blogger intensivo
Stacco per 24 ore e quando riattacco la mia Ministra preferita ha emanato la cazzata del secolo, quella che le sopravviverà. E ormai lo sanno anche i sassi, no peggio dei sassi, i cancelletti su twitter.
domenica, settembre 25, 2011
Affinità e divergenze tra la compagna Anna Wintour e noi
Da una parte vorresti abbracciarla, con molto garbo si capisce, sennò si desquama. Dall'altro: ci crede veramente? Non tanto alle donne per strada durante le sfilate di moda. Ma al Made in Italy, "gli stilisti, le grandi creazioni che vi fanno onore in tutto il mondo e non conoscono eguali". Come se non conoscesse - lei - l'altra faccia della medaglia che ai quotidiani italiani comprensibilmente sfugge: gli stilisti blasonati che non azzeccano una stagione da troppe stagioni, quelli che continuano a fare vestiti belli ma non vendono comunque, quelli che vendono nel senso che vendono il marchio e tanti saluti a chi ci lavorava, quelli che chiudono, eccetera.
Cioè: viene a raccontarci la favoletta degli anni Ottanta. Però vorrebbe anche che diventassimo grandi e manifestassimo contro gli anni Ottanta al potere. Possibile che non veda la contraddizione. Magari la vede benissimo, e trova che faccia pendant con le scarpe.
venerdì, settembre 23, 2011
Omofobo è chi omofobo fa
Insomma c'è un gruppo di mediattivisti anonimi che attaccano un gruppo di omofobi dicendo che questi omofobi sono in realtà omosessuali: praticamente loro fanno le liste di omosessuali, che sono ovviamente liste di proscrizione.
Secondo voi non è omofobia questa? Secondo me lo è, ma lo è proprio in pieno. Cioè questi dovrebbero essere fortunati perché non è passata la legge antiomofobia.
D'altro canto loro potrebbero difendersi sostenendo che sono omosessuali anche loro. Va bene. Ma se quello che fanno è oggettivamente omofobo, questo cosa vuol dire? Come minimo che loro stessi non riconoscono nell'omofobia un reato.
Oppure riconoscono che l'omofobia è un reato, però... solo se non la fanno gli omosessuali. E sarebbe grave, ma diciamo pure così: ammettiamo che l'omofobia sia un reato solo se non la commettono gli omosessuali
Il problema è che gli omosessuali che avete denunciato al pubblico ludibrio in quanto omosessuali, di cosa sono colpevoli secondo voi? Di essere omosessuali che non fanno leggi anti-omofobe perché sono omofobi. Un momento. Ma avevamo appena detto che non c'era niente di male a essere omosessuali e omofobi.
Insomma, cari mediattivisti omosessuali omofobi anonimi: diffondete pure la vostra lista di omosessuali omofobi. Sarebbe carino se in calce per coerenza aggiungeste il vostro nome, cognome, e sì, anche indirizzo. Così magari se qualche omosessuale vuole incontrarvi può. E se vuole corcarvi può. Certo, sarebbe omofobia, ma in ambito omosessuale, quindi...
Secondo voi non è omofobia questa? Secondo me lo è, ma lo è proprio in pieno. Cioè questi dovrebbero essere fortunati perché non è passata la legge antiomofobia.
D'altro canto loro potrebbero difendersi sostenendo che sono omosessuali anche loro. Va bene. Ma se quello che fanno è oggettivamente omofobo, questo cosa vuol dire? Come minimo che loro stessi non riconoscono nell'omofobia un reato.
Oppure riconoscono che l'omofobia è un reato, però... solo se non la fanno gli omosessuali. E sarebbe grave, ma diciamo pure così: ammettiamo che l'omofobia sia un reato solo se non la commettono gli omosessuali
Il problema è che gli omosessuali che avete denunciato al pubblico ludibrio in quanto omosessuali, di cosa sono colpevoli secondo voi? Di essere omosessuali che non fanno leggi anti-omofobe perché sono omofobi. Un momento. Ma avevamo appena detto che non c'era niente di male a essere omosessuali e omofobi.
Insomma, cari mediattivisti omosessuali omofobi anonimi: diffondete pure la vostra lista di omosessuali omofobi. Sarebbe carino se in calce per coerenza aggiungeste il vostro nome, cognome, e sì, anche indirizzo. Così magari se qualche omosessuale vuole incontrarvi può. E se vuole corcarvi può. Certo, sarebbe omofobia, ma in ambito omosessuale, quindi...
Il leghista, se lo conosco
Non tirerà monetine, non tirerà un bel niente.
Andrà a letto e chiudendo gli occhi cercherà di pensare ad altro, magari a una Padania tutta verde, tutta nuova, tutta bella, magari pure indipendente. Un sogno, così, giusto per tirare avanti. Un po' come il padre, che per prendere sonno pensava alla Repubblica Socialista Sovietica d'Italia. O il nonno, che pensava all'Impero dell'Africa Orientale, tutto pieno di diamanti e abissine da trombar. Sono sogni. Ci aiutano a vivere peggio.
mercoledì, settembre 21, 2011
Lasciatemi sognare
No, solo per dire che in questo momento sarebbe bellissimo che davanti a un'uscita del Quirinale - non quella in piazza, ce ne sarà anche una di servizio da qualche parte - stazionasse una camionetta, piccola piccola, dei carabinieri, una cosa anche alla buona, tutto qui.
sabato, settembre 17, 2011
Ogni generazione ha la barca-di-D'Alema che si merita
E noi non ci meritiamo un granché, evidentemente.
(Poi la smetto con Scalfarotto, che mi sta anche simpatico. Però Twitter è proprio lo strumento del dimonio).
giovedì, settembre 15, 2011
Non è successo nulla (negli ultimi due anni)
Uno che mi manca abbastanza è il dottor Pruno.
Questa è di due anni fa e a suo modo è ancora attuale, anche se Sandro e Daniele non hanno retto all'incalzare degli eventi. Augusto invece resiste. E in un qualche incredibile modo resiste anche Esso (e persino noi, inspiegabilmente).
domenica, settembre 11, 2011
Modena remembers
A me, in quanto modenese della maggioranza silenziosa (e cinica), il monumento ai caduti dell'11 settembre, detto volgarmente "i frullini", ha sempre fatto un po' ridere, e li additavo sempre agli ospiti come motivo di scherno; e così leggendo questa cosa mi sono un po' imbarazzato di me stesso.
I heard the words Stati Uniti and was deeply honored: this town has suffered Nazis, Fascists, and even the bubonic plague, and yet these people have chosen to share America’s sorrow. And America doesn’t even know they are here.
I heard the words Stati Uniti and was deeply honored: this town has suffered Nazis, Fascists, and even the bubonic plague, and yet these people have chosen to share America’s sorrow. And America doesn’t even know they are here.
giovedì, settembre 08, 2011
Ma la faccia di Bonanni
In fondo non è molto lontano il giorno in cui i ministri delle Libertà, alle domande dei giornalisti e dei rappresentanti delle parti sociali, risponderanno direttamente prr burp prot, Osterianumerosette paraponziponzipò. Mentre aspettiamo, godiamoci l'aplomb di Bonanni.
Che poi mi chiedo. Il giorno che saremo invasi dai facoceri, il giorno che i facoceri andranno al governo e pretenderanno di modificare le piattaforme salariali, magari mangiando anche qualche lavoratore esuberante, la Cisl probabilmente riterrà giusto, per il bene dei lavoratori, dialogare coi facoceri; e manderà Bonanni nella tana; e Bonanni ci scenderà con la stessa faccia che ha qui.
Che poi mi chiedo. Il giorno che saremo invasi dai facoceri, il giorno che i facoceri andranno al governo e pretenderanno di modificare le piattaforme salariali, magari mangiando anche qualche lavoratore esuberante, la Cisl probabilmente riterrà giusto, per il bene dei lavoratori, dialogare coi facoceri; e manderà Bonanni nella tana; e Bonanni ci scenderà con la stessa faccia che ha qui.
La sospensione dell'incredulità
Poi per carità, tutto condivisibile, era giusto mandare in onda la puntata eccetera eccetera. Resta il punto che nella realtà, quella cosa bruta di cui le fiction ci dovrebbero offrire leggiadre variazioni sul tema, davanti all'altare di una chiesa cattolica due gay non si possono sposare, né in Austria né altrove. E fare finta che invece si possa, beh, a occhio appare un po' ipocrita (ma non ho visto la puntata ovviamente).
mercoledì, settembre 07, 2011
This is Vitelland
"Nel senso che si tratta di due giovani coniugi di 35 anni, perfino più immaturi della loro età".
martedì, settembre 06, 2011
Un vicepresidente che non capisco
Scalfarotto, io non so cosa sia più grave. Che tu non capisca perché scioperiamo? Che tu non capisca perché il tuo partito aderisce allo sciopero? O che tu ti senta libero di scrivere sul tuo blog che non capisci quello che fa il partito di cui tu sei vicepresidente?
