venerdì, luglio 27, 2007

Eutanasio, micino vanesio

Ehi, stamattina su Repubblica c'è un filmato sul Gatto della Morte! Il Gatto della Morte! Su Repubblica! Sì, lo so, mi rendo conto che nel mondo ci sono i guerriglieri tailandesi e la crisi del Darfour, ma porcaputta, come faccio a non condividere con voi il Gatto della Morte!

Vive in un ospizio, ogni tanto si stende su un letto, e chi ci dorme muore! Si chiama Oscar, proprio come il Telegatto, e di cognome Eutanasia! Tra quindici anni si scoprirà che era portatore sano di una qualche forma di lectospirosi, ma nel frattempo quanto coraggio ci vuole per pubblicare la storia del Gatto della Morte! E poi dicono che noi italiani siamo superstiziosi. Siamo invece laici e moderni.
Figurati se qualcuno stasera andrà a letto pensieroso perché gli è capitato stamattina di fissare gli occhi in quelli del Gatto della Morte! Non succederà, perché siamo moderni! Auguro sogni d'oro stanotte a tutti i lettori! Il Gatto della Morte! Brrr, eheheh.

giovedì, luglio 26, 2007

ekranoplan

Cliccate qui solo se avete una lunga serata estiva senza niente di buono in tv - e siete maschi.
(No, niente tette. Idrovolanti, architettura sovietica, complottismi, il thread del secolo).

ma vaffancondominio

Come qualcuno di voi avrà intuito, nella coda di commenti al post di lunedì è in corso un esorcismo. Ne sconsiglio la lettura ai più sensibili, e anche ai meno. Potreste imparare che sono una giovane promessa della letteratura che nasconde i cadaveri sotto il tappeto, ecc. ecc.. Non credete a niente. Il tizio è posseduto.

L'unica cosa che vorrei salvare delle tortuose ripicche del Griso, è questa: a quanto pare, per la nostra Vedetta dell'antisemitismo di sinistra, la Striscia di Gaza può essere paragonata a una vagina, ma non a un appartamento. Paragonarla a un appartamento è bieca propaganda antisemita (di sinistra). Invece paragonarla a una vagina è ok, è occuparsene in modo "efficace" e "veritiero". Aggettivi suoi.

Tutto questo ha pochissima importanza, e svanirà al primo temporale di agosto. Però a settembre non venite a raccontarmi quant'è simpatico e ironico il Griso. Simpatico, ironico. Quello sta male e basta, e farlo entrare qui gli ha solo fatto peggio.

mercoledì, luglio 25, 2007

toasted faces for breakfast

In questi duri giorni di lavoro usurante mi sveglio con Omnibus, che è un talk su la7 dove vanno i politici e i giornalisti che si svegliano presto.

Negli ultimi giorni ho notato che gli ordinari schieramenti Destra vs Sinistra si stanno un po' scompagnando. L'impressione generale è che il grosso dello scontro ora sia Pallidi vs Abbronzati. I primi sono molto insoddisfatti di come vanno le cose, qualsiasi cosa. I secondi tendono a dire scemenze storiche, senza dubbio ispirate dal Demonio Meridiano.

Per esempio ieri mattina Carlo Panella, bronzeo nel suo completo bianco (lino?), innervosito di un paragone tra terrorismo cristiano e islamico, ha affermato perentoriamente che in Irlanda non c'è mai stato, mai stato, terrorismo religioso. Mai, capito? Ci voleva una bella faccia tosta, e lui effettivamente ce l'aveva.

Ma il massimo lo avevano dato il mattino prima Della Vedova (radical-forzista, abbronzato) e Rizzo (comunista, pallido). Il primo se ne esce con un "I lavori... che voi chiamate precari".
"Perché, tu come li chiami?"
"Mah, io credo che dovremmo trovare un'altra denominazione, non so... lavori a tempo".

Lavori a tempo. Perché gli altri lavoreranno a cottimo, chissà. Dopo un po' prende la parola Rizzo, incazzato duro con Prodi, figurarsi con Dalla Vedova. Quest'ultimo comincia a interromperlo con le frecciatine di routine, e lui sbotta: "Stai zitto, hai capito? Signorino abbronzato!"

