La più ridicola della settimana uscente è senz’altro la querelle Pisacane – Makiguchi . Il paventato cambio di nome di una scuola romana, in favore del pedagogista giapponese e a danno dell’insurrezionalista risorgimentale fa insorgere nell’oggi un comitato di genitori e il centro-destra italiano.
Non convidivo la scelta di cambiare il nome - ha dichiarato il ministro Gelmini - con il massimo rispetto per il teorico dell'educazione creativa, è inaccettabile che una scuola italiana cancelli un simbolo così importante del nostro Risorgimento in nome di un vago internazionalismo che mortifica il valore delle nazioni e delle identità
Carlo Pisacane e' un eroe del nostro Risorgimento - spiega Alemanno - e non si capisce per quale motivo l'intestazione di una scuola a suo nome debba essere cancellata per sostituirla con il nome di una personalita' sicuramente insigne ma che ha molto meno a che fare con la nostra storia e con la nostra identita' nazionale. Ci saranno sicuramente altri modi per onorare l'opera e la vita del pedagogo giapponese Tsunesaburo Makiguchi
Il sonno del politicamente corretto genera mostri. E' la prima considerazione che sento di fare. Anche se per fortuna c'e' stata una parziale marcia indietro, devo constatare che purtroppo non si tratta di un episodio isolato, ma e' l'ennesima alzata di ingegno di una preside che dovrebbe insegnare a tutti i bambini, senza distinzioni, ad amare se stessi, la propria cultura, la propria storia ed invece costruisce muri all'integrazione.
Così il ministro Meloni
E allora amiamola la nostra cultura. Spieghiamo ai ragazzi delle nostre scuole chi era veramente questo Pisacane, altro che occhi azzurri e capelli d’oro. Carlo Pisacane, da alcuni definito “Il Che Guevara italiano” era uno che assaltava carceri, liberava ergastolani, pensava che la religione fosse “superstizione dei popoli”, scriveva che "la dominazione della casa Savoia e la dominazione della casa d'Austria sono precisamente la stessa cosa" e che “il regime costituzionale del Piemonte é più nocevole all'Italia di quello che lo sia la tirannia di Ferdinando II”.
Carlo Pisacane era uno che voleva abolire la proprietà privata
La cagione di questi mali futuri è evidente; la proprietà ha cangiato possessore, ma è rimasta illesa. È lei che bisogna abbattere; è il principio che bisogna mutare; e perciò è necessario occuparci della situazione del problema. Impedire che i proprietari rinascano; questo è problema, che, unito agli altri riguardanti l'industria ed il commercio, formerà l'oggetto delle nostre cure.
Ora, che pare che il cambio di nome non si farà più, fossi nella preside farei almeno incidere davanti al portone principale d’ingresso, a caratteri di scatola, quello che si potrebbe definire il motto dell’autarchico eroe: “«L'Italia trionferà quando il contadino cambierà spontaneamente la marra con il fucile». Poi vediamo cosa dice
Il modo in cui in Italia si è tramutato il Risorgimento in una cosa muffosa, rigida e di una noia straziante è una cosa a cui ultimamente mi è capitato di pensare. Per come me li hanno raccontati a scuola questi erano personaggi noiosissimi e oleografici, melensi come dei santini.
RispondiEliminaPoi per curiosità mi son messa a leggere qualcosina - non molto, solo qualcosina - per conto mio, e scopro che erano ragazzi di vent'anni e pure meno, con idee che fanno discutere ancora adesso, immagino in pieno Ottocento. Ammetto che la cosa mi ha dato parecchio da riflettere.
Grande.
RispondiEliminaGrandissimo.
RispondiEliminaoff-topic: complimenti a tostoini per le sue creature, veramente belle
RispondiEliminalo so perchè ho lavorato con loro per raccogliere dati per i questionari della tesi: c'è una percentuale del 90% di migranti, lì sono gli italiani a doversi integrare. per dire.
RispondiEliminacuoreblu
immigrati. migranti lo sono stati al momento di compiere l'atto
RispondiEliminaBen detto.
RispondiEliminaIn Austria le scuole si chiamano col nome della strada dove sorge l'edificio: Gymnasium Schillerstraße, Volksschule Altenstadt....che relax!
RispondiElimina