Io alle volte mi domando se il PD sia un partito. Se i suoi dirigenti - non i suoi attivisti, attenzione - i suoi dirigenti - abbiano conservato la minima cognizione di cosa sia la disciplina di partito. Poi uno si sorprende che Renzi stia dentro con un piede e fuori con l'altro (più la coda che scodinzola), ma insomma, se non sai perché il tuo partito sciopera magari prima chiedi in giro. Guarda che la cosa equivale più o meno a trovarsi al mare a Gabicce con la famiglia e a scrivere: "Non capisco perché la mia famiglia vada al mare a Gabicce, boh". Cioè, ti aspetti che gli sconosciuti te lo spieghino nei commenti? Nei commenti gli sconosciuti verranno a dirti che tu in seno a quella famiglia non conti un cazzo, ed è irrilevante che sia una famiglia aperta, moderna o post-.
Io poi se fossi un vicepresidente del PD, e mi rendessi conto che i miei pareri e le mie opinioni sono irrilevanti, tanto che il Partito fa cose che io non capisco, beh, forse me lo terrei per me. Per due motivi:
(1) Per disciplina di partito: perché fare parte di un Partito significa (ma questa cosa temo proprio non passi più) anteporre talvolta le necessità di un Partito alle proprie. A un certo punto si decide di fare una cosa e si fa, e stop alle discussioni. Non è che usi il blog per fare la fronda esterna, perdio, c'è scritto sulla colonnina che sei il vicepresidente. Cioè ma t'immagini Joe Biden che scrive sul blog che non capisce cosa sta facendo Obama? Una cosa così.
(2) Perché forse non sarei così ansioso di mostrare all'elettorato tutto che io non prendo parte parte alle decisioni, e non capisco nemmeno quello che il partito fa.
Io alle volte mi domando se il PD sia un partito. Se i suoi dirigenti - non i suoi attivisti, attenzione - i suoi dirigenti - abbiano conservato la minima cognizione di cosa sia la disciplina di partito. Poi uno si sorprende che Renzi stia dentro con un piede e fuori con l'altro (più la coda che scodinzola), ma insomma, se non sai perché il tuo partito sciopera magari prima chiedi in giro. Guarda che la cosa equivale più o meno a trovarsi al mare a Gabicce con la famiglia e a scrivere: "Non capisco perché la mia famiglia vada al mare a Gabicce, boh". Cioè, ti aspetti che gli sconosciuti te lo spieghino nei commenti? Nei commenti gli sconosciuti verranno a dirti che tu in seno a quella famiglia non conti un cazzo, ed è irrilevante che sia una famiglia aperta, moderna o post-.
Io poi se fossi un vicepresidente del PD, e mi rendessi conto che i miei pareri e le mie opinioni sono irrilevanti, tanto che il Partito fa cose che io non capisco, beh, forse me lo terrei per me. Per due motivi:
(1) Per disciplina di partito: perché fare parte di un Partito significa (ma questa cosa temo proprio non passi più) anteporre talvolta le necessità di un Partito alle proprie. A un certo punto si decide di fare una cosa e si fa, e stop alle discussioni. Non è che usi il blog per fare la fronda esterna, perdio, c'è scritto sulla colonnina che sei il vicepresidente. Cioè ma t'immagini Joe Biden che scrive sul blog che non capisce cosa sta facendo Obama? Una cosa così.
(2) Perché forse non sarei così ansioso di mostrare all'elettorato tutto che io non prendo parte parte alle decisioni, e non capisco nemmeno quello che il partito fa.
venerdì, settembre 02, 2011
Hang the centravanti
Per quanto tu possa pensare che stavolta è diverso, stavolta saranno tutti incazzati, perché insomma guarda cosa ha combinato il governo in estate, cioè stavolta non c'è storia, stavolta davvero barricate, poi,
poi arriva il primo settembre e torni a scuola, e senti tutte che effettivamente si lamentano; ma poi
poi guardi passare il foglio delle adesioni allo sciopero, ed è pieno di "no", e ti dicono che gli scioperi ormai li fanno solo quei capitalisti dei calciatori che non vogliono pagareilcontributodisolidarietà, fine.
E allora ti svegli, e ti ricordi che sei in Italia, e chiedi mentalmente scusa a Tremonti e Berlusconi e Bossi e compagnia, sì, dimenticavo, voi state solo eseguendo gli ordini. Mi ero un attimo dimenticato di chi vi ha messo lì. Maledetta memoria corta, maledette vacanze lunghe.
poi arriva il primo settembre e torni a scuola, e senti tutte che effettivamente si lamentano; ma poi
poi guardi passare il foglio delle adesioni allo sciopero, ed è pieno di "no", e ti dicono che gli scioperi ormai li fanno solo quei capitalisti dei calciatori che non vogliono pagareilcontributodisolidarietà, fine.
E allora ti svegli, e ti ricordi che sei in Italia, e chiedi mentalmente scusa a Tremonti e Berlusconi e Bossi e compagnia, sì, dimenticavo, voi state solo eseguendo gli ordini. Mi ero un attimo dimenticato di chi vi ha messo lì. Maledetta memoria corta, maledette vacanze lunghe.
Giulio, da' retta, stacca pure
(Via Wittgenstein)
Certo non manca del tutto di una sua nobiltà l'immagine del Superministro a tarda sera solo al lume del laptop, che sbriciola un tramezzino sulla tastiera: però davvero, visti i risultati forse è meglio che stacchi un po', ti fai un giro con gli amici. O forse il problema adesso è trovare degli amici, per cui preferisci stare al ministero fino a tardi; e salvare l'Italia come al solito è una scusa.
Certo non manca del tutto di una sua nobiltà l'immagine del Superministro a tarda sera solo al lume del laptop, che sbriciola un tramezzino sulla tastiera: però davvero, visti i risultati forse è meglio che stacchi un po', ti fai un giro con gli amici. O forse il problema adesso è trovare degli amici, per cui preferisci stare al ministero fino a tardi; e salvare l'Italia come al solito è una scusa.
mercoledì, agosto 24, 2011
martedì, agosto 23, 2011
Solidarietà a Marco Pasqua (se la vuole; ma anche se non)
Io lo so che questo è il momento in cui dovrei stringermi a Marco Pasqua ed esprimergli solidarietà per la volgare aggressione, fortunatamente fin qui soltanto verbale, di cui è stato vittima, ad opera di quel pagliaccio inquietante che sostiene di aver fondato il Partito Nazionalista Italiano. (ATTENZIONE: il link porta a un sito osceno con immagini molto esplicite).
E tuttavia so anche che se mi stringessi troppo a Pasqua rischierei di fargli venire un eczema, in quanto insegnante e antisemita di sinistra denunciabile alle autorità per aver scritto cose orribili tipo che i palestinesi lottano per la loro autodeterminazione, rendetevi conto, ci sono interrogazioni parlamentari su blogger che scrivono cose così.
Insomma Pasqua la mia solidarietà senza dubbio se la merita, ma probabilmente gli schifa, e quindi gliela testimonio da lontano: tieni duro, probabilmente anche questo tizio sbiadirà come tutte le tigri di carta (anche se è molto più inquietante di noialtri, bisogna dirlo). E che comunque per quanto possa offenderti sai benissimo che non ti danneggerà presso il tuo datore di lavoro; insomma, non è come dare della negazionista a un'insegnante, ecco (ok, smetto).
E tuttavia so anche che se mi stringessi troppo a Pasqua rischierei di fargli venire un eczema, in quanto insegnante e antisemita di sinistra denunciabile alle autorità per aver scritto cose orribili tipo che i palestinesi lottano per la loro autodeterminazione, rendetevi conto, ci sono interrogazioni parlamentari su blogger che scrivono cose così.
Insomma Pasqua la mia solidarietà senza dubbio se la merita, ma probabilmente gli schifa, e quindi gliela testimonio da lontano: tieni duro, probabilmente anche questo tizio sbiadirà come tutte le tigri di carta (anche se è molto più inquietante di noialtri, bisogna dirlo). E che comunque per quanto possa offenderti sai benissimo che non ti danneggerà presso il tuo datore di lavoro; insomma, non è come dare della negazionista a un'insegnante, ecco (ok, smetto).
lunedì, agosto 22, 2011
Al mercato mio padre taggò
Gente legge agenzie sulla liberazione di Tripoli, ed esalta su Twitter; l'esultanza su Twitter è prontamente ripresa dal tg1 edizione speciale, per via delle "giovani generazioni"(*) a cui evidentemente interessa l'esultanza altrui su Twitter. Io guardo il tg1 e trovo il dettaglio interessante, per cui lo scrivo su un blog che sarà automaticamente ripreso da friendfeed, facebook, e pure twitter, credo, per cui il cerchio si chiude, salvo che nel frattempo non mi ricordo più qual era la notizia. Ah sì.
Hanno liberato Tripoli, pare.
(*) Testuale di Giorgino, cioè, neanche una sola generazione: sono tante, tutte giovani, e twittano tutte. Nostalgia di Second Life.
Hanno liberato Tripoli, pare.
(*) Testuale di Giorgino, cioè, neanche una sola generazione: sono tante, tutte giovani, e twittano tutte. Nostalgia di Second Life.
venerdì, agosto 19, 2011
Siamo o non siamo la più grande democrazia del mondo ?
