In "N", di Berlusconi c'è veramente poco, poco, praticamente niente. Trenta secondi in cui Auteil s'incipria, capirai. Con tutto il relativismo culturale possibile, da una parte c'è Beethoven, dall'altra Mariano Apicella.
Però quando un film è grazioso, riesce a suggerire anche cose che probabilmente vanno al di là delle proprie ambizioni. Per esempio, nello scrittoio dei due fratelli io ci vedo tratteggiata una certa storia della letteratura italiana del secondo Novecento (nientemeno): dai diari e manifesti romantici, ai romanzoni memoriali e di genere. Pensateci. Forse è solo un pallino mio.
E poi c'è questa cosa curiosa e abbastanza illogica: improvvisamente, senza preavviso alcuno, Monica Bellucci ha imparato a recitare. E adesso chi la ferma?
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