Questa mattina sul sito di Repubblica è possibile scaricare le registrazioni di alcuni incontri tra Berlusoni e una prostituta. Lei si chiama Patrizia D'Addario e sta conducendo in porto una difficile operazione immobiliare.
I due trascorrono la notte delle elezioni americane insieme, nel "lettone di Putin", la donna ha molto caldo e fa un numero spropositato di docce. La mattina dopo, quando si salutano, lei è scontenta, lo racconta telefonicamente al maneggione che ha organizzato la cosa.
Lui le ha regalato una oggetto a forma di tartaruga e si è impegnato a mandare qualcuno a risolverle i problemi del cantiere. Le ha detto anche che la prossima volta farà venire un'amica per leccarla. Il suo, nell'universo della merce, è un immaginario dozzinale e onnipotente, ma si era parlato di una busta con 5000 euro, dice lei, che nessuno ha visto.
Quando più tardi la chiama per sentire se va tutto bene, riferendole del discorso che ha appena tenuto per l'inaugurazione di una mostra, Berlusconi la saluta dicendo "ciao tesoro" e la D'Addario risponde "ciao, un bacio". Le intercettazioni scaricabili dal sito di Repubblica si interrompono qui, con la risposta della prostituta, una risposta caratterizzata da un difetto di reciprocità.
L'intimità proposta dal Primo Ministro, che l'ha appena chiamata "tesoro", si schianta sul saluto anafettivo della donna, che lo liquida con un bacio. Agli atti della circolazione di calore manca qualcosa, qualcosa che è sfuggito al controllo dell'umanità incarnata e redenta da questi brutti anni di "Drive In".
Non so bene cosa sia, la chiamerei una sfumatura o una risonanza, una rifrazione di realtà che questa gente non ha potuto trasfigurare. Alla fine, ho avuto la sensazione che mi toccherà pure difenderlo dal mondo che ha fatto a sua immagine e somigliaza.
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