COSE DI FRANCIA. I giornali di
Parigi ci recano i più strazianti dettagli interno all'insurrezione. Tutta la
città è militarmente occupata dai battaglioni aderenti al Comitato centrale;
dovunque si eressero barricate ; sulle principali piazze si collocarono cannoni
' per minacciare il popolo ; tutti gli stabilimenti pubblici furono occupati
dagli insorti ; a Montmartre un certo Ganier , che si intitola generale di
brigata, comanda la piazza del 18° circondario; il generale Cremer fu
incaricato dal Comitato centrale del comando, dei forti della riva sinistra. Ma
queste misure militari non inquieterebbero gran fatto la popolazione , sapendo
che desse sono prese per ora contro un nemico immaginario, se la libertà
individuale dei cittadini non fosse continuamente minacciata da prepotenze
inaudite ed arresti arbitrari. Una parola detta contro il comitato, un sospetto
di un milite, il grido d'un monello bastano per far arrestare i cittadini più
pacifici. (…)
DISPACCI ELETTRICI PRIVATI (Agenzia Stefani) - Parigi, 24 marzo, (sera).
Un proclama del Comitato annunzia che Garibaldi venne acclamato quale generale
in capo. Un altro proclama annunzia che il Comitato ricevette ieri ed oggi i delegati di Lione, Bordeaux, Marsiglia
e Rouen; dice che vennero a conoscere l'indole della nostra rivoluzione e
ripartirono prontamente onde dare il segnale di un movimento analogo che è
preparato dappertutto.
Marsiglia 24 marzo (sera).
Fu proclamata la Comune. Dicesi che il prefetto, il generale ed il sindaco
siano prigionieri. Il movimento operossi senza disordine e senza spargimento di
sangue. Il proclama dell'amministrazione dipartimentale provvisoria è moderato
e produsse buon effetto. La città è stupefatta, ma tranquilla. Gli affari
continuano. Il club repubblicano e la Guardia nazionale resero grandi servizi.
Lione, 25 marzo. I capi della sedizione sgombrarono
l'Hotel de Ville. Una frazione della guardia nazionale che erasi loro unita
venne a porsi sotto gli ordini del prefetto.
Gazzetta Piemontese 26/03/1871
Ci scrivono da Firenze 25 marzo (sera):
(…)
Le cose di Francia vanno alla
peggio. L'anima del movimento di Parigi è l’Internazionale, società della
repubblica universale. F
COSE DI FRANCIA. L'assoluta
mancanza di fondi in cui trovansi i rivoluzionari socialisti dell'
Hótel-de-Ville potrà forse determinare quei fanatici a venire a patti col
partito dell'ordine, che, secondo i telegrammi d'ieri, ingrossa ad ogni
istante, e si fa sempreppiù imponente? E questa mancanza di fondi si mostra
evidente dagli sforzi continui operati dagl'insorti per impadronirsi delle
casse pubbliche, la maggior parte delle quali dopo d'essere state forzate si
ritrovarono affatto vuote. L'opinione pubblica, dice la France, si è
risvegliata in Parigi, e reagisce contro l'oppressione del Comitato
insurrezionale. Nella giornata del 23 per ben due volte, alle 2 cioè, ed alle 6
pomeridiane, una folla considerevole di cittadini percorse i boulevards fino
alla Madelaine acclamando l'Assemblea Nazionale e gridando: « Viva il Governo!
Abbasso i Comitati! Abbasso gli assassini! » Dovunque,- sul suo passaggio, la
popolazione applaudiva a quella imponente dimostrazione composta d'ogni ceto di
cittadini. A Belleville ed a Montmartre, un grande numero di operai
rientrarono nelle loro officine, dalle quali la maggior parte d'essi erano
stati distolti, senza saperne il perchè. I principali autori de' misfatti
commessi in questi luttuosi giorni, non appartengono punto alla popolazione di
Parigi; essendosi; per quanto affermano i giornali locali, gettata su Parigi
un'accozzaglia di malviventi che con i loro atti nefandi calunniano il popolo.
