COSE DI FRANCIA. I giornali di
Parigi nell'appoggiare le idee esaltate della popolazione, la quale vorrebbe
escludere dalla società francese tutti i Tedeschi, oltre al recare sfregio alla
vera civiltà, rendono pure un ben brutto servizio alla propria nazione, che,
per ricostituirsi davvero, per ricuperare le forze perdute frammezzo a tanti
disastri sofferti, invece di isolarsi in un malinteso risentimento, avrebbe
piuttosto bisogno grandissimo del concorso di tutte le altre nazioni sorelle.
Che un primo sfogo d'ira a lungo concitata, un primo desiderio di vendetta
possano far nascere, coteste idee in chi trovasi accasciato da infiniti dolori,
si capisce: ma che uomini, la cui missione dovrebbe esser quella non già di
fomentare passioni sconsiderate, non già di spingere le masse ad inconsulti
impeti d'ira, ma di saper giudicare con giusto criterio la posizione del
proprio paese, ponderare le più gravi difficoltà del momento, e ricercare con
oculata sollecitudine tutti i mezzi migliori per vincere quelle difficoltà e
trionfarne, non lo possiamo davvero comprendere. Economicamente parlando, quali
vantaggi si pretende di ottenere dalla cacciata di tutti i Tedeschi dalla
Francia? quali frutti si sperano da una così puerile vendetta per il commercio,
per l'industria d'un paese che deve adoperarsi in tutti i modi per ricostruire
la propria fortuna dispersa? Non v'ha dubbio che una più tranquilla riflessione
sullo stato delle cose darà luogo ben presto ad idee più positive su questo
proposito, e meno esclusiviste. Fra qualche giorno, dice la France del 16, il
Governo sarà completamente e definitivamente ristabilito a Parigi. Giulio Simon
ritornò mercoledì da Bordeaux, e potè assistere al Consiglio dei ministri
tenuto da Thiers nel pomeriggio dello stesso giorno. Il generale Le Fio ed il
sig. de Larcy, ministro dei lavori pubblici , ritornarono giovedì alla
capitale. Dicesi che le spese di rappresentanza di cui potrà disporre il capo
del potere esecutivo saranno fissate a tre milioni: e cosi si potrebbero
ottenere 22 milioni di economia sulla lista civile; inoltre lo Stato riscuoterà
i proventi dei domini della Corona, e non avrà più da pagare le dotazioni
(famiglia imperiale, Senato). Questo aumento di entrate e questa diminuzione di
spese produrranno sul bilancio una economia di 60 milioni per lo meno. La
Verité credèsi in grado di poter annunziare che il ministro delle finanze
Pouyer-Quertier avrebbe intuizione di proporre che si ristabilisca la cauzione
ed il lollo per i giornali. Soggiungesi che i fogli letterari e finanziari non
sarebbero neppure esenti dal bollo come pel passato. Il prodotto del bollo
sulla stampa giornalistica non è certo di grande importanza, non potrebbe
riuscire di molto aiuto all'erario nelle attuali difficoltà finanziarie della
Francia: quindi, perché una tale imposta sul pensiero, che mentre, arrecherebbe
poco o nessun vantaggio allo Stato, potrebbe solo riuscir dannosa alla
educazione popolare ed alla" vita politica? È giunto a Parigi il
maresciallo Mac-Mahon, accompagnato dalla propria famiglia, dal generale De
Gallifet, dal marchese D'Harcourt e da altri ufficiali dell'esercito francese.
Il maresciallo è perfettamente guarito dalla sua ferita: ma si mostra molto
triste ed abbattuto.
Gazzetta Piemontese, 19 marzo 1871
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