Su, coraggio, chi è che ascoltando in tv un'operaia di Faenza può pensare a sé stesso seduto su una panchina di Battery Park nel 1984 e scrivere 'anch'io sono stato disoccupato e senza identità'?
Che mancanza di tatto, di rispetto, di capacitá di comprensione. Che brutto vizio quello di voler giudicare gli altri secondo le proprie esperienze e secondo la propria maniera di affrontare la vita e le cose, senza fare alcuno sforzo per mettersi nei classici "panni altrui". Se io emigro in Inghilterra, giovane, laureato e pieno di ottimismo e belle speranze, perché non lo puó fare, magari, anche il mio papá, una vita in fabbrica, licenziato, che non ha mai messo il naso fuori della sua regione...
Ricorda la finezza dei manifesti del Berlusca di qualche anno fa: il "presidente operaio". Aspettando "un presidente disoccupato" che faccia strage di voti in primavera, anche questa non è mica male.
La similitudine, per quanto commovente, crolla però di fronte all'evidente conclusione che tra i giornalisti ha sicuramente più identità uno disoccupato (come quello calabrese licenziato dal giornale di Sansonetti) che tanti direttori di giornale e di TG.
@riotta? Giuro non guardo
RispondiEliminam
Quella merdaccia di Rossella?
RispondiEliminaSu, coraggio, chi è che ascoltando in tv un'operaia di Faenza può pensare a sé stesso seduto su una panchina di Battery Park nel 1984 e scrivere 'anch'io sono stato disoccupato e senza identità'?
RispondiEliminaVeltroni?
RispondiEliminaUolter, ovvio ;)
RispondiEliminaeli.
però uolter, da membro del pci, nel 1984 non avrebbe potuto mettere piede negli usa. o sbaglio?
RispondiEliminaalain elkann?
è Riotta
RispondiElimina"piste cita mio tweet, ricordi New York. Il mondo l'ho detto avanti, ora l'Italia. Santoro."
RispondiEliminaGianni! Gianni! Gianni!
avevo pensato a luca sofri.
RispondiEliminasecondo me ci sta. lui ha fatto tutto.
no, sì, era Riot Boy, solo sulla panchina niuiorchese come un'operaia cinquantenne faventina.
RispondiEliminahttp://twitter.com/#!/riotta
RispondiEliminaquesta ragazzi è l'intellighenzia a cui si affida la classe dirigente italiana
Che mancanza di tatto, di rispetto, di capacitá di comprensione. Che brutto vizio quello di voler giudicare gli altri secondo le proprie esperienze e secondo la propria maniera di affrontare la vita e le cose, senza fare alcuno sforzo per mettersi nei classici "panni altrui".
RispondiEliminaSe io emigro in Inghilterra, giovane, laureato e pieno di ottimismo e belle speranze, perché non lo puó fare, magari, anche il mio papá, una vita in fabbrica, licenziato, che non ha mai messo il naso fuori della sua regione...
(meno male che è solo fiction)
Scatta il meme del boy sulla panchina!!!
RispondiEliminaNF
Ricorda la finezza dei manifesti del Berlusca di qualche anno fa: il "presidente operaio". Aspettando "un presidente disoccupato" che faccia strage di voti in primavera, anche questa non è mica male.
RispondiEliminaLa similitudine, per quanto commovente, crolla però di fronte all'evidente conclusione che tra i giornalisti ha sicuramente più identità uno disoccupato (come quello calabrese licenziato dal giornale di Sansonetti) che tanti direttori di giornale e di TG.