Cos’è poi una rivoluzione se non una festa ? Una festa nel senso più pieno del termine, un periodo cioè di grossi rischi e grossa ebbrezza, nel quale l’una non può andare senza gli altri. Un periodo di festa perchè si contrappone - rubo una felice espressione di Milan Kundera - al giorno feriale dell'umiliazione. Ma una festa ovviamente non può durare più di tanto. Quando parli con chi ha partecipato a quegli eventi ti senti dire che considera rivoluzionario solo il periodo che va dal 19 luglio al 26 settembre 1936, giorno in cui il Comitato centrale delle milizie antifasciste, l’organismo rivoluzionario che aveva preso il controllo di Barcellona dopo l’insurrezione antifranchista, passò la palla al nuovo governo della Generalitat.
Per un attimo, il breve spazio di un estate, a qualcuno sembrò che il sogno faticosamente seminato lungo quattro generazioni di anarchici spagnoli fosse lì, a portata di mano. Che il nuovo umanesimo di una società senza gerarchie dove gli uomini si confrontassero, lavorassero, producessero e convivessero da pari a pari, senza mostri autoreferenziali chiamati economia, stato, burocrazia, forse addirittura senza carceri e senza denaro stesse andando a scuotere le fondamenta dell’organizzazione sociale umana. Ma forse si stavano spingendo troppo in là.
E' stato scritto: "Un giorno un popolo senza dio né padroni accese fuochi di gioia con i biglietti di banca."
Quello che seguì al 26 settembre fu ovviamente la normalizzazione.
Camillo Berneri nell’aprile del 37, circa una settimana prima di essere assassinato dagli stalinisti, guarda la Rambla e ce ne consegna questo ritrattino, qualcuno dice epitaffio:
Le edicole vendono i ritratti a smalto, con eclettismo mercantile e stile “unione sacra”, da Durruti a Lenin, da Caballero a Ascaso, da Bakunin a Companys (…) La Rambla si è convertita in questo modo in retroguardia da non far invidia ai commercianti di fiori né ai caffè stracolmi. (…) Gargantuesca, reclamistica e musicale la Rambla lo è solo a metà. Ibrida come una classe media, come una repubblica borghese, come una rivoluzione precocemente normalizzata. Adesso le Ramblas non ribollono né si agitano. E non sono nemmeno quel Pont D’Avignon (…) , si sono convertite in un “Boulevard” di Barcellona. Quanto tempo è passato dal luglio del ’36 ? Nel calendario del mio cuore, secoli. (…)
Nelle foto: La Rambla, estate 2006
ciaooooo!!! la rambla e' fighissima!!!! il post pero' e' troppppppo lungo, non lo letto!!!!! ma mi saluti FABIO VOLO 6 MITICOOO !!!!!!!!!
RispondiEliminafabio volo...fabio volo...
RispondiEliminastava nella colonna ascaso ?
ahah che ridere! Te li meriti certi commenti
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