Dunque l’abbiamo sentito da una voce inaspettata e insospettabile: stavolta hanno ragione i negri.
Ma invece no. I torti e le ragioni, se se ne vogliono apprezzare i rispettivi profili ben distanziati e complementari, occorre cercarli a ragguardevole distanza dagli eventi di Rosarno. I torti e le ragioni stanno laddove si stabiliscono le regole. Perché è lì che si favoriscono o si evitano i presupposti per quelle occasioni che notoriamente fanno l’uomo ladro. I torti e le ragioni vanno cercati dove si mettono in piedi i rapporti di scambio e le regole di movimento degli individui. Perché è lì che si crea il bisogno di taluni di muoversi e al contempo gli si vieta di farlo legalmente. E’ lì che “abbiamo bisogno di manodopera a basso costo per resistere alla concorrenza delle arance spagnole” e al tempo stesso “questo paese non può ospitare chiunque, indiscriminatamente” (V. Feltri). E’ lì che il mercato acquista la legittimità di essere globale e l’egoismo quella di poter stare racchiuso nelle frontiere che più gli s’accomodano. E’ li che prende spessore la pretesa di “essere padroni a casa nostra”. Perché è lì che si definisce quale sia esattamente questa casa e quanto esattamente sia nostra. E’ proprio a queste regole, a quelle vigenti, che il direttore Feltri ha sempre plaudito. Ma queste regole sono fatte in modo che i negri, o la più parte di loro almeno, ne debba stare fuori. E siccome ne sta fuori, che gli sia tolta anche la parola. Sarebbe qui facile eccepire che togliendo a un uomo la parola gli si lascia solo la violenza. Ma è altrettanto evidente che chi usa la violenza è una bestia, e come tale deve essere trattato.
E allora caro Feltri, anche stavolta hanno ragione i bianchi. Che la violenza la esercitano nella maniera organizzata - e quindi vincente - di chi, avendo fatto le regole, ha poi il sacrosanto diritto di farle rispettare. Entro i confini che più gli s’accomodano naturalmente, altrimenti la concorrenza delle arance spagnole chi la regge più?
senza considerare la concorrenza della mafia cinese: dobbiamo continuare ad essere un paese all'avanguardia.
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