«Gli Stati Uniti appoggiano fermamente la politica di "una sola Cina" di Pechino e non sosterranno l’indipendenza di Taiwan - avrebbe detto Biden, secondo l’agenzia ufficiale - e riconoscono totalmente che il Tibet è una inalienabile parte della Cina»
E tanti saluti all'Homer Simpson locale
E tanti saluti all'Homer Simpson locale
domenica, agosto 14, 2011
Per Sondrio e Lodi non tiri fuori neanche un temperino
Occhiali o no, la faccia da culo di quest'uomo è inarrivabile. A proposito, Bergamo è la nona provincia d'Italia per popolazione, e se sul serio aboliranno Sondrio diventerà un territorio immenso e complesso; le probabilità che l'aboliscano sono piuttosto basse, ma senz'altro il giorno che succederà lui uscirà a gridare "Se tagliano la regione LombardoVeneto vi facciamo vedere le doppiette".
Bossi alla carica: «Se tagliano
Bossi alla carica: «Se tagliano
Bergamo, prendono i fucili»
Mi sanguina il cuore per... Gramellini
Se non si stesse discutendo intorno alla mia pelle tutta questa caciara sarebbe divertente. Molto più divertente dei soliti scandali d'agosto. Scoprire che quando sui giornali parlano di "ceto medio", intendono quelli da novantamila euro l'anno, insomma per tutti questi anni mi sono creduto un cetomedio e invece evidentemente ero un prolet, ma potevate dirmelo prima (così magari votavo Ferrando).
Il padre di una famiglia numerosa che incassa 90 mila euro lordi l'anno (circa 4000 netti al mese) non è un Super Ricco e nemmeno un Medio Alto. E' un Medio Impoverito...
E adesso mi tocca andare a letto pensando all'impoverimento di Gramellini.
Il padre di una famiglia numerosa che incassa 90 mila euro lordi l'anno (circa 4000 netti al mese) non è un Super Ricco e nemmeno un Medio Alto. E' un Medio Impoverito...
E adesso mi tocca andare a letto pensando all'impoverimento di Gramellini.
venerdì, agosto 12, 2011
A man will beg, a man will crawl
It's no secret that the stars are falling from the sky
It's no secret that our world is in darkness tonight
They say the sun is sometimes eclipsed by a moon
You know I don't see you when she walks in the room
It's no secret that a friend is someone who lets you help
It's no secret that a liar won't believe anyone else
They say a secret is something you tell one other person
So I'm telling you, child
Love...we shine like a
Burning star
We're falling from the sky
Tonight
A man will beg
A man will crawl
On the sheer face of love
Like a fly on a wall
It's no secret at all
It's no secret that a conscience can sometimes be a pest
It's no secret ambition bites the nails of success
Every artist is a cannibal, every poet is a thief
All kill their inspiration and sing about their grief
Over love... we shine like a
Burning star
We're falling from the sky
Tonight
It's no secret that the stars are falling from the sky
The universe exploded 'cause of one man's lie
Look, I gotta go, yeah I'm running outta change
There's a lot of things if I could I'd rearrange
It's no secret that our world is in darkness tonight
They say the sun is sometimes eclipsed by a moon
You know I don't see you when she walks in the room
It's no secret that a friend is someone who lets you help
It's no secret that a liar won't believe anyone else
They say a secret is something you tell one other person
So I'm telling you, child
Love...we shine like a
Burning star
We're falling from the sky
Tonight
A man will beg
A man will crawl
On the sheer face of love
Like a fly on a wall
It's no secret at all
It's no secret that a conscience can sometimes be a pest
It's no secret ambition bites the nails of success
Every artist is a cannibal, every poet is a thief
All kill their inspiration and sing about their grief
Over love... we shine like a
Burning star
We're falling from the sky
Tonight
It's no secret that the stars are falling from the sky
The universe exploded 'cause of one man's lie
Look, I gotta go, yeah I'm running outta change
There's a lot of things if I could I'd rearrange
Ah, ma quindi tutto questo casino solo perché vi serviva la mia tredicesima
Cioè, bastava chiedermela con garbo, e io magari ve la davo.
(Pezzenti).
(Pezzenti).
giovedì, agosto 11, 2011
Io non ti amo e neanche tu
Prima o poi qualcuno a Rai1 - privatizzata o meno - farà due conti e dirà: sai che c'è? Invece di pagare format per pacchi e giochi vari, a settembre nell'access prime time ci lasciamo Da Da Da, che mal che vada ti fa il 20% gratis, dico gratis (magari ogni tanto lanci i torsoli di mela della mensa di via Nomentana ai precari nei sotterranei che spulciano gli archivi).
Poi qualche anno dopo qualcun altro dirà di nuovo: sai che c'è? eliminiamo tutto, anche Uno Mattina, al posto ci mettiamo un Da Da Da fatto soltanto di spezzoni di vecchi Uno Mattina. E al posto del tg1 un Da Da Da di vecchi tg1 (tanto la pantera di quest'anno funziona più o meno come quella del 1990). Insomma, basta presente, abbiamo nei cassetti così tanto passato che possiamo mescolarlo a piacimento per l'eternità. E così finalmente sul canale 1 del telecomando avremo una versione un po' rudimentale di youtube. Gli altri canali non tarderanno a copiare.
Poi qualche anno dopo qualcun altro dirà di nuovo: sai che c'è? eliminiamo tutto, anche Uno Mattina, al posto ci mettiamo un Da Da Da fatto soltanto di spezzoni di vecchi Uno Mattina. E al posto del tg1 un Da Da Da di vecchi tg1 (tanto la pantera di quest'anno funziona più o meno come quella del 1990). Insomma, basta presente, abbiamo nei cassetti così tanto passato che possiamo mescolarlo a piacimento per l'eternità. E così finalmente sul canale 1 del telecomando avremo una versione un po' rudimentale di youtube. Gli altri canali non tarderanno a copiare.
giovedì, agosto 04, 2011
La vostra droga si chiama Francesco
Dopo il fondo di Alberoni su Amy Winehouse, delirante ma banale come dev'essere, boh, lo sballo da metadone? ho ricevuto molte telefonate di persone addolorate che mi chiedevano perché ci sia ancora gente che legge Alberoni, e Alberoni che scrive per loro. E, ricordando Indro Montanelli, Beniamino Placido, Igor Man, Giuseppe D'Avanzo, mi è venuto spontaneo fare un confronto. Costoro appaiono morti: ma appena li rileggi te li ritrovi dinnanzi, ancora vivi: quando leggi Alberoni invece no, non ti è mai sembrato che Alberoni fosse una creatura vivente.
Tutto il giornalismo italiano, anche negli anni Sessanta, da Enzo Biagi a Oriana Fallaci, parla di cose che succedono alla gente, guerre, amori, nobili imprese, torbidi delitti eccetera. Alberoni no. Alberoni non parla mai di nulla. È un prodotto che nasce dall’espansione di sé, dal superamento dei fatti esterni. È espressione di esperienze parossistiche possibili solo con la droga. Sì, secondo me chi legge questa roba sulle panchine o sul divano deve farsi, e anche di brutto, e questo spiega perché io in Alberoni non ci sia mai riuscito a trovare nulla. Tutto è nato negli anni Sessanta negli Stati Uniti e in Inghilterra con una rivoluzione dei valori, del costume, della musica e la contemporanea diffusione dell'Lsd, dell’eroina, della marijuana, della cocaina. Da allora l'uso delle droghe ha continuato a crescere. Oggi ha già cambiato le relazioni fra i sessi e non solo nelle discoteche e nei droga party. Anche sulla prima pagina del Corriere. E modifica le relazioni sociali perché numerosi professionisti sono diventati emotivamente indifferenti e si leggono qualsiasi cazzata. Un giorno gli storici ricorderanno questo periodo come «il periodo della droga», un po’ come facciamo noi quando ricordiamo le fumerie d'oppio e la guerra dell'oppio in Cina. Cioè, in realtà noi non lo facciamo, io mi sarò sfogliato una dozzina di manuali di storia e di solito le guerre dell'oppio si inquadrano nel contesto economico dell'espansione imperialista, insomma l'idea che la Cina sia improvvisamente sprofondata nell'oppio, come tante altre cose, è un puro parto della fumisteria mentale di Alberoni. E di chi lo legge. E insomma io non sarei un proibizionista, però potremmo venirci incontro: se insieme alla droga mi promettete di proibire anche la produzione di articoli di Alberoni, io un pensierino ce lo faccio.
Tutto il giornalismo italiano, anche negli anni Sessanta, da Enzo Biagi a Oriana Fallaci, parla di cose che succedono alla gente, guerre, amori, nobili imprese, torbidi delitti eccetera. Alberoni no. Alberoni non parla mai di nulla. È un prodotto che nasce dall’espansione di sé, dal superamento dei fatti esterni. È espressione di esperienze parossistiche possibili solo con la droga. Sì, secondo me chi legge questa roba sulle panchine o sul divano deve farsi, e anche di brutto, e questo spiega perché io in Alberoni non ci sia mai riuscito a trovare nulla. Tutto è nato negli anni Sessanta negli Stati Uniti e in Inghilterra con una rivoluzione dei valori, del costume, della musica e la contemporanea diffusione dell'Lsd, dell’eroina, della marijuana, della cocaina. Da allora l'uso delle droghe ha continuato a crescere. Oggi ha già cambiato le relazioni fra i sessi e non solo nelle discoteche e nei droga party. Anche sulla prima pagina del Corriere. E modifica le relazioni sociali perché numerosi professionisti sono diventati emotivamente indifferenti e si leggono qualsiasi cazzata. Un giorno gli storici ricorderanno questo periodo come «il periodo della droga», un po’ come facciamo noi quando ricordiamo le fumerie d'oppio e la guerra dell'oppio in Cina. Cioè, in realtà noi non lo facciamo, io mi sarò sfogliato una dozzina di manuali di storia e di solito le guerre dell'oppio si inquadrano nel contesto economico dell'espansione imperialista, insomma l'idea che la Cina sia improvvisamente sprofondata nell'oppio, come tante altre cose, è un puro parto della fumisteria mentale di Alberoni. E di chi lo legge. E insomma io non sarei un proibizionista, però potremmo venirci incontro: se insieme alla droga mi promettete di proibire anche la produzione di articoli di Alberoni, io un pensierino ce lo faccio.