Non è stata la classica rissa tv. Semplicemente la temperatura in studio è calata di venti gradi improvvisamente, potevi vedere il fiato della conduttrice che cercava di superare l'attimo di silenzio. Rizzo che s'incazza è un certo spettacolo. Secondo me Della Vedova tiene ancora la cacarella, cento ore dopo.

sabato, luglio 21, 2007

scaletta

Ingresso: Ti ringrazio mio Signore
Salmo: Su ali d'Aquila
Alleluja: Passeranno i cieli
Offertorio: Symbolum '77 (AKA Tu sei la mia vita / altro io non ho)
Comunione: La preghera di Gesù è la nostra (AKA Dove 2 o 3 sono riuniti nel mio nome).
Finale: Musica di festa

Devo suonare al matrimonio, oggi. Sono un po' emozionato, è da cinque anni che non provo.

venerdì, luglio 20, 2007

pazza idea, di fare il Piddi con lei

Su la7 adesso c'è Rosy Bindi, che dice cose di sinistra. Perlomeno più di sinistra di Veltroni. Si sgancia da Rutelli (che ormai ha il carisma politico di un appestato), insiste sulle pari opportunità, ricorda che la sinistra radicale non è soltanto un serbatoio di voti, ma una base rilevante del futuro pd, eccetera. Io quasi quasi, dico quasi quasi, mah.

E' sempre strano accorgersi che crescere consiste nel trasformarsi nei propri genitori.

giovedì, luglio 19, 2007

burning Gianni Togni (e Pippo Collini)

Tornando da Bologna, mi ritrovo in un ingorgo a quattro corsie sull'A1, e Isoradio trasmette Gianni Togni. Mentre fuori il catrame si squaglia cotto dal piombo delle marmitte, e non c'è modo di sapere se ci sono 40 km di fila o 4, Togni si domanda come stare fuori dal tempo mentre fuori è mattina presto, ni ni ni ni ni ni ni. Ni ni? Ma come fai a cantare ni ni? Posso capire du du du e la la la, ma ni ni ni ni?

Io odio Gianni Togni, odio Umberto Tozzi Renato Zero Sandro Giacobbe i Cugini di Campagna e tutti i cantanti maschi italiani dei tardi Settanta, salvo qualche cantautore che ascolto comunque con moderazione. Non credo all'esistenza attuale di una o più persone in grado di ascoltarli volentieri; considero tragico il fatto che questa una o più zombies siano stati assunti come dj di Isoradio.

Non solo, ma il fatto che io abbia mosso i primi passi su un pavimento nello stesso periodo in cui queste canzoni andavan forte sulle frequenze AM mi rende particolarmente vulnerabile ad esse - come con Superman la kryptonite - ora per alcuni mesi nessuno riuscirà a levarmi dalla testa Semplice di Gianni Togni. Che per inciso è identica - l'ho scoperto mentre andavo ai 2 all'ora sull'A1 - a Follow you follow me dei Genesis.

E qui improvvisamente tutti i pezzi sono andati a posto. Il mistero di una band progressive inglese che fa successo in Italia prima che in patria. L'amore dichiarato per la Premiata Forneria Marconi. Quella volta che sentii una voce nasale alla radio e mi dissi: Dunque questo è Phil Collins che canta Tarzan in italiano? E invece era Eros Ramazzotti. La storia assurda per cui A groovy kind of love, pur essendo la cover di un pezzo anni '60 sarebbe anche un plagio di Ivan Graziani. E via e via, fino alla surrealtà di un pensionato calvo che cantando riempie Circo Massimo, manco fosse Venditti.

Tutto si spiega, se si svela l'arcano: Phil Collins è italiano. Sarà di Vetulonia o di Frascati, si chiamerà Pippo Collini, avrà suonato la batteria in qualche disco di Riccardo Fogli. E' vero che canta in inglese, ma solo per darsi un tono. Dietro il guscio progressive c'è quel tipo di melodia cantabile ma un po' pesante, che sa di sugo alla melanzana.

Noi facciamo finta di non saperlo, ci raccontiamo palle sul grande artista internazionale, bla bla, ma sotto sotto lo abbiamo capito: Pippo è un paisà. E ce canta 'a canzone duce duce propio cumme piace a noi! E ce piace assai! And that's all.

mercoledì, luglio 18, 2007

burning Babylogna

Io in effetti mi sto nascondendo dall'Università.
Ma devo dire che è molto facile - mai che l'Università mi venisse a cercare. Anche solo una telefonata. Ci scusi, ha un libro in prestito da millanta giorni, ce lo riporta? Eh? Sì, scusate, arrivo.
No. Nulla. Sono così indaffarati, così pieni di cose da fare, laggiù.
Io però lunedì trovo coraggio e vado a Bologna. Al mattino no, c'ho il dentista. Vado al pomeriggio. Quaranta gradi all'ombra, ogni tanto si alza un vento che sembra un colpo di phon.

