Non mi ricordo di aver mai scritto, nemmeno qui, che John Galliano è il male. Però lo è, indubitabilmente. Ma in un certo senso è un male educativo.
Finché chez Dior ci lavorava una persona di gusto si poteva ancora immaginare che il carrozzone avesse un senso. Oggi direi che è chiaro a tutti il problema: la cliente media dell'Alta Moda Internazionale ha lo stesso immaginario di una lettrice delle fiabe di Andersen di sette anni. Che al confronto i blockbuster in costume hollywoodiani sono capolavori di autoironia. Sul serio. In che senso le baracconate di Galliano hanno più stile delle scenografie dei Pirati nei Caraibi? Scommetto che persino le cuciture le fanno meglio in California (tanto alla fine le fanno gli italiani).
La civiltà umana morirà, anche per via di una classe dirigente in fase di regressione senile-infantile; tra qualche millennio atterreranno i venusiani, grandi appassionati di decadenze, e per farsi un quadro della nostra sistemeranno tanti manichini in un corridoio, con le creazioni della maison Dior. E ci sarà un venusiano più noioso degli altri, con una bacchetta in mano, a spiegare: "Ecco, questo è il punto in cui hanno definitivamente perso il senso estetico. Ferré se n'è andato ed è subentrato John G.".
Mannooo, dai, c'è di peggio; c'è molto di peggio.
RispondiEliminaL'immaginazione di John G. non è un male, né benefico, né malefico.
Fidati.
dago
e invece non mi fido.
RispondiEliminapaolo
RispondiEliminacredo che si possa parlare di sperimentazione ma non di moda di creatività solo voglia di stupire