Prosegue lentamente la traduzione dell'inchiesta di Popular Mechanics che si propone di sfatare i miti attorno all'11 settembre
La prima parte la trovate qui
Vale il solito disclaimer su errori ed omissioni
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IL WORLD TRADE CENTER
Il crollo di entrambe le torri del Worl Trade Center e della più piccola WTC 7 qualche ora dopo ha inizialmente sorpreso persino qualche esperto. Ma successivi studi hanno mostrato che l’integrità strutturale del WTC è stata distrutta dall’intenso fuoco sviluppatosi nonché dai pesanti danni inflittile dagli aerei. Questa spiegazione non ha persuaso i teorici della cospirazione i quali sostengono che che tutti e tre gli edifici erano stati minati alla base e rasi al suolo con demolizioni controllate.
Widespread Damage
Asserzione: Il primo degli aerei dirottati si è schiantato tra il 94mo e il 98mo piano della torre nord del WTC, il secondo tra il 78mo e l’84mo della torre sud. L’impatto e l’incendio che ne seguirono bloccarono gli ascensori in entrambi gli edifici. Inoltre gli ingressi di entrambi gli edifici erano visibilmente danneggiati già prima del crollo. “NON C’E’ RAGIONE per la quale l’impatto di un jet causi un danno così esteso 80 piani sotto” dichiara un post sul sito web del San Diego Independent Media Center (http://sandiego.indymedia.org) . “E’ ovvio ed irrefutabile che anche altri esplosivi siano stati fatti detonare ai piani bassi della torre uno, nello stesso momento in cui l’aereo gli si schiantava contro.”
Realtà: dopo un rapporto preliminare della Federal Emergency Management Agency (FEMA) risalente a maggio 2002, è uscito un successivo e più completo studio proveniente dal National Institute of Standards and Technology (NIST), branca del Ministero del Commercio USA, nella primavera 2005. Il NIST ha condiviso le sue prime scoperte con PM e ha messo i suoi ricercatori di punta a disosizione del nostro team di reporter.
L’investigazione del NIST ha rivelato che i rottami dell’aereo hanno squarciato i condotti di servizio nel cuore della torre nord creando un corridoio per il carburante e il materiale infiammato. “E’ molto difficile documentare dov’è finito il carburante” dice Forman Williams, consulente del NIST ed esperto di combustione – “ma se è atomizzato e combustibile e trova una fonte di innesco, esplode”
Il combustibile in fiamme, scendendo attraverso i condotti degli ascensori li avrebbe mandati in panne e creato notevoli danni agli ingressi. La prima persona del NIST che abbiamo sentito testimonia che “alcuni ascensori si schiantarono giusto al suolo”. Secondo James Quintiere, professore di ingegneria all’universita del Maryland e consulente del NIST, “Le porte degli ascensori, già rotte, si aprirono sul pavimento dell’ingresso: ne fuoriuscirono le fiamme e ci furono i morti”. Un’osservazione simile fu fatta nel documentario francese “9/11” di Jules e Gedeon Naudet. Quando Jules Naudet si è trovato nell’ingresso della torre nord, pochi minuti dopo il primo schianto, vide delle persone in fiamme, una scena che trovò troppo raccapricciante per filmarla.
"Melted" Steel
Asserzione: “Abbiamo mentito” annuncia il sito web AttackOnAmerica.net. “La prima bugia è stata quella secondo la quale il carico di carburante degli aerei fu la causa del cedimento della struttura delle torri. Nessun fuoco prodotto da kerosene può bruciare ad una temperatura così alta da fondere l’acciaio.” Il post è intitolato “Dimostrazione della demolizione controllata del World Trade Center”
Realtà: il carburante dei jet brucia tra gli 800° e i 1500° F (gradi Fahrenheit), non sufficienti a sciogliere l’acciaio (2750°F). In ogni caso gli esperti concordano sul fatto che per provocare il crollo delle torri non ci fu bisogno di fusione della struttura d’acciaio, fu sufficiente la perdita di alcune delle caratteristiche di resistenza del metallo – cosa questa che richiede minor esposizione al calore. “Non ho mai visto acciaio fuso in un edificio andato in fiamme”, dice un ex capo dei Vigili del Fuoco di New York attualmente in pensione, Vincent Dunn, autore di The Collapse Of Burning Buildings: A Guide To Fireground Safety, “Ma ho visto molto acciaio contorto, deformato, incurvato e afflosciato. Quello che succede è che l’acciaio tenta di espandersi alle estremità, ma quando non riesce più a farlo si affloscia, cede, e il calcestruzzo che gli sta attorno si spacca.”