Via Zamboni è simile a Veltroni, nel senso che ad entrambi frega nulla di assomigliare alla peggio caricatura che se ne fa. Cioè, mi avessi un po' stupito, Via Zamboni. Macché. In tre minuti di percorrenza mi imbatto in una famiglia di pancabbestia coi cani e in un coro di Dottore del buco del cul, con tanto di corona di alloro e gavettoni a base di vino bianco, che coi 40° evapora subito e lascia un tanfo, un tanfo, un tanfo che hai presente via Zamboni? Ecco.

Al dipartimento non c'è nessuno. La Biblioteca al pomeriggio è chiusa. Ah sì? E da quando? Da lunedì, esattamente. C'è scritto sulla bacheca. E accento c'è una fotocopia del fondo di Citati: Raddoppiare gli stipendi ai professori. Eh, beh, certo.

Se avessi avuto una penna in quel momento, cosa avrei scritto?
E se avessi avuto un accendino, che avrei fatto?
Ma non fumo.
Vado in feltrinelli, magari c'è uno sconto sulle guide turistiche.

martedì, luglio 17, 2007

il quarto uomo

Voi finora ne conoscete tre: Walter Veltroni, Furio Colombo, Rosy Bindi. Sono i candidati alla guida del Pd.
Io ne ho trovato un quarto: Jacopo Gavazzoli Schettini.

Da sei anni si occupa di Responsabilità Sociale d’Impresa, Sviluppo Sostenibile e Finanza etica per l’Agenzia Europea di Investimenti (una struttura privata attiva nella finanza etica ed anche nella emissione di rating ad aziende e nazioni sulla loro responsabilità sociale così come indicata da ONU, OCSE e Unione Europea). E’ autore di numerose pubblicazioni sull’argomento e frequenta la Scuola di Dottorato di Ricerca in Finanza dell’Università di Trieste.

La sua formazione familiare, di studio, e lavorativa lo ha portato ad abbracciare i valori di una sinistra europea e liberale. Una visione della società moderna ed aperta, ancorata non solo ai valori di equità e giustizia, ma anche di efficienza dei servizi dello stato e sviluppo economico.

Jacopo ha avuto una precedente e formativa esperienza politica dal 1984 all’1988 (durante il periodo universitario) nella Federazione Giovanile Repubblicana legata al Partito Repubblicano di Giovanni Spadolini.

Ha verso il Regno Unito un debito di gratitudine per avergli offerto il primo lavoro (da emigrato) e per avergli mostrato come può funzionare una democrazia moderna.
Gioca a tennis. Ama sciare ed andare in barca a vela.
La sua automobile è una familiare del 1999. Gira perlopiù in bicicletta, con i pattini in linea (se la superficie lo consente) e con i mezzi pubblici.
Conosce l’inglese.

Nella fotografia usata per l’apertura della sua campagna, Jacopo porta ancora sul naso i segni di una caduta con i pattini mentre giocava con il figlio. Dice che è stato quel colpo alla testa a fargli venire in mente di candidarsi.


Beh, in bocca al lupo - anche perché finire un dottorato mentre si guida il Pd non sarà una cosa semplice.
Dici: ma dove l'hai trovato, questo qui? Cliccando su Google Ads.

martedì, luglio 10, 2007

duce! nudo! tette! figa!

Lo so che scrivo troppo e non cose memorabili, ma sulla 7 in questo momento c'è un documentario spassosissimo che cerca di mettere insieme due argomenti che tirano da sempre: i filmati di repertorio di Mussolini e le donne nude.

La scusa è quella di raccontare la vita privata del duce; qua e là ci sono storici che dicono anche cose giuste, ma è tutto mixato con pornografia di repertorio in bianco e nero, senza stare tanto a guardare se è roba Belle Epoque o anni Quaranta. Ogni volta che parlano di un'avventura di Benito parte la donna nuda, come se fosse una diapositiva dell'amorazzo di Benito. Addirittura ogni tanto si prova la dissolvenza incrociata, che è una cosa che ho visto fare solo nei documentari americani di serie Z sugli angeli e le case infestate: in pratica la donna nuda risulta proiettata sul faccione del duce che ammicca.

La cosa più esilarante è l'intervista montata a due storici o antropologi del fascismo e della sessualità, che si mettono a infierire sui gusti del dittatore: gli andavano bene tutte, alte nane bionde more calve, bastava che respirassero, era uno da tariffa economica al bordello (tariffa economica = cinque minuti). Il tutto frammisto a considerazioni serie, ineccepibili, sulla politica del corpo nel fascismo.

