E' un pezzo su Clementina Forleo. Io non sono necessariamente un ammiratore della Forleo, ma l'articolo mi sembra una sequela di colpi bassi, tenuti insieme da un'ironia piuttosto livida.
Detto questo, pazienza. C'è libertà di stampa, c'è libertà di pensiero, c'è anche libertà di spalare merda in prima pagina su un magistrato che ha denunciato episodi di mobbing e che recentemente ha perso all'improvviso entrambi i genitori. Io poi chi sono per fare morale? Nel mio piccolo ho appena scritto un pezzo cattivo su Fini per il puro gusto di scrivere un pezzo cattivo. Nessuno mi obbliga a prendere il Foglio in mano, anzi prima o poi un medico me lo proibirà proprio, e sarà meglio per tutti.
Torno a casa e vado su wittgenstein. Leggo che per Luca Sofri l'articolo in questione è "un'opinione equilibrata e non disumana su Clementina Forleo", qualcosa che quasi nessuno in questi giorni sarebbe riuscito a produrre. Ci resto male. Possibile che non ho capito niente? L'avevo presa per una spalata di merda, e salta fuori che invece è un'opinione equilibrata e non disumana?
Allora ho pensato di trascriverne un po' qui, dal solito immondo pdf, e di chiedere un parere a chi passa. Perché è possibilissimo che mi stia sbagliando io.
Clementina ride moltissimo, oppure piange davanti a tutti, oppure si blocca e ascolta, con gli occhi spalancati. Clementina se ne sta sola, al Palazzo di Giustizia di Milano: nessun maschio la può sopportare, non le offrono nemmeno un caffè, Gerardo D’Ambrosio non le parla (come osi, femmina, è il sottotesto di quegli sguardi). | O parla un cronista che passa tutta la giornata al Palazzo a leggere i sottotesti degli sguardi, o se la sta già inventando alla grande. |
Clementina ha esagerato, Clementina è “abnorme”. Ragazza nevrotica come più o meno noi tutte, | Ma parla per te, scusa |
col senso alto dello stato, del complotto e del parrucchiere, ad Annozero faceva un po’ spavento, è vero, per le risatine e per quell’aria elettrica, per la civetteria che ci metteva, per la gioia evidente di avere una telecamera in faccia e un nuovo fondotinta coordinato all’eye liner e al golfino, per il coraggio da esibire contro le minacce e contro le alte cariche. | Il grassetto è mio, caso mai non vi riuscisse di apprezzare l’equilibrio e l’umanità |
“E’ una mitomane”, secondo gli uomini, una di quelle che se poi la lasci fa come Glenn Close in “Attrazione fatale”, un coniglio a bollire o un’ordinanza, è lo stesso. “E’ un’esibizionista”, secondo le donne, perché è secchiona, molto sportiva, si tiene in forma (e giustamente si vendicherà, vedrete, di quelle foto impietose in costume l’estate scorsa), ha fatto il poliziotto, è organizzata, va al poligono a sparare, “mi sono sempre piaciute le armi”, ma soprattutto querela a raffica (se ne occupa un’altra femmina feroce, Giulia Bongiorno). | Vi ricordate di quando i giornalisti potevano virgolettare soltanto le dichiarazioni ufficiali? Sì, beh, è stato tanto tempo fa. Adesso invece con le virgolette ci facciamo i musical, come 7 spose per 7 fratelli: c’è un coro di boscaioli che canta “mitomaaaane!” e poi il coro di damigelle “esibizioooonista!”, mentre il cronista registra e poi scrive sul Foglio. Notevole anche quel “Femmina Feroce”, che aggiunge umanità se qualcuno ce ne trovasse ancora poca. |
Insomma la Forleo non si porta più come una volta, l’hanno abbandonata, e poi lei non vuole “solidarietà da chi mi isola”, disse una volta, continua a menare e a eroicizzarsi da sé (alla notizia dell’inchiesta disciplinare era assurdamente euforica), ed è difficile persino difenderla perché magari poi si incazza di più. […] | Che strano, eh? Uno scrive pezzi così grondanti di solidarietà femminile, e lei s’incazza. Mah! Valle a capire, ‘ste femmine feroci. |
Ora, ripeto, indignarsi è inutile; io vorrei solo capire. E' davvero un pezzo umano ed equilibrato? Oppure Wittgenstein ci sta prendendo in giro? Oppure stanno prendendo in giro lui? Oppure, forse, è davvero il massimo di umanità e di equilibrio che ci si può aspettare da una redattrice del Foglio? Perché si sa come sono fatti/fatte: simpatiche canaglie. Oddio, simpatiche. Qualcuno ci sarà che le trova simpatiche. Io no, ma ripeto, non è questo il punto.