Dottore, insomma, mi sento un po' di sarkosi, è grave?
Premetto che sono di sinistra. Leggo due quotidiani al giorno e guardo Matrix, insomma, ho tempo da sbatter via. Sono un borghese neanche tanto piccolo in una città che, dottore mio, è sempre più carica di straccioni, lo ha notato?
Ho fatto anche politica, ero in lista con Veltroni. Ho amato intensamente i negretti, gli albanesi, i cinesi, rumeni, chiunque venisse a darsi da fare in questa città immortale. Pensavo che lasciare gli zingari nel centro storico di Roma fosse la scelta giusta. Cioè, io m'immaginavo già mio figlio architetto sposarsi con una laureanda di scienze della comunicazione di origini tzigane, e magari nozze stile Bregovic. Anzi avevo già fantasticato di chiamarlo, Bregovic. Mi ero informato sui prezzi, non è neanche tanto caro.
E poi dottore, che m'è successo. Da quando ho il C1 dal carrozzaio, ho cominciato a prendere i mezzi, e ho avuto una rivelazione, un'epifania, insomma, questi stranieri non sono mica tanto gentili con noi romani! Ci dicono le parolacce! Sputano e puzzano! Alla fontana di Trevi ci sono gli ambulanti! Si rende conto? Gli ambulanti! Alla fontana di Trevi!
Certe volte mi metto a picchiarli, a cacciarli a pedate dall'autobus tra gli applausi... ma di solito mantengo il mio senso critico, dottore, e mi chiedo: dov'era la politica, in questi anni? Perché non si è preoccupata dei problemi? E la società civile dov'era? E il ceto medio riflessivo, perché non rifletteva? Eh? Eh? Perché ha permesso tutto questo permissivismo? Non è una vergogna? Lei che dice, dottore?
(Vedi anche Brodo sul veltronismo).
"Anzi avevo già fantasticato di chiamarlo, Bregovic. Mi ero informato sui prezzi, non è neanche tanto caro."
RispondiEliminaQuesto, è il genio.