A me vien da pensare che siano i geni. Io stesso, con questo pezzo, probabilmente scalerò le classifiche italiane dei blog, perché sto parlando di duce e di tette. Il duce con le tette. Se resuciti il duce e trovi un modo di montargli un par di tette, puoi governare gli italiani per secoli e secoli (ma che ci fai, con gli italiani, nei secoli dei secoli?)

evvai, che tra un po' è San Bartolomeo! Fiesta!

Semper quomodo novi me superiorem incolae lutheranae prospicientis esse. In primis, quod linguam latinam cognosco; in secundis, quod amoenas ecclesias plenas inclitarum madonnarum teneo; in tertis, quia nominor Leo. Hoc scio. Ok. Sed nunc peto mihimet (et Pontifici Maximo, naturaliter): quando num meam incolam lutheranam necare et suam pulchram matronam violare, ad maiorem gloriam Dei potuero? Sancti Bartholomei nox decetne? Traditiones semper curavi, meas radices cognosco.

(In fondo mi sono sempre considerato superiore al mio vicino protestante. Per prima cosa, conosco il latino; secondo, ho un sacco di belle chiese piene di madonne; terzo, mi chiamo Leo. Lo so. Ok. Adesso però mi chiedo, e chiedo anche al Sommo Pontefice: quand'è che posso andare a far la pelle al mio vicino e trombarmi la moglie, a maggior gloria di Dio? La notte del 23 agosto, San Bartolomeo, andrebbe bene? Io ho molto rispetto per le tradizioni, conosco le mie radici).

(Prima che cominciate a fare i furbi: non ho nemmeno IL dizionario in casa).

estinguetevi, stolti

Non che ne abbia avuto molto in cambio, ma io sono un convinto sostenitore della razza umana. Di solito. Cinquanta settimane all'anno.
Questa settimana invece tifo per loro. Forza tori!

sabato, luglio 07, 2007

iu dontno hu ai em!

Forse l'avrete già sentita, però mi ha fatto ridere (amaro). Per la serie "International Shit Pictures", da un New York Post della scorsa settimana:

Il guru della moda Roberto Cavalli non sarà l’unico eurogagà a non poter sfoggiare un Iphone su un ponte del suo Yacht quest’estate. Gli aspiranti acquirenti di un Iphone che ingrossavano la fila davanti all’Apple Store sulla Quinta Strada venerdì notte ci sono rimasti di sasso vedendo Cavalli sfrecciare di fianco a loro per presentarsi davanti agli addetti all’ingresso, dicendo: Ai em ièr for mai Aifòn. (Sono qui per il mio IPhone, ndl). Come riporta un testimone oculare, “Quello continuava a dire col suo forte accento italiano: Ai em Roberto Cavalli. Ai em femous italian disainer!” (Io sono Roberto Cavalli. Io sono famoso designer italiano). Dopo una mezz’ora di insistenze, un impiegato Apple appassionato di moda lo ha finalmente riconosciuto e lo ha fatto entrare dal retro.

giovedì, luglio 05, 2007

Coi tuoi problemi di avviamento

C'è da dire che Galliano ha fatto scuola. Qualsiasi baraccone è elegante in sé, in quanto baraccone.

Cosa importa se la violinista stecca, basta abbia tette. Se gli acrobati casacano nel fiume, qualcuno saprà apprezzare l'autoironia. Se ogni tanto arrivano surfisti a casaccio, sarà senza dubbio una strizzata d'occhio al hip hop, o alla pop art, a qualunque cosa, del resto vi paghiamo la retta a Scienze delle Comunicazione affinché sappiate cogliere i riferimenti: e allora coglieteli, no?
Cosa importa se Torino è piena di acrobati cocoprò (figli di cassitegrati cronici?) che per campare son disposti ad appendersi a un traliccio e restar lì, senza far nulla, esibire la propria impotenza, l'essere parte di un meccanismo che non serve neanche a niente, è solo un giocattolino cromato per le figlie di buona famiglia.

Cosa importa se la storia d'Italia e del mondo è solo un susseguirsi di luoghi comuni rimasticati. La Ekberg fa il bagno, Marylin canta happy birthday, ci sono i Beatles, poi per trent'anni nulla e infine gli Underworld, la musica dei giovani d'oggi evidentemente.