Chi sa, fa; chi non sa fare insegna a scuola; chi non sa cos'è una scuola fa l'esperto per il Corriere
A questo punto io credo di avere scritto talmente tanti pezzi sulle prove Invalsi che se ne butto giù anche solo un altro a qualche lettore non molto appassionato all'argomento gli esplode la testa tipo come in quei film di quando ero bambino e ci si domanda come abbiamo fatto a crescere sani (R.: non siamo cresciuti sani).
E tuttavia si continua a parlare di Invalsi: si continuano a dire potentissime cazzate sui questionari Invalsi: cose che potrebbe dire soltanto una persona che non li avesse mai letti, e invece le dicono i consulenti del ministero: permettendosi pure di dare ai genitori consigli assurdi, ché a quest'ora i ragazzi si sono iscritti a scuola da, diciamo, sei o sette mesi? E qui c'è un "esperto" che scrive:
prima di iscrivere i propri figli a settembre, dovrebbero richiedere i test Invalsi della scuola a cui intendono iscrivere i ragazzi e paragonarli a quelle di altre scuole e alla media della propria città.
E comunque ce lo vedo il genitore-che-legge-il-corriere che va in segreteria a domandare "i risultati delle prove invalsi", e se non gli ridono in faccia probabilmente gli mostrano una scatola con una risma di tabulati e poi gli ridono in faccia comunque: vada vada a paragonarli con le risme di altre scuole e ci faccia pure la media, che magari se poi ce la vuol dire, interessa pure a noi,
Ma vedo che a qualcuno comincia già a dilatarsi il capoccione, così per stavolta vi rimando a Galatea.
E tuttavia si continua a parlare di Invalsi: si continuano a dire potentissime cazzate sui questionari Invalsi: cose che potrebbe dire soltanto una persona che non li avesse mai letti, e invece le dicono i consulenti del ministero: permettendosi pure di dare ai genitori consigli assurdi, ché a quest'ora i ragazzi si sono iscritti a scuola da, diciamo, sei o sette mesi? E qui c'è un "esperto" che scrive:
prima di iscrivere i propri figli a settembre, dovrebbero richiedere i test Invalsi della scuola a cui intendono iscrivere i ragazzi e paragonarli a quelle di altre scuole e alla media della propria città.
E comunque ce lo vedo il genitore-che-legge-il-corriere che va in segreteria a domandare "i risultati delle prove invalsi", e se non gli ridono in faccia probabilmente gli mostrano una scatola con una risma di tabulati e poi gli ridono in faccia comunque: vada vada a paragonarli con le risme di altre scuole e ci faccia pure la media, che magari se poi ce la vuol dire, interessa pure a noi,
Ma vedo che a qualcuno comincia già a dilatarsi il capoccione, così per stavolta vi rimando a Galatea.
mercoledì, agosto 03, 2011
Ancora più deserto di così
Ventura: "Dirigenti Rai servi della politica
grazie a loro un deserto culturale"
La conduttrice passata a Sky racconta a Vanity Fair la situazione nella tv di Stato. "Il direttore di RaiDue Liofredi, il peggiore. Voleva impormi personaggi indecenti".
Non so voi, ma per me è come se Jack lo Squartatore in un'intervista si lamentasse perché i vicoli di Londra fanno schifo, e l'illuminazione notturna è lacunosa a dir poco, e insomma le signorine non possono passeggiare in tutta tranquillità; però dal momento che costei è quella che riuscì a portare Leone di Lernia all'Isola dei famosi (in esclusiva, immagino), a questo punto sono curioso: quali sono i personaggi indecenti che le volevano imporre e che lei non intendeva farsi imporre? Il pitone di Ilona Staller? Mandingo il segreto dei Pornostar? Cioè, dopo che hai toccato il fondo, hai scavato, hai consumato pale e badili, le unghie, hai scoperto Facchinetti Jr, più sotto cosa c'è? Quali creature lovecraftiane?
venerdì, luglio 29, 2011
Capisci che sei in Lombardia quando
Ti svegli, metti su Milanow, e passa il titolo 'Bambino cinese si getta sotto un'auto davanti all'asilo'.
lunedì, luglio 25, 2011
Terrorismo: da vittima a fan il passo è breve ?
«Finalmente si sta risvegliano una coscienza comune per difendersi dalle forti invasioni che i cercatori di profitti a ogni costo di tutto il mondo ci hanno costretto a subire tenendoci in ostaggio con mille bugie senza poter reagire. Questa gente distrugge il nostro benessere, la nostra religione cristiana e la nostra cultura. Pertanto viva Breivik»
Bruno Berardi * - Associazione Domus Civitas vittime della mafia e del terrorismo
* figlio di Rosario Berardi, ucciso dalle Br
Bruno Berardi * - Associazione Domus Civitas vittime della mafia e del terrorismo
* figlio di Rosario Berardi, ucciso dalle Br
sabato, luglio 23, 2011
giovedì, luglio 21, 2011
Que vont charmant masques et bergamasques
Io a Bergamo credo di non esserci mai stato ed è assurdo, la Lombardia l'ho girata in lungo in largo passando per buchi di culo assai meno charmants (Leno, Edolo, Pontida, Calvisano). Se penso a Bergamo mi viene in mente solo la colonnaccia sull'autostrada ed è un peccato, tutti quelli che ci sono stati mi hanno detto che è bellissima. Mi hanno anche detto che non se l'immaginavano, cioè uno non pensa a Bergamo come una città bella, non gli viene in mente. Io a questo punto credo che sia un problema degli abitanti (ovviamente non tutti) che si vergognano di vivere in una potenziale località turistica e preferirebbero vivere in una spelonca o una casa popolare, un posto dove a nessun forestiero venga in mente di andarli a trovare. Voglio dire che essere nati belli, nell'ideologia leghista, è un handicap: c'è il rischio che s'innamorino di te persino i negher, e magari poi di sposare la cugina di secondo grado per salvare la stirpe orobica ti passa la voglia.
Comunque, cari bergamaschi, finché i vostri amministratori sono stronzi così, io vi accontento. Che città belle non ne mancano, grazie al cielo; e nel più dei casi ti fanno mangiare quel che ti pare.
Comunque, cari bergamaschi, finché i vostri amministratori sono stronzi così, io vi accontento. Che città belle non ne mancano, grazie al cielo; e nel più dei casi ti fanno mangiare quel che ti pare.
Preso in retromarcia dalla macchina del fango
Ho i riflessi un po' lenti ultimamente e francamente non riuscivo a capire che bisogno aveva Libero di andare a ripescare la D'Addario, un vecchio caso piuttosto deprimente che dopo lo scoppio del bunga-bunga era scivolato sullo sfondo. Oggi ho capito (ci ho messo tanto, scusate): siamo in pieno scandalo Murdoch, il frame di questi giorni è "giornalisti cattivi e corrotti intercettano la povera gente e corrompono perfino i politici"; a questo punto tu paghi la D'Addario (che ovviamente è sul mercato, lo è sempre stata) e di colpo lei si mette ad accusare un gruppo editoriale di averla costretta a intercettare Berlusconi. E ovviamente il perfido gruppo editoriale fa capo a De Benedetti, quello che vuole prosciugare i poveri risparmi faticosamente messi assieme da Silvio in una vita di stenti e sacrifici.
Ecco, questa cosa di voler presentare Berlusconi come vittima dell'ingerenza del sistema mediatico ha un che di veramente ucronico, è come quando giochi a civilization e incontri Gandhi che minaccia di raderti al suolo con l'atomica, è Garibaldi che dice il rosario, Napoleone per la pace del mondo.
Ecco, questa cosa di voler presentare Berlusconi come vittima dell'ingerenza del sistema mediatico ha un che di veramente ucronico, è come quando giochi a civilization e incontri Gandhi che minaccia di raderti al suolo con l'atomica, è Garibaldi che dice il rosario, Napoleone per la pace del mondo.
mercoledì, luglio 20, 2011
Non siate insensibili al grido di dolore
Berlusconi chiede più poteri
"Non posso neanche cambiare un ministro"
Leggi: ormai le sveltine mi tocca pagarle di tasca mia.
Schiacciato dalle continue pressioni dell'amante
Ho guardato un pezzo di tgminzo, praticamente a loro risulta che Parolisi era distrutto, c'era questa amante che non lo lasciava stare, lo premeva di continuo, certe volte lui addirittura piangeva di nascosto, insomma la moglie ha proprio dovuto ammazzarla. Perché era schiacciato dalle continue pressioni dell'amante.
martedì, luglio 19, 2011
Carpi è un esperimento sociologico fuori controllo
Ci sono certi posti - non dirò quali, sennò parte la trita gara a chi ci ha il campanile più lungo - dove le visite mutuate si possono prenotare al telefono, ecco per esempio a Carpi non si possono.
