martedì, marzo 22, 2011

Ultime notizie: bombardiamo la Libia


100 anni fa inventammo il bombardamento aereo e oggi celebriamo degnamente.
Questa la cronaca che ne fece La Stampa il 2 novembre 1911

LE TORPEDINI DEL CIELO

TRIPOLI, 1, ore 15 (ufficiale)
La notte e la giornata di ieri sono trascorse tranquille. Stamane i nostri aviatori hanno segnalato la presenza di tre nuclei di nemici di cui si è già parlato nei giorni scorsi e nei medesimi luoghi.
Uno degli aviatori è riuscito a lanciare con pieno successo in un accampamento 4 bombe di picrato tipo Gipelli.
E’ arrivata la duchessa d’Aosta.
Nessuna novità dagli altri porti.

Preghiere che salgono al cielo e bombe che dal cielo scendono sul nemico

ROMA, 1 , notte
Il fatto nuovo, l’avvenimento inaudito nella storia universale della guerra, si è compiuto questa mattina a Tripoli per virtù di ufficiali italiani contro il nemico turco: i nostri aviatori militari hanno lanciato dal cielo, con sicuro successo, quattro bombe su di un accampamento di nemici. E’ una guerra nuova che s’inizia: la guerra dal cielo, la più temeraria e la più terribile, quella che è destinata a sconvolgere i vecchi príncipi di arte strategica elaborata nei secoli.
A Roma la notizia ufficiale dell’audace esperimento compiuto dai nostri ufficiali aviatori ha destato immensa impressione e grande entusiasmo.

(…)

Le bombe lanciate dall’alto
I capitani Piazza e Moizo e il tenente Gavotti stavano eseguendo intanto audaci esplorazioni coi loro velivoli. Il vento era cessato e le navicelle aeree volarono lontano. Il tenente Gavotti , specialmente, con felice successo, scoprì una avanguardia nemica di duemila uomini accampati nella piccola oasi di Ain Zara: inoltre scopriva numerosi armenti di pecore e di buoi che servono al vettovagliamento del campo ottomano. L’Acqua di Zara (ain in arabo significa acqua, sorgente) è una minuscola oasi a dodici chilometri a sud-est di Tripoli e a sei chilometri dal forte di Mesri occupato dai nostri.
Fu appunto durante questa operazione che il tenente Gavotti sperimentò per la prima volta il suo aeroplano Edrich come arma di offesa. Nel mezzo dell’accampamento nemico il tenente Gavotti lasciò cadere quattro granate a mano. Erano bombe a mano di picrato di tipo Cibelli.
Il tenente Gavotti, interrogato dopo l’audace colpo, disse che specialmente una di queste granate produsse uno scompiglio indescrivibile: egli udì un fuggire di uomini in tutte le direzioni. Anche gli armenti si dispersero qua e là per le dune del deserto. La pioggia sterminatrice ha evidentemente portato il terrore in quelle anime superstiziose. Il primo esperimento di velivoli trasformati in arma da guerra, in torpediniere del cielo, è un’altra prova dell’ardimento italiano.

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