Ma se dovessi fare una sintesi estrema di cosa non funziona, in questi testi, direi così: oggi, come allora, si insiste nell’errore di trattare l’università come uno strumento di mobilità sociale (far sì che chi nasce da famiglia povera non sia condannato a rimanere povero), quando andrebbe considerata semmai quasi un effetto di questa avvenuta mobilità. Il fatto che un individuo di classe bassa o medio bassa arrivi all’università e la frequenti con successo, aumentando quindi di molto le sue possibilità di reddito futuro - almeno in un Paese normale - dovrebbe essere il segnale che tutto il welfare precedente ha funzionato come si deve, e non invece la toppa paracula e ideologica per un welfare che fa acqua da tutte le parti, col risultato che la toppa accresce il buco e l’università si adegua al malfunzionamento generale. Chi ci rimette in questo caso, i ricchi o i poveri?
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