Ma sul serio c'è da vantarsi di essere la generazione che ha fatto sesso in quel trabiccolo? I miei genitori a momenti si vergognavano di averne guidata una. Forse c'era poesia nella miseria, ma c'era anche la miseria. La miseria, capite? No, non capite. E' tutto un balocco, per voialtri. Vi ci gingillate un po', in attesta che la Citroen faccia uscire la Nuova Due Cavalli. Io me ne sto in disparte e canto

Come faranno
4 elefanti a stare in una Cinquecento?
Due davanti e due di dietro.
Come farò ooo
a far l'amore in Cinquecento
con te davanti e il cambio dietro
turbati da un presentimento
di Cinquecento casse integrazioni,
Cinquecento bei milioni,
Cinquecento voti alle elezioni?

Cinquecento, coi tuoi problemi di avviamento,
quell'avventura del momento
in camporella Cinquecento, e il posteggio è facilitato

(Elio e le Storie Tese dedicano questa bellissima canzone alla Fiat 500, e sono 50.000 di bocca e 100.000 scopare).

mercoledì, luglio 04, 2007

i-dee per il Partito Democratico

Siccome senza Storace AN sta sicuramente a sinistra della Margherita, si potrebbe ottenere il PD dalla fusione AN-DS e mandare i DL a unirsi con FI. Così le primarie se le giocano Fini, Veltroni e Scalfarotto.

è arrivato il carrozzone

Non mi ricordo di aver mai scritto, nemmeno qui, che John Galliano è il male. Però lo è, indubitabilmente. Ma in un certo senso è un male educativo.
Finché chez Dior ci lavorava una persona di gusto si poteva ancora immaginare che il carrozzone avesse un senso. Oggi direi che è chiaro a tutti il problema: la cliente media dell'Alta Moda Internazionale ha lo stesso immaginario di una lettrice delle fiabe di Andersen di sette anni. Che al confronto i blockbuster in costume hollywoodiani sono capolavori di autoironia. Sul serio. In che senso le baracconate di Galliano hanno più stile delle scenografie dei Pirati nei Caraibi? Scommetto che persino le cuciture le fanno meglio in California (tanto alla fine le fanno gli italiani).

La civiltà umana morirà, anche per via di una classe dirigente in fase di regressione senile-infantile; tra qualche millennio atterreranno i venusiani, grandi appassionati di decadenze, e per farsi un quadro della nostra sistemeranno tanti manichini in un corridoio, con le creazioni della maison Dior. E ci sarà un venusiano più noioso degli altri, con una bacchetta in mano, a spiegare: "Ecco, questo è il punto in cui hanno definitivamente perso il senso estetico. Ferré se n'è andato ed è subentrato John G.".

lunedì, luglio 02, 2007

lo spirito del giuoco

Potrei ricevere minacce più o meno legali per quel che scrivo, e tuttavia mi sembra evidente che il fantino dell'Oca avesse ricevuto una buona offerta dal Nibbio.
Il suo cavallo schizzava, ma lui era perplesso. Ogni tanto si voltava a guardare il Nibbio che incalzava. Sul rettilineo il rallentamento era percepibile da casa.
E insomma alla penultima curva si è fatto quasi riacciuffare, e da quel momento ha cominciato pure lui a nerbare il cavallo, o perlomeno andava su e giù col frustino; ma che il cavallo sentisse le nerbate, ci ho i miei dubbi.

Il cavallo aveva semplicemente deciso che il palio lo vinceva lui, perché i cavalli son bestie così, rompono i coglioni pel puro gusto di farlo. E il fotofinish, ribaldo, gli ha dato ragione. I cristiani frattanto s'accapigliavano, come se il Palio dovesse finire in tiro alla fune.

Ti viene da pensare che non c'è più religione, peggio, non c'è più lo spirito del giuoco. Da bambino c'era il campionato, il Giro, la Coppa del Mondo, il Palio di Siena. Chi giocava meglio vinceva, gli altri pazienza. Oggi il campionato si vince per decreto legge, la Coppa del Mondo per una testata, il Giro per un'endovena, e non siamo in grado di assegnare decentemente neanche uno straccio di Palio. L'epoca classica finì così: un imperatore si ruppe i coglioni e chiuse i giuochi di Olimpia. Basta. Che non si diverte più nessuno, fate solo casino.

Un pensiero al fantino che ha vinto per sbaglio, chissà che bella serata laggiù.

E dov'è la novità ?

Manganelli alla polizia.

domenica, luglio 01, 2007

Dal Vangelo di oggi

Mentre andavano per la strada, un tale gli disse: «Ti seguirò dovunque tu vada». Gesù gli rispose: «Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell'uomo non ha dove posare il capo».
Luca 9, 51-62