martedì, febbraio 26, 2013
ll buonumore di Michele
Questo blog non ha mai fatto appelli di sorta, ma in questo caso faccio un'eccezione: c'è qualcuno tra i lettori che sia vicino di casa di Michele Serra ? Se sì, potrebbe scattargli una foto domani? Un primo piano del viso, per favore. Poi chiederei di inviarcela o postarla sul proprio blog, muoio dalla voglia di vedere il buonumore di un imbecille
lunedì, febbraio 18, 2013
Sotto la doccia
Non ricordo chi, tra
altri nomi, mi segnalò un bocconiano di bella speranza che faceva da
assistente-segretario all' imprenditore più innovativo del momento, Silvio
Berlusconi. In città si diceva che Urbano Cairo era tra i pochissimi a
condividere la vita quotidiana del suo capo, nella palazzina di via Rovani,
dove allora abitava anche la futura moglie e first lady, Veronica Lario. Un
rapporto di fiducia totale che Cairo non ha mai tradito. Entusiasta mi
raccontò come era arrivato a Berlusconi sfiancandolo di telefonate e la fortuna
di lavorare accanto a un simile personaggio. Anche sotto la doccia mi confessò
(anni dopo però l'ha negato) ripensava agli insegnamenti del suo maestro. Una
spugna. Travolta da cotanta ammirazione ammetto che giudicai il giovane Cairo
un aspirante clone, un tantino ridicolo.
Cairo, Bocconiano tenace
Chiara Beria D'Argentine, La Stampa 08/09/2005
martedì, febbraio 12, 2013
Ratzinger mi mancherai
Mi dispiace che se ne vada
Benedetto XVI, sul serio. Fondamentalmente perchè io voglio male alla Chiesa
cattolica e al sistema di potere che rappresenta e lui, con le sue rigidità così
assolutizzanti e non negoziabili, le sue messe in latino e le sue scarpette
rosse era forse la persona più adatta a indebolirla.
I sistemi di potere,
quelli veri, quelli che sono fatti per durare nei secoli, hanno assoluto bisogno
di ambiguità, di elasticità, di adattamento. Come gli organismi viventi adatti
a superare le prove dell’evoluzione. La Chiesa lo sa benissimo e le ambiguità
le coltiva da sempre. Nella Chiesa ci possono stare Don Gallo come Don
Giussani, Leonardo Boff come San Escrivá de Balaguer. Questa è la forza
della Chiesa e di questo la Chiesa ha bisogno per essere forte. Ma Ratzinger è proprio quello che uno come Boff l’ha buttato fuori.
Ratzinger è un fine teologo, si
dice sempre. Ma il lavoro del teologo, almeno per come lo vedo io, è nient’altro
che inventare regole che siano utili a chi comanda, per poi inventarne le
eccezioni quando l’eccessiva rigidità della regola rischi di rivelarsi
controproducente al medesimo. E’ lavoro di elasticità per antonomasia. Ma lui non pareva elastico
Una religione alla fine è un
prodotto che deve competere con altri, altrettanto aggressivi. E se vuoi
conquistare quote di mercato presso il grande pubblico devi scendere a
compromessi. Il mio amico Leonardo, che è uno ferrato in materia, ha già raccontato qua e là quanti sincretismi e quante feste mutuate da questa o quell’altra
religione in declino, il cattolicesimo abbia dovuto digerire per diventare la
multinazionale vincente che conosciamo. Ratzinger, con le sue passioni vandeane
e restauratrici era tendenzialmente contrario a queste cose. Almeno mi pare
Ratzinger era un nemico, è vero. Nessuno, almeno in tempi moderni, ha mai sostenuto
con tanta chiarezza e limpidezza l’idea che il mondo possa avere un solo
ordine, frutto della volontà divina e quindi ordine naturale delle cose.
Basta leggere il modo in cui si è
espresso a proposito delle unioni famigliari. Però era un nemico vero, affrontabile frontalmente,
all’arma bianca. E battibile. Molto più, per dire, dei gommosi morotei allaTodo Modo ai quali eravamo abituati. Peccato
domenica, febbraio 03, 2013
Grillo il peronista
Ieri sera ho visto Grillo in comizio e ho realizzato che è il Kirchner italiano.
