martedì, febbraio 22, 2005

Pensierini sulla guerra, #659-668

659) A me dispiace non essere andato a Roma. E' colpa della mia vita incasinata (è colpa unicamente mia). Grazie a chi ci è andato.

660) Se a qualcuno che c'è stato piacesse scrivere qualcosa qui, anzi prego.

661) Poi rimane il dubbio: queste manifestazioni ad personas non danno maggiore visibilità ai ricattatori? Considerando poi che i terroristi non rapiscono personalmente gli ostaggi, ma li acquistano ai predoni, ogni volta c'è da pensare che il prezzo dei giornalisti e/o volontari italiani sulla piazza aumenti. E infatti li ritirano dal mercato.

662) Anche se è molto più difficile rapire chi resta sul balcone di un hotel a sparare percentuali di affluenza alle urne a caso. Banale, ma ogni tanto giova ribadire: Hanno rapito la Sgrena perché la Sgrena in Iraq andava in giro. La prossima battaglia retorica, qui da noi, sarà tra chi dice: "ne è valsa la pena, oggi gli iracheni vivono liberi e meglio", e chi fa notare il prezzo di quella libertà e di quel benessere. Giuliana Sgrena era andata là proprio a informarsi sul prezzo in vite e sofferenze umane. Rapita.

663) Invece, un Neocone d'assalto, c'è mai? Uno che a parte scrivere il blog vada in trasferta, on location, a mostrarci come si fa l'Iraq libero in diretta o si muore? Dico, tutti elzeviristi e neanche un inviato? Sì che sono in tanti, ormai.

664) Scenario cinico: una banda di pedroni rapisce un giornalista occidentale ma poi non riesce a rivenderlo. Così alla fine non gli resta che saltare gli intermediari e improvvisarsi milizia terrorista. Magari succede. Magari è già successo. Meccanismo ideologizzante della guerra: entri brigante, esci miliziano. Come in Giù la Testa di Sergio Leone.

665) Questi dibattiti nominalistici: "tu la chiami Resistenza", "ma non è proprio terrorismo", etc., credo che siano tipici solo da noi. Si tratta di tranelli retorici e chi ci casca è un grullo. Con tutta la simpatia personale che io provo, sinceramente, per Barenghi.

666) Caro Wile che chiedevi un commento sul pronunciamento della Fed, vedi, in realtà sono un po' in imbarazzo. Secondo me la guerra era ingiusta e non andava fatta, primo; poi l'Italia non doveva partecipare, tanto più che nessuno la obbligava, secondo. Da qui in poi, però, non ho più certezze. Per esempio, non so fino a che punto sia sensato, dignitoso e necessario levare le tende: soprattutto in concomitanza di ricatti di sequestratori. Bisognava opporsi prima. Bisognava non votare il rifinanziamento l'anno scorso: questa gente che lo vota un anno e l'anno dopo no, io non la capisco tanto (forse ho poco tempo e poca voglia).

667) Poi, è anche una questione di proporzioni. Qui c'è gente convinta che la presenza del moscone italiano sulla spalla del toro yankee sia di fondamentale importanza per la pace e la stabilità nel mediterraneo. Ora: può darsi che Nassiryia i nostri ragazzi stiano facendo tante belle cose, chissà: ma che siano fondamentali per l'equilibrio geopolitico del medio oriente, è una pia illusione che fa un po' Ventennio. Se partissero domattina gli americani non dovrebbero metterci molto a rimpiazzarli, come han fatto con gli spagnoli. Insomma, è inutile che mettiamo sempre in mezzo i destini del mondo. Noi siamo a Nassiryia e in Iraq in generale per il nostro interesse: per la sicurezza e il lustro che ci dà poter posare sul bue yankee, e magari una sorsata di petrolio a buon prezzo, dopo. Si tratta semplicemente, prosaicamente di capire se questa cosa ci interessa davvero o no, se i pro valgono i contro, eccetera. Ma c'è gente che sinceramente teme di spaventare il bue, volando via.

668) Ma scrivete un po' anche voi, eh?

6 commenti:

  1. Non è che ho molto da aggiungere. Alla manifestazione ci sono stato, e mi è sembrata davvero molto affollata e molto civile, senza slogan antigovernativi. Nel corteo gli unici a far casino erano i curdi per Ocalan e uno strano camion-con-musica con dei ragazzini dei Comunisti italiani. Già che esistano Comunisti italiani ragazzini mi sembra una notizia.
    Per il resto, alla mancanza di giornalisti neoconi in Iraq ci ho pensato anch'io. Diciamo sempre: hanno rapito proprio lei, che era contro la guerra, che raccontava le sofferenze del popolo iracheno ecc. ecc. Ma solo quei giornalisti lì in Iraq ci vanno davvero. Gli altri stanno qua a dire che in Iraq va tutto bene.

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  2. Perchè è più comodo scrivere sul blog una marea di idiozie seduti comodamente a casa propria.Anche se dovessero partire, non lo farebbero certo per ricercare la verità, si accontenterebbero di confermare le loro teorie. E per fare questo non serve certo mettersi in strada, basta una camera d'albergo.

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  3. 663) non so, uno come christian rocca ad esempio. ma l'avete letto il suo "Riepilogo" (http://www.ilfoglio.it/camillo)? ma neanche un quindicenne iscritto al pmli posta su indymedia delle cazzate così. o forse sì

    665) poi c'è sovente chi entra miliziano ed esce brigante

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  4. cragno, smettila di leggere Camillo. Ti fa male.

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  5. Ok, allora leggo il suo fratellino Luca Sofri e trovo
    "Fascisti, o cretini; o entrambe le cose
    Gruppo di teppistelli cerca di impedire all’ambasciatore di Israele - il quale non si risparmia una stupidaggine - di tenere una lezione all’università di Firenze"
    in linea con il tono di repubblica e del tg5
    ora: il rappresentante di un governo (e che governo!) con esercito e polizia (e che esercito e che polizia!) viene affrontato da quattro gatti sfigati che bofonchiano qualcosa e sti qui a stracciarsi le vesti "che figura" "comunisti" "fascisti".
    Ma, a parte l'ambasciatore che sicuramente non porterà pena, il senso del ridicolo no?

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  6. A parte che non sei obbligato neanche a leggere Luca Sofri; io avrei preferito farlo parlare e preparare domande veramente stronze.

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