“L’acciaio perde il 50% della sua resistenza a 1100°F” rimarca l’ingegner Farid Alfawak-hiri dell’American Institute of Steel Construction “E a 1800° F si trova probabilmente a meno del 10% delle caratteristiche originarie”
Il NIST ritiene anche che una grande quantità delle sostanze isolanti che erano state spruzzate sulle strutture metalliche degli edifici al momento della costruzione fu espulsa, almeno dai fasci d’acciaio che si trovarono sul percorso degli aerei, lasciando il metallo più vulnerabile al calore.
“Ma il carburante degli aerei non era l’unica cosa che bruciava” nota Forman Williams, professore di ingeneria alla University of California di San Diego, uno dei sette ingegneri delle strutture ed esperti di incendi consultati da PM. Ci dice anche che se il carburante fu uno dei catalizzatori degli incendi al WTC, l’inferno che ne risultò fu intensificato dalla combustione del materiale contenuto negli edifici, che includeva tappeti, tende, mobili e carta. Il NIST scrive nella sua relazione che il fuoco toccò i 1832°F
“Il carburante degli aerei fu la causa dell’innesco” dice Williams a PM. “Bruciò per circa 10 minuti, dopodichè le torri stavano ancora in piedi. Fu il resto del materiale bruciato successivamente ad essere reponsabile della trasmissione del calore che alla fine le buttò giù.”
Puffs Of Dust
Asserzione: Durante il crollo di entrambe le torri sono chiaramente visibili nuvole di polvere e detriti espulsi dai lati dell’edificio. Un’inserzione pubblicitaria del libro Painful Questions: An Analysis Of The September 11th Attack sul New York Times fa questa dichiarazione: le nuvolette di calcestruzzo sparato fuori dagli edifici non sono possibili in un semplice crollo. Si sviluppano in seguito a esplosioni” Numerosi teorici della cospirazione citano Van Romero, un esperto di esplosivi e vice presidente del New Mexico Institute of Mining and Technology, una cui dichiarazione a proposito dell’ 11 settembre venne riportata dall’ Albuquerque Journal: “C’erano congegni esplosivi negli edifici, furono quelli a causarne il crollo” – l’articolo continua “Romero dice che il crollo delle strutture assomiglia a quelli delle esplosioni controllate utilizzate per demolire i vecchi edifici”
Realtà: Una volta che ciascuna torre ha cominciato a crollare, il peso di tutti i piani sopra la zona collassata frana con forza polverizzatrice sull’ultimo piano intatto. Non essendo in grado di assorbire questa enorme quantità di energia, quel piano crolla a sua volta trasmettendo tutte le forze al piano sottostante, permettendo in questo modo il progresso del crollo lungo tutto l’edificio in una reazione a catena. Gli ingegneri chiamano questo processo "pancaking” e non richiede esplosioni per cominciare secondo David Biggs, ingegnere strutturale alla Ryan-Biggs Associates, membro della American Society of Civil Engineers (ASCE) che lavorò sul rapporto della FEMA.
Come tutti gli edifici contenenti uffici, le torri del WTC ospitavano un enorme volume di aria. Quando crollarono un piano sopra l’altro secondo il modello "pancaking," tutta quest’aria insieme al calcestruzzo e altri rottami polverizzati dalla forza del crollo fu espulsa con enorme energia. “Quando hai una parte significativa di un piano che crolla, questa sparerà aria e polvere di cemento fuori dalla finestra” dichiara a PM il capo degli investigatori del NIST, Shyam Sunder - “Queste nuvolette di polvere possono creare l’impressione di una demolizione controllata” aggiunge “ma è il piano che collassa secondo il modello pancaking che porta a questa sensazione”
All’esperto di demolizioni Romero dispiace che i suoi commenti sull’Albuquerque Journal siano diventati mangime per teorici della cospirazione. “Sono stato frainteso dicendo che pensavo che fossero gli esplosivi ad aver tirato giù gli edifici” dice a PM – “io ho solo detto che questo era quello che sembrava”
Romero, che concorda con le conclusioni scientifiche secondo le quali fu il fuoco ad innescare i crolli, chiede una rettifica da parte del Journal. E’ stata pubblicata il 22 settembre 2001, “Mi sono sentito come se la mia reputazione scientifica fosse in discussione.” Ma Emperors-clothes.com ci ha visto dietro qualcos’altro: “il principale finanziatore dell’istituto di ricerca di Romero è il Pentagono. Direttamente o indirettamente sono state fatte pressioni per forzare Romero a ritrattare le sue dichiarazioni originali.” Risponde Romero: “I teorici della cospirazione se ne vengono fuori dicendo che il governo mi controlla. Questa è la cosa più lontana dalla realtà- E’ stato un albatross attorno al mio collo per tre anni” (un albatross attorno al collo è un’espressione dall’ origine poetica ma equivale più o meno all’emiliano “un cane attaccato ai maroni” – ndT)
(continua)
la traduzione inglese-emiliano, per favore, no.
RispondiEliminaCi stiamo già abbastanza facendo compatire.