Mi dispiace che se ne vada
Benedetto XVI, sul serio. Fondamentalmente perchè io voglio male alla Chiesa
cattolica e al sistema di potere che rappresenta e lui, con le sue rigidità così
assolutizzanti e non negoziabili, le sue messe in latino e le sue scarpette
rosse era forse la persona più adatta a indebolirla.
I sistemi di potere,
quelli veri, quelli che sono fatti per durare nei secoli, hanno assoluto bisogno
di ambiguità, di elasticità, di adattamento. Come gli organismi viventi adatti
a superare le prove dell’evoluzione. La Chiesa lo sa benissimo e le ambiguità
le coltiva da sempre. Nella Chiesa ci possono stare Don Gallo come Don
Giussani, Leonardo Boff come San Escrivá de Balaguer. Questa è la forza
della Chiesa e di questo la Chiesa ha bisogno per essere forte. Ma Ratzinger è proprio quello che uno come Boff l’ha buttato fuori.
Ratzinger è un fine teologo, si
dice sempre. Ma il lavoro del teologo, almeno per come lo vedo io, è nient’altro
che inventare regole che siano utili a chi comanda, per poi inventarne le
eccezioni quando l’eccessiva rigidità della regola rischi di rivelarsi
controproducente al medesimo. E’ lavoro di elasticità per antonomasia. Ma lui non pareva elastico
Una religione alla fine è un
prodotto che deve competere con altri, altrettanto aggressivi. E se vuoi
conquistare quote di mercato presso il grande pubblico devi scendere a
compromessi. Il mio amico Leonardo, che è uno ferrato in materia, ha già raccontato qua e là quanti sincretismi e quante feste mutuate da questa o quell’altra
religione in declino, il cattolicesimo abbia dovuto digerire per diventare la
multinazionale vincente che conosciamo. Ratzinger, con le sue passioni vandeane
e restauratrici era tendenzialmente contrario a queste cose. Almeno mi pare
Ratzinger era un nemico, è vero. Nessuno, almeno in tempi moderni, ha mai sostenuto
con tanta chiarezza e limpidezza l’idea che il mondo possa avere un solo
ordine, frutto della volontà divina e quindi ordine naturale delle cose.
Basta leggere il modo in cui si è
espresso a proposito delle unioni famigliari. Però era un nemico vero, affrontabile frontalmente,
all’arma bianca. E battibile. Molto più, per dire, dei gommosi morotei allaTodo Modo ai quali eravamo abituati. Peccato
Tutto giusto, ma linkare il film anziché il libro merita non dico una fatwa ma almeno un commento stizzito.
RispondiEliminaChiedo umilmente perdono ma io ho visto solo il film e mi è venuto spontaneo linkare quello
RispondiEliminaPur essendo d'accordo con alcuni punti conte, credo che alcune tue riflessioni siano un po superficiali:
RispondiElimina1) parli della teologia come un pensiero unico e guidato da un'entità superiore, non è così. Gutierezz, Kungh. Von Balthasar, parlando solo del ramo cattolico hanno idee spesso diversissime fra loro, pur essendo pensatori dello stesso periodo storico.
2) la descrizione della chiesa come una multinazionale guidata da un c.d.a. con una idea di marketing ben preciso, cosa che io non credo vedendo le bordate che sta prendendo dal pensiero contemporaneo. inoltre è un pensiero un po semplicistico per una realtà storica presente da duemila anni e che è riuscita a inserirsi in culture diversissime fra loro.