venerdì, aprile 10, 2009

Ratzinger mon amour

Ricevo da Defarge e volentieri pubblico (io però, tra Nietzsche e il senso di colpa, il senso di colpa tutta vita).

La storia di Ratzinger è abbastanza nota: prima di diventare papa faceva il prefetto della fede, che è un po' come dire lo sbirro della dottrina.
A quei tempi metteva all'indice un po' tutto e una veloce ricerca su Google lo restituirà di volta in volta alle prese con la condanna della ricerca scientifica, dell'uso della ragione o dell'abuso del pistolino.
Se non fosse diventato cardinale e poi papa, Ratzinger sarebbe finito male, come tutti quelli che si presumono accerchiati, puri e minacciati come lui. Una volta se la prese addirittura con Harry Potter, in una rivisitazione abbastanza deludente della caccia alle streghe. Disse così che quel bimbetto con gli occhiali spessi corrompeva i bambini e li esponeva alle più "sottili seduzioni dello spirito". Adesso le sue vittime preferite sono i profilattici e il Concilio Vaticano II, cioè il momento in cui la chiesa ha ammesso che per molta gente la modernità è più vivibile del medioevo. Un'altra cosa che gli piace fare, adesso, da papa, è predicare la conversione degli ebrei, gli stessi ai quali il suo predecessore aveva chiesto scusa, perché non era stato garbato invocarne per tanti secoli la conversione. E infine oggi se l'è presa con Friedrich Nietzsche, che simpatico del tutto non stava nemmeno a Wojtyla, il quale lo trovava un "maestro del sospetto".
Perché ai papi il sospetto degli altri non piace, perché gli unici a scovare"sottili seduzioni dello spirito" in giro per il mondo vogliono essere loro. Ora, Wojtyla era un polacco perseguitato dal nazismo e il nazismo si è sempre ispirato a una contraffazione di Nietzsche, che pur essendo morto nel 1900 è stato per molto tempo associato a quella brutta storia. Poi si è coperto che lui non c'entrava niente, che a falsificarlo e a metterlo a disposizione del male assoluto era stata la sorella Elisabeth, ma mentre i ricercatori scoprivano queste robe Wojtyla faceva il deportato, l'attore e il prete in carriera. Per cui passi, che a lui Nietzsche non piacesse è un peccato di ignoranza, o di povertà di spirito e quindi di beatitudine. Ratzinger, invece, che da giovane ha avuto a che fare con la gente che Nietzsche lo stava usando e falsificando per marciare al passo dell'oca, è meno giustificabile. In realtà si tratta di un problema marginale, perché scomunicare i profilattici e gli omosessuali comporta una produzione di sofferenza sensibilmente maggiore di quella causata dalla scomunica di un filosofo. Se non fosse chel'antipatia di Ratzinger per Nietzsche spiega molte cose. Nietzsche, infatti, è stato il più lucido dissacratore del senso di colpa, ne ha illustrato gli usi e i costumi, ha scoperto, come si scoprono la pennicillina o gli anelli di Saturno, che il senso di colpa serve a lasciare tutto com'e' e a costruire legami malati, parassitari, disumani e ricattatori. La colpa serve a chi se la fa, dice Nietzsche, sia perché trasferisce sulla falsa coscienza delle cose il pareggio di bilancio delle azioni che non vorremmo commettere (ma che ci piacciono da matti e che quindi commettiamo, sentendoci strumentalmente in colpa), sia perché permette a chi ne conosce il funzionamento di assoggettare gli altri, di piegarli ai cazzi propri e di adoperarli per scaricare un po' del veleno che, con il registro della colpa, abbiamo messo in circolazione e succhiamo beati. In pratica, si potrebbe esasperare il discorso di Nietzsche fino a concludere che la colpa serve alle persone schifose per continuare a fare gradevolmente schifo. Che al papa questo discorso non piaccia, allora, diventa molto interessante. Perché è rimuovendo questo schema che la chiesa ha sempre potuto usare la tecnologia della colpa come strumento di dominio, ma anche perché se non scomunicasse Nietzsche, a Ratzinger, gli rimarrebbero da fare i conti con i pomeriggi in cui si alza dal letto puzzolente di sudore e di piscio e tramuta in senso di colpa il gran piacere che ha trovato nelle mutande di qualche ragazzone.

7 commenti:

  1. Ma Di Pietro queste cose le sa?

    Giuliano

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  2. "se non scomunicasse Nietzsche, a Ratzinger, gli rimarrebbero da fare i conti con i pomeriggi in cui si alza dal letto puzzolente di sudore e di piscio e tramuta in senso di colpa il gran piacere che ha trovato nelle mutande di qualche ragazzone."
    Minchia!

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  3. Per me è la volta che vi asfaltano il blog.

    Matteo

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  4. Che discorso noiosamente occidentale...

    Eugenio, Milano

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  5. Domanda1: Defarge è tenutario/a di http://defarge.blogspot.com/?
    Domanda 2: se si mi si spiega come fare per averne un feed?
    grazie grazie
    andrea punto vecci chiocciola gmail punto com

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  6. 1. Sì
    2. Secondo me non ci scrive da anni, non vale la pena.
    Eugenio, cercherò di dirtelo nel modo più eccitantemente orientale: 屌你老母.

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  7. "Se non fosse diventato cardinale e poi papa, Ratzinger sarebbe finito male"

    Ah, perchè così sarebbe finito bene? Dico, vanno bene il culo al caldo e le pianelle di prada, ma non scherziamo.

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