Però si possono prenotare alla Coop.
Però si possono prenotare alla Coop.
Qui ci vuole un chirurgo maxillofacciale
Per dimostrare che non è stato di fatto commissariato, che è ancora in grado di dare una scossa positiva al Paese, questo governo ripone tutte le speranze in un progetto di riforma costituzionale scritto da questo signore:
(Ah, non è che per trovare una posa così ho dovuto cercare "foto buffe calderoli", eh, anzi, è una delle più normali che ho trovato).
(Ah, non è che per trovare una posa così ho dovuto cercare "foto buffe calderoli", eh, anzi, è una delle più normali che ho trovato).
domenica, luglio 17, 2011
mercoledì, luglio 13, 2011
giovedì, giugno 30, 2011
Sì! Vengo! Ideale, convertici!
La Gelmini che infila per sbaglio Fogazzaro tra i crepuscolari mi ha fatto venire in mente che tra le poesie meno note di Gozzano ce n'è una, appunto, dove ci si prende gioco di una "molto fogazzariana Circe famelica", una marchesa che invita il poeta, "positivista irredento" a casa sua per... convertirlo?
Così la vado a cercare. (Gloria a Liberliber e al ctrl+F).
Piccola parentesi: anch'io ero un maturando del '92 (sì, è tutta invidia la mia, se avessi sgobbato più sodo ora sicuramente farei il Ministro) e quello scritto fu un'incredibile botta di culo, dal momento che all'orale portavo una specie di tesina su Gozzano, poeta che ammiravo molto e che di lì in poi ho praticamente smesso di leggere, come succede un po' con tutte le cose che ti piacciono a 18 anni, Baudelaire i Doors De Gregori. Ho smesso anche perché Gozzano non è che abbia scritto molto, le sue poesie rilevanti sono una trentina, il che rende possibile diventare gozzanisti di un certo livello non dico in mezza giornata, ma in un buon fine settimana. Però ogni volta che mi capita di incocciare in una poesia sua mi stupisco di nuovo. Può darsi che non fosse un grande lirico, e i contemporanei avevano qualche ragione per guardare con sospetto alla sua prosodia un po' facilona, ma è invecchiato straordinariamente bene, così come altri personaggi di quella fase Liberty (Palazzeschi, Moretti, Govoni), che sulla distanza risultano molto meno impolverati di tanti emetici ermetici novecentisti. Gozzano in particolare ha questa sensibilità assolutamente camp per tutto quello che vede e ascolta e legge: non siamo neanche nel 1910 e Fogazzaro non è più considerato un autore, ma un fenomeno di costume, da riassumere in due righe, impossibile da prendere sul serio. La poesiola poi non sarà un granché, ma ha quel crescendo di nonsense burchiellesco "Le basi... le punte incorrotte... il the... Fogazzaro... Marchesa!" che continua a lasciare di stucco, è come se il foglio si accartocciasse da solo prima di arrivare al cestino. (L'edizione di liberliber ha un refuso, quel convertirci è da leggere convèrtici).
Così la vado a cercare. (Gloria a Liberliber e al ctrl+F).
Piccola parentesi: anch'io ero un maturando del '92 (sì, è tutta invidia la mia, se avessi sgobbato più sodo ora sicuramente farei il Ministro) e quello scritto fu un'incredibile botta di culo, dal momento che all'orale portavo una specie di tesina su Gozzano, poeta che ammiravo molto e che di lì in poi ho praticamente smesso di leggere, come succede un po' con tutte le cose che ti piacciono a 18 anni, Baudelaire i Doors De Gregori. Ho smesso anche perché Gozzano non è che abbia scritto molto, le sue poesie rilevanti sono una trentina, il che rende possibile diventare gozzanisti di un certo livello non dico in mezza giornata, ma in un buon fine settimana. Però ogni volta che mi capita di incocciare in una poesia sua mi stupisco di nuovo. Può darsi che non fosse un grande lirico, e i contemporanei avevano qualche ragione per guardare con sospetto alla sua prosodia un po' facilona, ma è invecchiato straordinariamente bene, così come altri personaggi di quella fase Liberty (Palazzeschi, Moretti, Govoni), che sulla distanza risultano molto meno impolverati di tanti emetici ermetici novecentisti. Gozzano in particolare ha questa sensibilità assolutamente camp per tutto quello che vede e ascolta e legge: non siamo neanche nel 1910 e Fogazzaro non è più considerato un autore, ma un fenomeno di costume, da riassumere in due righe, impossibile da prendere sul serio. La poesiola poi non sarà un granché, ma ha quel crescendo di nonsense burchiellesco "Le basi... le punte incorrotte... il the... Fogazzaro... Marchesa!" che continua a lasciare di stucco, è come se il foglio si accartocciasse da solo prima di arrivare al cestino. (L'edizione di liberliber ha un refuso, quel convertirci è da leggere convèrtici).
"Non radice, sed vertice..."
a Golia
per la molto fogazzariana Circe famelica
che tu sai...
per la molto fogazzariana Circe famelica
che tu sai...
Un tulle, verdognolo d'alga,
l'avvolge: bellissimo all'occhio,
ed Ella m'accenna dal cocchio -
si sfolla il teatro - ch'io salga:
l'avvolge: bellissimo all'occhio,
ed Ella m'accenna dal cocchio -
si sfolla il teatro - ch'io salga:
"Positivista irredento
un'ora fraterna e un the raro
a casa vo' darle e il commento
dell'opere di Fogazzaro".
un'ora fraterna e un the raro
a casa vo' darle e il commento
dell'opere di Fogazzaro".
Sì! Vengo! Ideale, convertici
gli ardori dell'anime calme;
uniscile come le palme
toccantesi solo coi vertici.
gli ardori dell'anime calme;
uniscile come le palme
toccantesi solo coi vertici.
Le forme bellissime sue
non curo, o Signora! Il Maestro
(non so se pudìco o maldestro)
ci vieta servircene a due.
non curo, o Signora! Il Maestro
(non so se pudìco o maldestro)
ci vieta servircene a due.
Daniele non bacia la bocca,
ma fugge per Fede e Speranza,
vaporeggiando a distanza
l'amor della Donna non tocca.
ma fugge per Fede e Speranza,
vaporeggiando a distanza
l'amor della Donna non tocca.
Ah! Lungi l'orrore dei sensi!
E noi penseremo, o Signora,
l'azzurreggiante d'incensi
Cappella Sistina canora.
E noi penseremo, o Signora,
l'azzurreggiante d'incensi
Cappella Sistina canora.
Papaveri! E l'ora più blanda
faremo, Signora, con quella
del Sonno tremenda sorella:
(prodigio di versi!...) Miranda.
faremo, Signora, con quella
del Sonno tremenda sorella:
(prodigio di versi!...) Miranda.
Dispongo le carni compunte,
Marchesa, mia pura sorella,
la palma pensando, che snella
non lega le basi alle punte.
Marchesa, mia pura sorella,
la palma pensando, che snella
non lega le basi alle punte.
Le basi... le punte incorrotte...
il the... Fogazzaro... Marchesa!
Ma questo sparato mi pesa!
Non ho la camicia da notte...
il the... Fogazzaro... Marchesa!
Ma questo sparato mi pesa!
Non ho la camicia da notte...
venerdì, giugno 24, 2011
Carmelo, la numero cinque siamo noi
E' morto Peter Falk. Il suo Colombo è stato per molti anni la cosa meglio scritta che potevamo trovare alla domenica in tv. Lui poi ha anche recitato in tutti quei film di Wenders con gli angeli e si sa. Però. Però, cosa ci volete fare, per me Peter Falk è Carmelo.
giovedì, giugno 23, 2011
Il nostro quarto d'ora di dossieraggio
Comincia a far caldo davvero, con effetti interessanti su chi sta troppo tempo su Internet e non è già di suo sempre in bolla.
Per esempio, Pontifex ha pubblicato un dossier su Mazzetta - il che sarebbe già abbastanza esilarante di suo, un dossier su Mazzetta di Pontifex - sennonché uno dei documenti più scottanti del dossier è un delirio indymediano del 2005, dove Mazzetta veniva identificato come nick di "un gruppo appositamente costituito per infiltrare e controllare indymedia". Se non avete la minima idea di cosa state leggendo, non è grave (anzi).
Però fidatevi che Pontifex che usa Indymedia come fonte per sputtanare Mazzetta è una di quelle cose che poi nei film il mondo implode, l'asse terrestre si scardina, il cielo si accartoccia, cioè, come faccio a trovare un'equivalenza... è un po' come se Gesù e Satana si mettessero d'accordo per pestare Buddha, come se la Juventus avesse comprato tutti gli arbitri ma per far vincere i campionati al Torino di Mondonico, come se Berlusconi volesse farsi intestare l'Italia prima di morire contento lasciando tutti i suoi beni a Di Pietro, insomma, comincia a far caldo davvero, e ne abbiamo per un paio di mesi, sarà fortissimo.
Per esempio, Pontifex ha pubblicato un dossier su Mazzetta - il che sarebbe già abbastanza esilarante di suo, un dossier su Mazzetta di Pontifex - sennonché uno dei documenti più scottanti del dossier è un delirio indymediano del 2005, dove Mazzetta veniva identificato come nick di "un gruppo appositamente costituito per infiltrare e controllare indymedia". Se non avete la minima idea di cosa state leggendo, non è grave (anzi).