I Kirchner, Néstor e la moglie Cristina, sono rispettivamente l'ex e l'attuale presidente della Repubblica Argentina. Entrambi sono peronisti della corrente di centro-sinistra. Vediamo somiglianze e differenze con Grillo
Se mi passate questa analisi lo scenario futuro potrebbe essere più o meno questo: due centro-sinistra, l'un contro l'altro armati, come in Argentina. Le agende politiche dei due, oggi molto differenti, col tempo potrebbero molto uniformarsi, come in Argentina. I Kirchner grazie alle loro politiche hanno goduto e godono tuttora di notevole consenso, lo tengano a mente coloro che pensano che Grillo non possa essere altro che un fuoco di paglia.
Si può obiettare che i Kirchner hanno potuto fare quello che hanno fatto perchè si sono trovati tra le mani un paese in forte crescita economica dopo il default del 2001, mentre la situazione italiana è totalmente differente. Io non sono convinto ma non ho voglia di argomentare, comunque chissà
Insomma, andiamo verso un peronismo all'italiana, contenti ?
I Kirchner, Néstor e la moglie Cristina, sono rispettivamente l'ex e l'attuale presidente della Repubblica Argentina. Entrambi sono peronisti della corrente di centro-sinistra. Vediamo somiglianze e differenze con Grillo
- I Kirchner sono populisti (vi dice niente il nome Perón ?).
- Anche Grillo lo è
- Grillo vuole "uno Stato che faccia lo Stato e si riprenda le concessioni, l'energia, le autostrade, la dorsale della Telecom”.
- I Kirchner lo hanno già fatto, rinazionalizzando quanto era stato privatizzato da Menem negli anni '90: petrolio, linee aeree, aziende aeronautiche, fondi pensione, da ultimo Cristina ha annunciato la nascita di una compagnia di telefoni cellulari pubblica
- Grillo vuole dare un reddito minimo di cittadinanza a tutti i disoccupati per almeno tre anni
- I Kirchner hanno già fatto una cosa molto simile con l' "assignacion universal por hijo"
- Grillo vuole tornare alla pensione a 60 anni e aumentare le pensioni minime coi tagli ai rimborsi elettorali
- I Kirchner, dal loro arrivo nel 2003, hanno aumentato le pensioni minime del 1253%, molto più dell'inflazione
- I grillini cercano il consenso anche attraverso gesti simbolici, tipo restituire una parte dello stipendio alla regione Sicilia per il microcredito delle imprese
- I Kirchner hanno basato buona parte del loro consenso su gesti simbolici eclatanti (giustissimi, peraltro), come l'esproprio dell'ex centro di tortura clandestino ESMA, tolto ai militari e donato alla città di Buenos Aires per essere trasformato in "uno spazio per la memoria sul terrorismo di stato"
- Grillo dice sostanzialmente "o noi o il diluvio"
- Kirchner uguale
- Grillo dice di non essere né di destra né di sinistra
- Presentandosi a George W. Bush che gli chiese se era più di destra o più di sinistra Nestor Kirchner rispose "non ho di questi problemi, sono peronista"
- Grillo vuole un mercato protetto che salvaguardi le piccole-medie imprese dalla concorrenza dei paesi a basso costo del lavoro
- L'Argentina è già un mercato superprotetto. Praticamente tutte le merci in vendita sono argentine (quest'ultima affermazione per esperienza turistica personale)
- Il governo Kirchner sta regalando tre milioni di netbook con accesso a internet a tutti gli alunni delle scuole elementari, medie e superiori
- Grillo avrebbe apprezzato (si presume)
Se mi passate questa analisi lo scenario futuro potrebbe essere più o meno questo: due centro-sinistra, l'un contro l'altro armati, come in Argentina. Le agende politiche dei due, oggi molto differenti, col tempo potrebbero molto uniformarsi, come in Argentina. I Kirchner grazie alle loro politiche hanno goduto e godono tuttora di notevole consenso, lo tengano a mente coloro che pensano che Grillo non possa essere altro che un fuoco di paglia.
Si può obiettare che i Kirchner hanno potuto fare quello che hanno fatto perchè si sono trovati tra le mani un paese in forte crescita economica dopo il default del 2001, mentre la situazione italiana è totalmente differente. Io non sono convinto ma non ho voglia di argomentare, comunque chissà
Insomma, andiamo verso un peronismo all'italiana, contenti ?
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