martedì, marzo 20, 2018

Primavera, primo movimento, battuta 14



Ok, è probabilmente la scelta più banale che potevo fare per festeggiare l'equinozio, e però la Primavera di Vivaldi ha quel momento – qui sopra a 0:50, proprio dopo le 12 battute che avete imparato col flauto alle medie – in cui ogni violino sembra andare per i fatti suoi, ogni uccellino ha un discorso che interessa solo a lui non si armonizza necessariamente con gli altri – che mi ha sempre fatto girare la testa. Mi sembra tuttora una cosa modernissima, un anacronismo che non nota mai nessuno perché è davanti a tutti. È solo un attimo, poi il Settecento riparte senza un plissé, come dire: abbiamo scherzato, siamo i soliti violini in concerto. Ma se stanotte fate le ore piccole, almeno dalle parti di Mantova dove componeva Don Antonio, può darsi che a un certo punto sentiate gli uccelli cantare, e non cantano in coro: ognuno ha il suo discorso da fare. Buona primavera, che il caos ce la mandi abbastanza buona anche stavolta.


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