Però fidatevi che Pontifex che usa Indymedia come fonte per sputtanare Mazzetta è una di quelle cose che poi nei film il mondo implode, l'asse terrestre si scardina, il cielo si accartoccia, cioè, come faccio a trovare un'equivalenza... è un po' come se Gesù e Satana si mettessero d'accordo per pestare Buddha, come se la Juventus avesse comprato tutti gli arbitri ma per far vincere i campionati al Torino di Mondonico, come se Berlusconi volesse farsi intestare l'Italia prima di morire contento lasciando tutti i suoi beni a Di Pietro, insomma, comincia a far caldo davvero, e ne abbiamo per un paio di mesi, sarà fortissimo.
lunedì, giugno 20, 2011
sabato, giugno 18, 2011
Dio odia i maestrini
E li punisce con l'ortodattilografia. Adesso vi infliggo l'ennesimo roboante attacco di Facci a Di Pietro.
Di Pietro fa ridere, ma Di Pietro non fa ridere. Di Pietro è pericoloso, anche se noi lo esorcizziamo ridendo: e ora che si atteggia improvvisamente a moderato-inamidato, tutto impettito e rinceppato, è anche più facile capire il suo gioco. Lo vedi tutto trattenuto, represso, coi mannaggia rinfoderati nel carniere, mentre spende pubblicamente ogni parola che impara (ormai ne conoscerà almeno duecento)
Di solito quando qualcuno scrive una cosa del genere, Dio lo punisce facendogli commettere un errore pesante nel giro di 10 righe. Vediamo. Una, due, tre, quattro, cinque...
Tutta qui l’analisi? Di Pietro, cioè, mira ai berlusconiani delusi come un Casini qualsiasi, che infatti ha ripetuto più o meno le stesse parole? Ma non è un’analisi da poco, visto che la classe politica degli ultimi quindic’anni mostra di non averlo capito.
Aha. Quindic'anni. Facci, è nelle prime dieci pagine. Le prime dieci pagine del manuale di grammatica. Di solito gli apostrofi stanno lì.
Il pezzo finisce qui, prima che facci anch'io un errore orribile.
Di Pietro fa ridere, ma Di Pietro non fa ridere. Di Pietro è pericoloso, anche se noi lo esorcizziamo ridendo: e ora che si atteggia improvvisamente a moderato-inamidato, tutto impettito e rinceppato, è anche più facile capire il suo gioco. Lo vedi tutto trattenuto, represso, coi mannaggia rinfoderati nel carniere, mentre spende pubblicamente ogni parola che impara (ormai ne conoscerà almeno duecento)
Di solito quando qualcuno scrive una cosa del genere, Dio lo punisce facendogli commettere un errore pesante nel giro di 10 righe. Vediamo. Una, due, tre, quattro, cinque...
Tutta qui l’analisi? Di Pietro, cioè, mira ai berlusconiani delusi come un Casini qualsiasi, che infatti ha ripetuto più o meno le stesse parole? Ma non è un’analisi da poco, visto che la classe politica degli ultimi quindic’anni mostra di non averlo capito.
Aha. Quindic'anni. Facci, è nelle prime dieci pagine. Le prime dieci pagine del manuale di grammatica. Di solito gli apostrofi stanno lì.
Il pezzo finisce qui, prima che facci anch'io un errore orribile.
sabato, giugno 11, 2011
L'inno nazionale di me medesimo
Qu'est-c'que j'ai fait de mes clés,
Mes lunettes et mes papiers,
Mon veston, mon lorgnon, mon étui d'accordéon,
Oui je sais je perds tout mais c'que j'veux pas
C'est qu'on se moque de moi
Où est-ce que j'ai mis mes outils,
Ma pipe et mon parapluie,
Ma bell' soeur, mon tambour et ma tante de Saint Flour,
Oui je sais je perds tout mais c'que j'veux pas
C'est qu'on se moque de moi.
Où est mon bâton, mon bouton,
Mon tonton, mon saucisson
Mon cousin Célestin qui était académicien
Oui je sais je perds tout mais c'que j'veux pas
C'est qu'on se moque de moi
Où sont mes gouttes, mes pastilles
Mon sirop, ma camomille,
Ma potion, mon cachet, mes piqûres et mon bonnet
Oui je sais je perds tout mais c'que j'veux pas
C'est qu'on se moque de moi
Qu'est-ce que j'ai fait des paroles
De cett' satanée chanson?
Je les ai oubliées, elles doivent être à la maison,
Oui je sais je perds tout mais c'que j'veux pas
C'est qu'on se moque de moi
La la la la la la la
La la la la la la la
La la la la la la la la la la la la la
La la la la la la la la la la
La la la la la la la !
Boff.
Caustico?
E' una storia di merda (via Mantellini): il padre di un bambino morto sotto i ferri ha messo il chirurgo alla gogna su facebook. E poi nell'ultimo capoverso c'è scritto che il tal rappresentante di categoria è "caustico".
Caustico?
Caustico?
giovedì, giugno 09, 2011
domenica, giugno 05, 2011
Il trend dell'Estate 2011
è abbandonare i bambini negli autoveicoli (Roma, Valdarno).
...E puntualmente risorge il dubbio: fino a pochi mesi fa non succedeva quasi mai, e adesso? Cioè, d'accordo, la crisi dei valori e la crisi della soglia d'attenzione, sarà sicuramente anche colpa di facebook e dei cellulari, ma possibile che abbiamo perso tutti i valori e l'attenzione nel giro di qualche settimana?
Forse che una volta la gente abbandonava per ore i figli e ciò non costituiva notizia? Sono più attenti i passanti a spiare negli abitacoli? Cioè, magari prima se passavo per un parcheggio e vedevo due gemelli di undici mesi che piangevano dentro un abitacolo non ci facevo caso, ma adesso mi vengono in mente i terribili fatti di cronaca e chiamo i carabinieri?
...E puntualmente risorge il dubbio: fino a pochi mesi fa non succedeva quasi mai, e adesso? Cioè, d'accordo, la crisi dei valori e la crisi della soglia d'attenzione, sarà sicuramente anche colpa di facebook e dei cellulari, ma possibile che abbiamo perso tutti i valori e l'attenzione nel giro di qualche settimana?
Forse che una volta la gente abbandonava per ore i figli e ciò non costituiva notizia? Sono più attenti i passanti a spiare negli abitacoli? Cioè, magari prima se passavo per un parcheggio e vedevo due gemelli di undici mesi che piangevano dentro un abitacolo non ci facevo caso, ma adesso mi vengono in mente i terribili fatti di cronaca e chiamo i carabinieri?
giovedì, giugno 02, 2011
Ci voleva proprio Testa
Ma questa idea per cui la persona adatta a rappresentare il pro-nucleare italiano, a metterci la faccia, doveva essere un pubblicitario - cioè uno che di mestiere pralina la merda - e non c'è niente di male, capiamoci, però: sul serio? la faccia più adatta che siete riusciti a trovare è un pralinatore di merda di professione?
Ma ci avete mai sul serio creduto al nucleare? O è un'altra balla a lungo termine che vi siete inventati in mancanza d'altro, stile Ponte di Messina, o i ministeri a Milano?
Ma ci avete mai sul serio creduto al nucleare? O è un'altra balla a lungo termine che vi siete inventati in mancanza d'altro, stile Ponte di Messina, o i ministeri a Milano?
martedì, maggio 31, 2011
Sondaggi politici: la parola agli esperti
"Polemiche a parte, a meno di un mese dal voto si può iniziare a riflettere sui risultati dei primi sondaggi. Se per Luigi Crespi il sindaco uscente, Letizia Moratti, si attesterebbe sul 48% e lo sfidante, Giuliano Pisapia si fermerebbe al 42-44%, secondo Euromedia Research il candidato del centrodestra potrebbe arrivare invece fino al 50,8%, contro un più modesto 39,4% dell’avversario di centrosinistra."
"Nicola Piepoli, intervistato da IlSussidiario.net, è ancora più netto: «Non è in discussione la vittoria di Letizia Moratti. Bisogna soltanto capire se questa avverrà al primo o al secondo turno. Certo, noi ricercatori non siamo oracoli, ma probabilisti. Detto questo, Lady Moratti ha più di 5 punti di vantaggio e viaggia attorno al 50%». Non ci potrebbe essere un recupero da parte dello sfidante? «Ripeto, di doman non c'è certezza, diceva Lorenzo a Firenze, tutto è probabile, ma per perdere l’attuale sindaco dovrà impegnarsi fortemente»"(...)
"E questa spiacevole vicenda dei cartelli “Via le Br dalle procure” non inciderà? «Non si tratta di fogne da aggiustare o di marciapiedi da riparare. Di conseguenza tutte queste parole non incideranno sul voto. Vede, anche questa diceria secondo cui la Moratti sarebbe in calo di popolarità non corrisponde al vero."
