domenica, gennaio 20, 2008

Milano la inquinano perché non si senta la merda

C'è una signora marocchina di 37 anni, che dal 1993 vive a Milano con regolare permesso di soggiorno.
Finché un giorno non perde il lavoro.
Di conseguenza perde anche il permesso di soggiorno.
Di conseguenza, secondo l'opinione della manager biondina che governa Milano, non può iscrivere la figlia più piccola alla scuola materna (la più grande frequenta già le elementari).
Di conseguenza, ha fatto ricorso contro il Comune di Milano. Io spero che lo vinca. Spero anche che la manager, in un soprassalto di decenza, abbandoni l'impiego. Tanto ne troverà senz'altro un altro meglio remunerato e, soprattutto, nessuno le straccerà la carta d'identità mentre lo cerca.

3 commenti:

  1. Chissà perchè basta che un titolo contenga i termini "merda" e "Milano" e subito per molti diventa un 'bellissimo titolo'.
    Da buon milanese, ho imparato da piccolo a lasciarmi scivolare addosso il livore che la stragrande maggioranza dei non meneghini nutre per Milano, i milanesi, la 'milanesità' in genere, qualsiasi cosa significhi.
    Ho conosciuto persone che odiavano Milano e, per sineddoche, pure il Ramazzotti.
    Scommetto che Teodoro, con quel suo nome così poco meneghino, mai e poi mai tradirebbe l'amata Sambuca.
    Si odia Milano, si odia il suo Sindaco. Sicuramente palazzo Marino ha visto inquilini migliori della Moratti (che sta sulle palle anche al sottoscritto), ma sulla vicenda Moratti-Fioroni, caro Leonardo, occorre qualche doverosa premessa.
    Per dirla con le parole del mio amico S., uno spirito semplice ma arguto, "è facile fare il ricchione col culo degli altri". Facile accusare di razzismo una simile iniziativa, soprattutto quando i propri figli vanno (o andranno, se ancora non ci sono) in un asilo a qualche centinaia di chilometri di distanza dal problema, magari in un realtà più provinciale, meno complessa sul piano dell'integrazione.
    Da queste parti, te lo garantisco, fai prima a trovarti un posto in Paradiso che non in un asilo comunale. Personalmente sono ancora alla ricerca sia dell'uno che dell'altro, ma sull'asilo comincio a disperare.
    L'alternativa sono gli asili privati, con costi medi che puoi facilmente immaginare (forse).
    Per quale motivo dovrei accettare che un pubblico servizio, per il quale pago fior di tasse, mi venga tolto per essere erogato a chi invece le tasse non le paga per il semplice fatto che NON ESISTE?
    Facile demagogia? Razzismo strisciante? No, solo buonsenso. Quello che manca a chi vede nelle marocchine senza permesso di soggiorno sempre le vittime, e nei milanesi sempre i carnefici.
    E intanto io pago.

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  2. Io non vivo in una realtà più provinciale, io vivo in una realtà migliore.

    Abbiamo più asili pubblici pro capite e li paghiamo con le tasse che non usiamo per buoni-scuola ai cattolici.

    Tutto qui.
    Naturalmente è vero che gli irregolari non pagano le tasse: un buon motivo per rendere più semplici le procedure di regolarizzazione. Tu dimmi se la storia di una persona che vive da 15 anni e perde i suoi diritti perché ha perso il lavoro non puzza di merda.

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