domenica, febbraio 17, 2008

La vita è adesso

E’ ovvio che il concetto di vita è qualcosa di troppo serio per lasciarlo trattare a Giuliano Ferrara, alla religione, allo stato, alla scienza, alla combinazione di tutte queste cose o peggio ancora – dio ce ne scampi – alla televisione. Ma se c’è una cosa che mi fa imbufalire quando vedo i dibattiti con la prima delle suddette disgrazie ospite dell’ultima, è che sempre gli si lascia passare la frase “la vita inizia al momento del concepimento” senza repliche.

Ero ancora pischello e partecipavo ai dibattiti del sabato pomeriggio in parrocchia quando i miei educatori mi dicevano che la legge sull’aborto era assurda anche perché permetteva l’intervento fino ad un determinato giorno e quello dopo no. “Cosa succede di così miracoloso nell’istante in cui si passa dal giorno x al giorno x+1 per ammettere l’interruzione della gravidanza fino a quel momento e considerarla omicidio un momento dopo?”. Si trattava di un’ obiezione particolarmente sensata ma allora ero troppo piccolo per rispondere che quest’assurdità è l’unico risultato possibile quando lo stato occupa tutto lo spazio fisico e metafisico e, di conseguenza, affida al sistema legislativo il compito mostruoso e impossibile di rinchiudere l’umanità negli articoli di un codice.

Solo qualche anno dopo riuscii a rigirare quella sacrosanta obiezione: mi chiesi cioè cosa succedesse di così miracoloso nell’istante in cui lo spermatozoo penetra nell’ovulo (ma qual è poi questo istante ? quando è entrato con la testa? quando è entrato tutto ? quando si è posizionato ?). Se succedesse qualcosa di particolare, allora facendo una foto un istante prima e una un istante dopo avremmo la foto di un miracolo. Non del miracolo della vita in senso lato o generico: proprio di un miracolo in senso religioso (e quindi anche la prova dell’esistenza di Dio). Nel senso che solo un dio dalla prodigiosa bacchetta magica, un autentico babbo natale dell’utero, potrebbe regalare lo spirito della vita a quello che un istante prima era (e che a noi persone semplici continua ad apparire anche un istante dopo) solo un gruppuscolo di cellule impegnate in una serie di processi biochimici. Ma possibile che a nessuno venga in mente di dirlo a Ferrara ?

4 commenti:

  1. A Ferrara è inutile parlare, perché in realtà la questione dell'umanità dell'embrione non lo interessa più di tanto. Lui vuole semplicemente che i bianchi facciano più bambini, possibilmente senza seguire criteri eugenetici che nel giro di una generazione lo renderebbero un freak, e i suoi filmati fonte di ludibrio per i posteri su internet.

    Anche con i preti è inutile parlare, perlomeno nel modo in cui parli tu, perché un po' di filosofia l'han studiata e il loro modo di risolvere la questione è filosoficamente ineccepibile: se dobbiamo tracciare un confine tra un grumo di cellule inanimate e un essere umano, l'unico 'salto' di rilievo è appunto quello del concepimento.

    Secondo me l'unico argomento-killer sono le statistiche sugli aborti: la legge 194 è una vera legge contro l'aborto, mentre Ferrara e i vescovi sono pro-aborto e pro-mammane.

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  2. scusa ma io questa ineccepibilità filosofica non la vedo: i processi biochimici sono fisicamente continui, quello che succede all'istante n è l'effetto di quanto è accaduto all'istante n-1 e la causa di quanto avverrà all'istante n+1.

    I "salti di rilievo" sono solo nella fantasia dei mistici. La biochimica non ti dirà mai dove finisce un grumo di cellule e dove inizia un essere umano perchè è il concetto stesso di vita ad essere arbitrario. Ed essendo arbitrario non si può accettare che loro pretendano l'oggettività a riguardo, quindi bisogna replicare alle false certezze di G.F.
    tutto qui.

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  3. Saranno anche fisicamente continui, ma una certa differenza tra un ovulo non fecondato e uno fecondato c'è, non è mica roba da mistici.

    Anche la nascita se per questo è un salto di rilievo: prima era dentro, adesso è fuori. Il problema è che tra nascita e la fecondazione c'è l'arbitrio, quindi se non accetti che "vita è quando esci dall'utero" (e nessuno lo accetta, ormai), l'unico altro salto è la fecondazione.

    Fosse per me tornerei all'anno Mille: diventi un essere umano solo quando ti battezzano, prima sei monnezza.

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  4. Non credevo di dover intavolare una discussione di questo tipo con te. Comincio a temere che ci siano poche speranze che qualcuno replichi a Ferrara

    comunque:
    Anche la nascita se per questo è un salto di rilievo: prima era dentro, adesso è fuori.
    Infatti nessuno dice che 10 secondi prima di nascere eri molto diverso da dieci secondi dopo. Sei più o meno lo stesso pirla che eri dentro. Certo: hai passato un momento cruciale del tuo percorso biologico di individuo, hai passato un trauma tremendo e ne sei uscito indenne: complimenti. Ma la tua essenza non è cambiata in quei 10 secondi. Tranne per il diritto naturalmente. Che deve semplificare per riuscire a ridurre tutto tra gli articoli del codice: 10 secondi prima non eri nulla, dieci secondi dopo sei un soggetto (soggetto di diritto e al diritto).

    quindi se non accetti che "vita è quando esci dall'utero" (e nessuno lo accetta, ormai), l'unico altro salto è la fecondazione.
    Ma quale salto. Non c’è nessun salto: un ovulo fecondato da dieci secondi non può essere un bambino, tantomeno un uomo: è più o meno l'ammasso di cellule che era dieci secondi prima. in cosa un ovulo fecondato da dieci secondi è simile a un uomo ? ha coscienza di sè ? ha un corpo ? ha un cervello ? ha un sistema circolatorio ?

    ma vorrei andare oltre: in natura i processi continui sono tantissimi e più o meno in tutti noi mettiamo dei confini, dei paletti. Ma tutti questi paletti, compreso quello tra la non vita e la vita sono un' esigenza e quindi un invenzione dell'uomo per semplificare. Per tagliare corto. Sono una costruzione ideologica: non esistono se noi non li inventiamo. E la vita stessa, o meglio il suo riconoscimento, è una costruzione ideologica. Come tu stesso fai emergere dall’esempio storico che porti.

    Per i cattolici la vita inizia al momento del concepimento non perché realmente inizi in quel momento (visto che non comincia in nessun momento particolare) ma solo perché riconoscono l’autorità di qualche bischero che glielo ha detto.

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