"E la popolarità del candidato sostenuto del centrosinistra? «È buona, anche se questo schieramento avrebbe di sicuro avuto più chance (poche) candidando Boeri. Semplificando, il voto moderato ha sempre avuto meno difficoltà con i democristiani rispetto che con i comunisti. Non a caso in questo modo la Dc ha governato per 50 anni. Oggi gli ex comunisti sono molto più organizzati degli ex democristiani, si pensi al risultato delle primarie, restano però in ogni caso meno abili nell’intercettare i voti"
(vedi anche "Petrolio:la parola agli esperti")
"Nicola Piepoli, intervistato da IlSussidiario.net, è ancora più netto: «Non è in discussione la vittoria di Letizia Moratti. Bisogna soltanto capire se questa avverrà al primo o al secondo turno. Certo, noi ricercatori non siamo oracoli, ma probabilisti. Detto questo, Lady Moratti ha più di 5 punti di vantaggio e viaggia attorno al 50%». Non ci potrebbe essere un recupero da parte dello sfidante? «Ripeto, di doman non c'è certezza, diceva Lorenzo a Firenze, tutto è probabile, ma per perdere l’attuale sindaco dovrà impegnarsi fortemente»"(...)
"E questa spiacevole vicenda dei cartelli “Via le Br dalle procure” non inciderà? «Non si tratta di fogne da aggiustare o di marciapiedi da riparare. Di conseguenza tutte queste parole non incideranno sul voto. Vede, anche questa diceria secondo cui la Moratti sarebbe in calo di popolarità non corrisponde al vero."
"E la popolarità del candidato sostenuto del centrosinistra? «È buona, anche se questo schieramento avrebbe di sicuro avuto più chance (poche) candidando Boeri. Semplificando, il voto moderato ha sempre avuto meno difficoltà con i democristiani rispetto che con i comunisti. Non a caso in questo modo la Dc ha governato per 50 anni. Oggi gli ex comunisti sono molto più organizzati degli ex democristiani, si pensi al risultato delle primarie, restano però in ogni caso meno abili nell’intercettare i voti"
(vedi anche "Petrolio:la parola agli esperti")
venerdì, maggio 27, 2011
Descrizione della [sua] morte
Poiché era ormai una questione di ore
Ed era nuova legge che la morte non desse ingombro,
Era arrivato l’avviso di presentarmi
Al luogo direttamente dove mi avrebbero interrato.
L’avvenimento era importante ma non grave.
Così che fu mia moglie a dirmi lei stessa: prepàrati.
Ero il bambino che si accompagna dal dentista
E che si esorta: sii uomo, non è niente.
Perciò conforme al modello mi apparecchiai virilmente,
Con un vestito decente, lo sguardo atteggiato a sereno,
Appena un po’ deglutendo nel domandare: c’è altro?
Ero io come sono ma un po’ più grigio un po’ più alto.
Andammo a piedi sul posto che non era
Quello che normalmente penso che dovrà essere,
Ma nel paese vicino al mio paese
Su due terrazze di costa guardanti a ponente.
C’era un bel sole non caldo, poca gente,
L’ufficio di una signora che sembrava già aspettarmi.
Ci fece accomodare, sorrise un po’ burocratica,
Disse: prego di là – dove la cassa era pronta,
Deposta a terra su un fianco, di sontuosissimo legno,
E nel suo vano in penombra io misurai la mia altezza.
Pensai per un legno così chi mai l’avrebbe pagato,
Forse in segno di stima la mia Città o lo Stato.
Di quel legno rossiccio era anche l’apparecchio
Da incorporarsi alla cassa che avrebbe dovuto finirmi.
Sarà meno d’un attimo – mi assicurò la signora.
Mia moglie stava attenta come chi fa un acquisto.
Era una specie di garrota o altro patibolo.
Mi avrebbe rotto il collo sul crac della chiusura.
Sapevo che ero obbligato a non avere paura.
E allora dopo il prezzo trovai la scusa dei capelli
Domandando se mi avrebbero rasato
Come uno che vidi operato inutilmente.
La donna scosse la testa: non sarà niente,
Non è un problema, non faccia il bambino.
Forse perché piangevo. Ma a quel punto dissi: basta,
Paghi chi deve, io chiedo scusa del disturbo.
Uscii dal luogo e ridiscesi nella strada,
Che importa anche se era questione solo di ore.
C’era un bel sole, volevo vivere la mia morte.
Morire la mia vita non era naturale.
Descrizione della mia morte, da O Beatrice, 1972
Se n'è andato, e io non me n'ero accorto, Giovanni Giudici. Lo hanno sepolto alle Grazie, il suo paese, non quel "paese vicino al mio paese" in cui ho sempre voluto vedere Portovenere.
I knew right away he was not ordinary
Io dopo tanti anni non l'ho ancora capito se si cresce intorno al proprio stampino primordiale, diventando peri se eravamo semi di pero, fragole se eravamo semini di fragole, eccetera. A me piace pensare che alcune persone al momento giusto abbiano avuto la possibilità di dare una botta all'impasto che cuoceva, una direzione, anche solo un segno. Sennò non farei il mestiere che faccio? O ce l'avevo già nell'embrione, il mio mestiere?
Sia come sia, io sono immensamente grato, per esempio, al prof di Educazione Musicale di cui non ricordo nemmeno il cognome, che a un certo punto della terza smise di insegnarci filastrocche al flauto e cominciò a prestarci dischi, ma seriamente, 33 giri e 1/3, e libri da leggere, e ci commissionò una ricerca multimediale con i media che c'erano allora, le diapositive insomma, ed eravamo divisi in gruppi, tutti volevano ovviamente la musica rock ma a me capitò il folk, e io subito esclamai John Denver! Non ho la minima idea del perché conoscessi John Denver in terza media (forse perché comparsava in una puntata dei Muppets?) e invece, somma vergogna, Bob Dylan no, Bob Dylan non avevo la minima idea di chi fosse, e cinque minuti dopo avevo in mano le cassettine di Bringing It All Back Home e The Times They Are A-Changin', e una monografia che forse era uno dei primissimi libri dell'Editrice Arcana.
D'altro canto non avrebbe funzionato con tutti, voglio dire che ventiquattro studenti su venticinque gliel'avrebbero tirata in testa, la cassettina di The Times They Are A Changin', a metà degli anni Ottanta e con una conoscenza piuttosto limitata dell'inglese bisognava portare nei propri geni interi millenni di autolesionismo per mettersi ad ascoltare roba del genere sul registratore panasonic. Non so se avete presente i suoni di quel periodo, quel tipo di produzione gommosa, la cassa frusciante sparata su entrambi i canali (tanto poi il panasonic era un mono), l'estetica mixarola dei 12 pollici, Revenge degli Eurythmics, e poi all'improvviso ti metti ad ascoltare una voce nasale in un silenzio che puzza d'antico che suona la chitarra per mezz'ora con qualche attacco d'armonica ogni tanto, come passare da Gianni Rodari ai geroglifici egizi. Io invece mi misi ad ascoltare seriamente quella roba, e confesso che fui molto lieto quando Bob passò al blues elettrico, Subterrean diventò subito la mia preferita. Poi dovevo andare a casa della Rebecca che mi stava antipatica ma aveva il giradischi e quindi si era presa i 33 e 1/3. Io avevo questa sfiga che tutte le compagnie raggiungibili ciclisticamente a fine ricerche nel doposcuola eran femmine, e del folk o del blues elettrico proprio non poteva loro fregar nulla, a loro fregava mangiare patatine sancarlo sfogliando MODA guardando le foto di tipe magre e fu la prima volta che pensai che doveva esistere qualcosa come l'omosessualità femminile, ma me ne fregava davvero così poco, soprattutto quando Rebecca mise su il 33 1/3, e io ebbi quella sensazione di saltare dalla sedia, che in una famosa intervista lo stesso Dylan dice che gli capitò la prima volta che ascolto The House of The Rising Sun rifatta dagli Animals; io la ebbi al ritornello di Hurricane. Poi basta perché credo che Rebecca alzò subito la testina disgustata per quei suoni così diversi. A sua discolpa, era davvero qualcosa che non avevamo mai ascoltato prima. Cioè, non era come adesso. Noi non ascoltavamo la musica dei nostri genitori, Battisti per dire era ancora vivo ma non lo avremmo mai considerato ascoltabile neanche per sogno; era lo stesso passato di Charles Aznavour o Chopin, una cosa che non ci riguardava. Non c'erano gli mp3, non c'erano i cd, ma soprattutto non c'era tutta questa industria della nostalgia che c'è adesso. Nel 1986 i Bee Gees erano ridicoli e tutto quello che veniva prima, semplicemente, non si ascoltava, roba da genitori che rompono i coglioni alla fine della festa.
Però Hurricane mi fece saltare sulla sedia, e da quel momento forse il mio destino era segnato. O forse l'avevo nei geni, o forse passare gli anni della formazione musicale tra gli scaffali dei Nice Price era la strategia più conveniente. E' una canzone che non ascolto più da anni, non mi fa più nessun effetto sentire un violino sopra una chitarra acustica e un'armonica e una corista. Garantisco però che fu uno choc, la fine dei miei anni Ottanta (che poi mi dovetti recuperare negli anni Novanta). E poi Dylan mi rimase comunque in una strana dimensione sottopelle, mi misi a studiare la sua discografia ed era davvero come studiare i geroglifici, tutti quegli album e quelle canzoni che non conoscevo e che per anni non avrei comunque ascoltato. Familiare e incomprensibile per tutta la vita, un cugino lontano di cui ogni tanto ti arrivano notizie assurde - si è convertito al cristianesimo - gli è passata - si è convertito all'unplugged - si è messo a stonare tutti i concerti - va al Giubileo - ha fatto sette dischi magri - ha fatto sette dischi grassi.