Le municipalità del 3° ed 11° circondario strinsero un accordo cogli ufficiali
dei rispettivi battaglioni, a norma del quale la guardia nazionale di quei
quartieri si consacrerà esclusivamente a mantenervi l'ordine ed a difendersi
contro qualunque aggressione. E così pure si dispongono ad agire le altre
corporazioni municipali che non dividono certo le idee esaltate dei socialisti
dell'Hotel-de-Ville. Disgraziatamente il Comitato continua'a mantenere la sua
attitudine minacciosa, e va moltiplicando i suoi preparativi guerreschi,
mostrandosi deciso di spingere le cose all'estremo. Davanti a questa
ostinazione senza nome e senza pretesto, il Débats stampa queste gravi
parole : « Tutte le guardie nazionali, tutti i cittadini di Parigi si
persuadano che oramai dessi non possono più esitare, perché davanti al
persistente trionfo di questa odiosa rivolta essi sacrificano le loro famiglie,
i loro beni, il loro onore ed il paese. Bisogna dunque che ogni cittadino
onesto e patriota si senta convinto di non poter più contare che sopra se
stesso, e che il proprio dovere lo costringe a difendersi energicamente. Noi
non sapremmo dubitare del trionfo del dritto e della legalità se resteremo
uniti e fermi intorno al vessillo dell'assemblea nazionale, che è il vessillo
della nazione sovrana. » — Fra le vittime della giornata del 22, si trovano:
Hottinguer , banchiere ; Girami, agente di cambio ; Bande, ingegnere; i signori
Tiby, Hanna (americano), Lemaire e Bellenger. Fra i feriti si contano: Henri de
Pène, redattore del Paris Journal, Gaston Jollivet, redattore del Gaulois, e il
libraio Baudry.
LIONE E MARSIGLIA. Le notizie di
Lione, che vanno al 25, sono buone. Il Comitato aveva passato due notti
all'Hotel de Ville. (…) La rivoluzione (quantunque in miniatura) aveva lasciato
le sue traccio ed il suo odore. La sala di Enrico IV, ove sedeva la Comune, fu
trovata in uno stato di stomachevole sporcizia. Là si deliberava, là si
mangiava e là i membri del Comitato, indisposti probabilmente per le emozioni,
o dal troppo vino e salame, si alleggerivano il corpo in ogni modo. Tutto
attorno alle stupente pareti di tratto in tratto si vedevano le tracce di
deiezioni diverse. I sedicenti delegati del popolo di Lione appoggiavano il
capo al muro ed a torno di ruolo facevano quanto è bello il tacere. Altrove le
deiezioni sono d'altra natura!!! del resto numerosissime tutte; ogni cosa si
faceva in comune da questi riformatori comunisti. Essi possono dunque vantarsi
di lasciare ampia traccia del loro regno di 48 ore. (…)
Gazzetta Piemontese 27/03/1871
IL COMITATO INSURREZIONALE DI
PARIGI. Alcuni nomi che figurano in questo oramai troppo famoso Comitato
centrale, getterebbero una luce molto equivoca sulla sincerità repubblicana
degli insorgenti di Montmartre. Un corrispondente parigino della Nuova stampa
libera di Vienna scrive in proposito , che il membro del Comitato Centrale,
Fleury, si presentò alle ultime elezioni quale candidato bonapartista, che il
membro Poulizac godeva la protezione del segretario intimo di Napoleone, sig.
De Mocquard, e che l'altro membro del Comitato, cittadino de Bouisson, era a
sui tempo un fanatico legittimista che prese parte alla difesa di Gaeta,
allorché l'ex-re Francesco ed il generale Bosco tentavano invano di mantenersi
contro le armi italiane. Anche il cittadino Ladowski, altro membro, passerebbe
generalmente per un agente napoleonico. Se il corrispondente del foglio
viennese dice il vero, povera Repubblica! Del resto, i tre più celebri membri
di quel Comitato, perchè più noti degli altri venti affatto ignoti, sono i
cittadini Assy, Lullier e Blanchet. Il primo è l'agente stipendiato
dell'Alleanza Repubblicana Universale che nel 1870 promosse gli scioperi al
Creuzot. Il secondo è un ex ufficiale di marina che fu cassato dai ruoli, come
testé veniva scacciato dallo stesso Comitato centrale. Il terzo poi è un
parrucchiere di Bruxelles.
DISPACCI ELETTRICI PRIVATI (Agenzia Stefani) - Bordeaux, 29 marzo. Si ha
da Parigi, 28: L'installazione dei delegati eletti alla Comune fecesi con
grande pompa all'Hotel de Ville. Annunziasi che le sedute dei membri della
Comune non saranno pubbliche e non pubblicherassi alcun resoconto: si terrà
soltanto un processo verbale quotidiano. Il colonnello Schoelche diede la
dimissione dà comandante dell'artiglieria della guardia nazionale. I giornali
moderati, diretti a Versailles, sono sequestrati.
Gazzetta Piemontese 30/03/1871
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