Due vittime, due brave persone stritolate da un ingranaggio più grande di loro. Questa è oggi la versione ufficiale della vicenda Pinelli-Calabresi. Il primo morto per una disgrazia, un malore dovuto alla concitazione di quei giorni, allo stress per i continui interrogatori. Il secondo vittima dell'odio politico. E tra l'altro non si trovava neanche nella stanza al momento della caduta.
Forse è andata così. Solo che l'ultimo testimone oculare continua a dare una versione un po' diversa:
"Da questo corridoio passano, portando Pino, Calabresi e gli altri, e vanno nella stanza vicino. Chi dice che Calabresi non era in quella stanza sta mentendo, nel più spudorato dei modi. Calabresi è entrato in quella stanza, è entrato insieme agli altri, nessuno è più uscito. Io ve l'assicuro, era notte fonda, c'era un silenzio incredibile, qualunque passo, qualunque rumore rimbombava, era impossibile sbagliarsi, lui era in quella stanza. Dopo circa un'ora che lui era in quella stanza, che c'era Pino in quella stanza, che non avevo sentito nulla, quindi saranno state le 11 e mezzo, grosso modo, in quella stanza succede qualcosa che io ho sempre descritto nel modo più oggettivo, più serio, scrupoloso, dei rumori, un trambusto, come una rissa, come se si rovesciassero dei mobili, delle sedie, delle voci concitate"."Il compagno Giuseppe Pinelli è stato materialmente assassinato dai signori: Calabresi, Lograno, Panessa, Muccilli, Mainardi e Caracuta su mandato degli alti vertici di polizia e governo. Se qualcuno si sente calunniato sporga denuncia e ci si dia la possibilità di un nuovo processo."
Nessun commento:
Posta un commento