Forse ero nato per conoscere Dylan, forse no. Si fanno incontri incredibili alle scuole medie. Quella sensazione di scoprire una cosa, qualsiasi cosa, che era lì e ti aspettava, quello svegliarsi ogni giorno nel primo giorno della creazione. Molto difficile da spiegare a chi non frequenta più.
Sia come sia, io sono immensamente grato, per esempio, al prof di Educazione Musicale di cui non ricordo nemmeno il cognome, che a un certo punto della terza smise di insegnarci filastrocche al flauto e cominciò a prestarci dischi, ma seriamente, 33 giri e 1/3, e libri da leggere, e ci commissionò una ricerca multimediale con i media che c'erano allora, le diapositive insomma, ed eravamo divisi in gruppi, tutti volevano ovviamente la musica rock ma a me capitò il folk, e io subito esclamai John Denver! Non ho la minima idea del perché conoscessi John Denver in terza media (forse perché comparsava in una puntata dei Muppets?) e invece, somma vergogna, Bob Dylan no, Bob Dylan non avevo la minima idea di chi fosse, e cinque minuti dopo avevo in mano le cassettine di Bringing It All Back Home e The Times They Are A-Changin', e una monografia che forse era uno dei primissimi libri dell'Editrice Arcana.
D'altro canto non avrebbe funzionato con tutti, voglio dire che ventiquattro studenti su venticinque gliel'avrebbero tirata in testa, la cassettina di The Times They Are A Changin', a metà degli anni Ottanta e con una conoscenza piuttosto limitata dell'inglese bisognava portare nei propri geni interi millenni di autolesionismo per mettersi ad ascoltare roba del genere sul registratore panasonic. Non so se avete presente i suoni di quel periodo, quel tipo di produzione gommosa, la cassa frusciante sparata su entrambi i canali (tanto poi il panasonic era un mono), l'estetica mixarola dei 12 pollici, Revenge degli Eurythmics, e poi all'improvviso ti metti ad ascoltare una voce nasale in un silenzio che puzza d'antico che suona la chitarra per mezz'ora con qualche attacco d'armonica ogni tanto, come passare da Gianni Rodari ai geroglifici egizi. Io invece mi misi ad ascoltare seriamente quella roba, e confesso che fui molto lieto quando Bob passò al blues elettrico, Subterrean diventò subito la mia preferita. Poi dovevo andare a casa della Rebecca che mi stava antipatica ma aveva il giradischi e quindi si era presa i 33 e 1/3. Io avevo questa sfiga che tutte le compagnie raggiungibili ciclisticamente a fine ricerche nel doposcuola eran femmine, e del folk o del blues elettrico proprio non poteva loro fregar nulla, a loro fregava mangiare patatine sancarlo sfogliando MODA guardando le foto di tipe magre e fu la prima volta che pensai che doveva esistere qualcosa come l'omosessualità femminile, ma me ne fregava davvero così poco, soprattutto quando Rebecca mise su il 33 1/3, e io ebbi quella sensazione di saltare dalla sedia, che in una famosa intervista lo stesso Dylan dice che gli capitò la prima volta che ascolto The House of The Rising Sun rifatta dagli Animals; io la ebbi al ritornello di Hurricane. Poi basta perché credo che Rebecca alzò subito la testina disgustata per quei suoni così diversi. A sua discolpa, era davvero qualcosa che non avevamo mai ascoltato prima. Cioè, non era come adesso. Noi non ascoltavamo la musica dei nostri genitori, Battisti per dire era ancora vivo ma non lo avremmo mai considerato ascoltabile neanche per sogno; era lo stesso passato di Charles Aznavour o Chopin, una cosa che non ci riguardava. Non c'erano gli mp3, non c'erano i cd, ma soprattutto non c'era tutta questa industria della nostalgia che c'è adesso. Nel 1986 i Bee Gees erano ridicoli e tutto quello che veniva prima, semplicemente, non si ascoltava, roba da genitori che rompono i coglioni alla fine della festa.
Però Hurricane mi fece saltare sulla sedia, e da quel momento forse il mio destino era segnato. O forse l'avevo nei geni, o forse passare gli anni della formazione musicale tra gli scaffali dei Nice Price era la strategia più conveniente. E' una canzone che non ascolto più da anni, non mi fa più nessun effetto sentire un violino sopra una chitarra acustica e un'armonica e una corista. Garantisco però che fu uno choc, la fine dei miei anni Ottanta (che poi mi dovetti recuperare negli anni Novanta). E poi Dylan mi rimase comunque in una strana dimensione sottopelle, mi misi a studiare la sua discografia ed era davvero come studiare i geroglifici, tutti quegli album e quelle canzoni che non conoscevo e che per anni non avrei comunque ascoltato. Familiare e incomprensibile per tutta la vita, un cugino lontano di cui ogni tanto ti arrivano notizie assurde - si è convertito al cristianesimo - gli è passata - si è convertito all'unplugged - si è messo a stonare tutti i concerti - va al Giubileo - ha fatto sette dischi magri - ha fatto sette dischi grassi.
Forse ero nato per conoscere Dylan, forse no. Si fanno incontri incredibili alle scuole medie. Quella sensazione di scoprire una cosa, qualsiasi cosa, che era lì e ti aspettava, quello svegliarsi ogni giorno nel primo giorno della creazione. Molto difficile da spiegare a chi non frequenta più.
martedì, maggio 24, 2011
Quando al fin di un giorno noioso la gaiezza ritorna nel cuor
Il caso Sucate, su twitter. Il caso Sucate, commentato su Facebook. Il caso Sucate, commentato su Friendfeed. I fotomontaggi su Sucate (tutti divertenti). La guida turistica di Sucate (ben fatta). Il milione di battutine su Sucate fatte entro il tramonto, tutte esilaranti.
Certo che a Milano, il lunedì, in quegli uffici, vi date un sacco da fare, eh.
La capitale della produttività.
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lunedì, maggio 23, 2011
Noi (snif) non siamo piagnoni, buaaaargh
Alla Camera è in discussione la legge contro l'omofobia. Le cazzate di Buttiglione e Stradacquanio probabilmente le avete già sentite. La tipa del PdL che mette nello stesso insieme "orientamenti sessuali" omosessualità e pedofilia magari non l'avete sentita ma è come se. Probabilmente però vi siete persi l'intervento del leghista. Ecco:
"Vogliamo uno Stato che tuteli la persona nella sua interezza, che tuteli tutti senza fare del vittimismo in relazione agli insulti che sono stati dati", ha spiegato Massimo Polledri, salvo poi aggiungere: "Pensate che sia stato facile per noi essere stati leghisti, inizialmente, in Emilia Romagna?"
Ecco, pensate che sia stato facile? Cioè, tutti a pensare povero gay quando picchiano il gay, ma vi rendete conto di quanto è stato duro fare il leghista sulla via Emilia? Quante botte si sono presi, quante umiliazioni, ma avete idea di quanti leghisti tutte le sere finivano al pronto soccorso a Guastalla, a Savignano sul Rubicone, ad Alfonsine, per non parlare di tutti quelli che preferivano medicarsi in casa, perché rischiavi di prenderle anche in ospedale?
Potrei scrivere un libro su questo tema, ma, francamente, ritornerei in quel vittimismo che oggi deve essere non ad appannaggio delle categorie che si candidano a dirigere questo Paese".
Bravo, è proprio ora di dire basta al vittimismo.
"Vogliamo uno Stato che tuteli la persona nella sua interezza, che tuteli tutti senza fare del vittimismo in relazione agli insulti che sono stati dati", ha spiegato Massimo Polledri, salvo poi aggiungere: "Pensate che sia stato facile per noi essere stati leghisti, inizialmente, in Emilia Romagna?"
Ecco, pensate che sia stato facile? Cioè, tutti a pensare povero gay quando picchiano il gay, ma vi rendete conto di quanto è stato duro fare il leghista sulla via Emilia? Quante botte si sono presi, quante umiliazioni, ma avete idea di quanti leghisti tutte le sere finivano al pronto soccorso a Guastalla, a Savignano sul Rubicone, ad Alfonsine, per non parlare di tutti quelli che preferivano medicarsi in casa, perché rischiavi di prenderle anche in ospedale?
È una Storia ancora tutta da scrivere, quella dell'anti-Leghismo in Emilia Romagna. In particolare è ancora tutta da inventare, cioè, bisogna proprio fabbricarsela di sana pianta, e ci vorrebbero i professionisti, per dire, cosa fa quest'estate Giampaolo Pansa? Perché ci sarebbero quattro o cinque cartonati da scrivere sulle stragi di leghisti nel triangolo rosso. E le fiction prossime venture sui cappucci rossi che andavano a prendere i leghisti in casa e li impiccavano ai pioppi nei saldini, io opzionerei Martinelli, ditegli di cominciare ad assumere figuranti rumeni.
Potrei scrivere un libro su questo tema, ma, francamente, ritornerei in quel vittimismo che oggi deve essere non ad appannaggio delle categorie che si candidano a dirigere questo Paese".
Bravo, è proprio ora di dire basta al vittimismo.
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