domenica, ottobre 02, 2005

mestieri che s'inventano

Un giorno, in un posto qualsiasi, ascolti un tipo di musica. Te la fanno ascoltare i tuoi amici più grandi, o la scopri da solo. All'inizio ti piace e basta, com'è giusto che sia. Col tempo scatta qualcosa: ti ci affezioni. Diventa parte della vita, parte della giornata da sottrarre ad altri impegni. Programmi i fine settimana per seguire i concerti, le vacanze per i festival. Cominci a spendere troppo, e poi all'improvviso succede qualcosa. I soldi iniziano a tornare indietro.
Non molti all'inizio: e poi, gradualmente, sempre di più. Cosa è successo? Sei diventato un punto di riferimento: sai distinguere il buono dal cattivo, sei sensibile a tante piccole, minuscole differenze. Ormai sei tu che fai sentire i dischi agli altri – e passi più tempo a farli ascoltare che ad ascoltarli tu stesso. Forse non balli più. Ma sei diventato un dj. Bel colpo.

Il divertimento diventa passione, la passione si riduce in mestiere: succede. Faccio un altro esempio: un giorno ti trovi in un locale. Ti ci hanno portato i tuoi amici più grandi, o ci sei arrivato da solo. All'inizio ti piace e basta, com'è giusto che sia. Ma col tempo scatta qualcosa. Ci vai tutte le settimane. Intrattieni relazioni col personale. Diventa parte della vita, parte della giornata da sottrarre ad altri impegni.
Finché ti rendi conto che ci sei dentro. Per i tuoi amici era solo un ritrovo, per te è diventato qualcosa di più. Adesso sei un punto di riferimento: sai distinguere una serata buona da una no (è una questione di tante piccole, minuscole differenze). Ormai sei tu che fai entrare gli altri – e passi più tempo fuori a chiamarli che dentro a divertirti. Perché magari non ti diverti neanche più. Ma sei diventato un PR. Complimenti.

A ciascuno, secondo la sua passione. Per dire, un giorno provi una cosa. Coi tuoi amici più grandi, o da solo. All'inizio ti piace e basta, com'è naturale che sia. Col tempo però scatta qualcosa: ti ci affezioni. La cerchi. Sviluppi il tuo giro di conoscenze. Diventa parte della vita, parte della giornata da sottrarre ad altri impegni.
A un certo punto, ti accorgi che ci sei dentro. Per i tuoi amici era solo uno svago, per te è diventato qualcosa di più. Hai speso un sacco di soldi, eppure da un po' di tempo stanno cominciando a tornarti indietro. Perché sei un punto di riferimento: sai distinguere la buona dalla cattiva, hai naso per tante piccole, minuscole differenze. Ormai sei tu che la procuri agli altri – ed è più quella che smerci che quella che ti resta. Alla fine magari non ti fai neanche più tanto. Ma sei diventato un pusher. Buona fortuna.

8 commenti:

  1. Funny :-)
    Secondo te, queste passioni tramutate in mestieri, hanno validità e durata nel lungo periodo?
    Parlavi di Dj e di Pr, uno può essere Dj o PR per sempre? Può essere considerato come un classico lavoro impiegatizzo, secondo te?

    Riky

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  2. Nel lungo periodo saremo tutti morti.

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  3. Guarda, secondo me il "classico lavoro impiegatizio" non è più così tanto classico.
    Credo che ogni professione (compreso quella del pusher) possa essere svolta con serietà o con cazzonaggine: uno come Coccoluto ha senz'altro un progetto di vita più serio di uno sfigato che anno per anno prova a fare il supplente nella scuola media o un dottorato del c.... in un'università. Quelli sì che sono mestieri senza "validità e durata nel lungo periodo".

    La cosa che m'interessava era notare come un modo per ritagliarsi una professionalità, oggi, sia dare sempre più spazio alle proprie passioni (come dire, ai propri vizi). Per cui la tua domanda può essere riformulata così: "si può passare l'intera vita nel vizio, guadagnando bene come un travet?" Non lo so, però vale la pena di pensarci.

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  4. eh, allora io sarei dovuto diventare da un pezzo un punto di riferimento nel mondo del porno

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  5. La cosa che m'interessava era notare come un modo per ritagliarsi una professionalità, oggi, sia dare sempre più spazio alle proprie passioni (come dire, ai propri vizi)

    non è che per caso era già così ai tempi di leonardo quell'altro, quello frocio?

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  6. mica tanto. Leonardo-quello-frocio si circondava sì di fanciulli, ma pare non avesse commercio carnale con essi. Freud lo trasforma addirittura nell'eroe della sublimazione delle passioni.

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  7. intendevo dire che forse anche leonardo-quello-frocio-ma-intelligente si è ritagliato svariate professionalità seguendo le proprie passioni tipo capire le leggi di natura e cose così.
    e come lui tanti altri fino a coccoluto.

    però coccoluto è diventato un professionista. e infatti ormai solo l'idea di ascoltare qualcosa che abbia più di 15 battute al minuto lo fa andare di stomaco. leonardo-il-pederasta è invece rimasto sempre un dilettante.

    quindi la mia tesi, ideologica come al solito, è che una vita vissuta nel vizio per professione è più deprimente della supplenza scolastica più schifosamente virtuosa.

    l'unica vera alternativa è abbandonare la professionalità per vivere nella dilettanza.

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