Clementina Cantoni ha 32 anni. Quando il suo volto è passato in tv, io ho avuto paura: di conoscerla. Ho dovuto penare un po' per convincermi di non averla mai incontrata. Qualcosa del genere, in passato, mi era già successo con Simona Pari e Simona Torretta.
Sarà forse che queste cooperanti, nelle foto in cui sorridono, hanno davvero quell'aura qualunque della vicina di casa, della compagna di classe. L'idea che qualcuno le abbia rapite, che qualcuno possa deliberatamente farle del male, mi disturba nel profondo, più in profondo del solito fastidio del telespettatore sensibile alle tragedie del mondo. Naturalmente, ogni giorno in Iraq e in Afganistan (e altrove) muoiono decine centinaia di persone: ma non hanno il volto di una mia compagna di banco.
Ora mi tocca disseppellire una parola che odio ma è inutile girarci tanto intorno: generazione. In un senso più lato ma neanche troppo lato Simona Torretta, Simona Pari, Clementina Cantoni, sono davvero mie compagne di classe o pianerottolo. Appartengono alla mia generazione. Ho questa illusione forte, di capire esattamente perché sono lì e perché fanno quel che fanno. Se le sento parlare, mi sembra di aver chiacchierato con loro a lungo anche troppo a lungo, finché erano loro a voltare il sacco a pelo e buonanotte, domattina c'è molto da fare.
Anche Enzo Baldoni mi era in qualche modo familiare: amava cose che io amavo, traduceva i miei fumetti preferiti, aveva motivazioni forse un po' stravaganti che però riuscivo a capire. Anche Giuliana Sgrena. E sì, anche Fabrizio Quattrocchi, per quel poco che ho imparato di lui, si lasciava identificare con un certo tipo di italiano che conosco. Ma quelli, appunto, erano pubblicitari, giornaliste, avventurieri: storie già sentite, ma che non erano la mia. La mia (pensavo) è ancora tutta da scrivere.
Con queste tre donne è diverso. Le chiamo donne, perché è giusto: e quindi, siccome ho esattamente la loro età, io sarei un uomo.
Queste donne, dicevo, dai visi ordinari, con notevoli competenze e ammirevole incoscienza, stanno scrivendo la pagina più interessante della loro generazione. Io, intanto, sto in Italia e scrivo di blog. Cosa scrivo? Rumore di fondo.
(il pezzo intero è su Vita)
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