martedì, agosto 31, 2010

Sono il pensiero segreto di Bianconi

Sono il pensiero segreto di Bianconi e vi disprezzo, chiunque voi siate.
Vi disprezzo se non mi conoscete, non è colpa vostra ma vi disprezzo lo stesso: vivete nel periodo della storia della musica e del costume che tra vent'anni sarà ricordata come "età di Bianconi", ma voi tristi non sapete, e ascoltate giggidalessio; non è colpa vostra, ma non disprezzarvi mi è impossibile. Voi non sapete, o tristi, cosa ho fatto io in questi anni per la musica italiana. Grazie a me ora le parole sdrucciole rimano con quelle tronche: vi pare una cosa da niente, far rimare "va da sé" con "inevitabilé"? Volevate restare con Mogol e suoi vai che rimano con dai e sai, e giù con più e tu, e te con me e caffè, e salame con verderame? Le note sono sette; le rime della canzone italiana sono pure di meno; nonostante questo io me ne vado in giro con un repertorio di trenta canzoni decentissime scritte quasi tutte negli ultimi cinque anni. Irene Grandi prima di incontrarmi cantava "Amo te e quel sapore che sa di mare"; adesso canta "Tu vuoi vivere così con i vantaggi della civiltà e pontifichi su ciò che ci fa male". Io vi ho arricchito il rimario, il vocabolario e il prontuario degli accordi, ma se ne accorgeranno i vostri nipoti, forse. E forse non mi meriteranno neanche loro.

Vi disprezzo anche se mi conoscete da troppo tempo e i miei ultimi dischi non vi piacciono, o alternativi del cazzo; il vostro snobismo malcelante la sostanziale ignoranza di cose di musica vi impedisce di capire che io sto progredendo in moto rettilineo uniforme, e gli stessi accordi in settima minore diminuita li mettevo dieci anni fa come adesso; l'unica differenza è che oggi ci faccio un po' di soldi e dieci anni no, e ciò vi fa incazzare, alternativi di questo cazzo. Vi scaricate il torrent dei Mistici, ne ascoltate un par di pezzi in cuffia e scrollate la testa, "si è venduto, ha perso il mordente", ecc. ecc.. Poi puntate la sveglia perché domattina, alternativi del cazzo, dovete andare in ufficio; dove dieci anni fa pensavate non sareste mai andati: ed è questo che non mi perdonate, che io sono ancora qui a campare di musica nel 2010, invece di fare la meteora dell'indie che sarebbe tanto piaciuta a voi cazzari del cazzo.

Vi disprezzo anche se siete venuti qui stasera, o giovani fans dei Baustelle; vi disprezzo di un disprezzo a stento contenibile dietro la mia maschera di appendiabiti bohemien, voi che vi bevete trenta mie canzoni decentissime scritte negli ultimi cinque anni, unico briciolo di vitalità della decadente cultura italiana, e le bevete soltanto perché non vedete l'ora di cantare il ritornello che dice emmediemmeà. A un quarto di secolo da Bollicine, c'è ancora gente che si sente trasgrescio se canta a squarciagola la sostanza dopante di moda, e quella gente siete voi, scommetto che siete convinti che la grandezza di Alfred Einstein era mostrare la lingua ai fotografi, ed è così, dunque, io avrei studiato l'arte della fuga e il clavicembalo ben temperato per diventare un imbonitore di bimbiminchia, che tristezza, che sete, voglio bere un'aranciata.

5 commenti:

  1. a me i baustelle dal vivo, visti al vox tre o 4 anni fa, hanno fatto letteralmente ca@@@@re. mi sembra anche a te.

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  2. Alfred Einstein? Il fratello di Albert?

    Comunque meglio i Baustelle di tanta altra roba.

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  3. ...sei il pensiero palese di Betty Moore?

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  4. Sono la nostalgia straziante per Betty Moore, ma ogni volta che vedo i Baustelle dal vivo stranamente li trovo in forma. A Reggio mi sono persino emozionato; resta che secondo me il fonico è un cane che non conosce la differenza tra lucine verdi e rosse.

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  5. quoto la nostalgia per betty
    è che bianconi proprio...
    (l'anonimo di prima)

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