Dice Leonardo: non è vero che abbia riso dei morti di
tumore.
E infatti è assolutamente evidente che le ragioni per cui deve vergognarsi nulla hanno a che vedere con un titolone scandalistico e poco pertinente del Fatto Quotidiano
E infatti è assolutamente evidente che le ragioni per cui deve vergognarsi nulla hanno a che vedere con un titolone scandalistico e poco pertinente del Fatto Quotidiano
Dice Leonardo: siete poco attenti, queste intercettazioni le
aveva pubblicate il Giornale un anno prima
Sì, ma aveva pubblicato le trascrizioni, non l’audio. E sentire l’audio o leggere le trascrizioni non è esattamente la stessa cosa. Chi è intellettualmente onesto ne converrà e ammetterà quindi che lo scoop di FQ un valore aggiunto lo porta. Ma non è certo questa la questione centrale
Sì, ma aveva pubblicato le trascrizioni, non l’audio. E sentire l’audio o leggere le trascrizioni non è esattamente la stessa cosa. Chi è intellettualmente onesto ne converrà e ammetterà quindi che lo scoop di FQ un valore aggiunto lo porta. Ma non è certo questa la questione centrale
Dice Leonardo: Vendola è il presidente della Regione e
doveva mediare con la proprietà, che c’è di male se telefona al responsabile
delle relazioni istituzionali ILVA ? E’ o non è il suo naturale interlocutore ?
Niente di male, ovvio. Come pure è ovvio che Archinà fosse il suo naturale interlocutore
Niente di male, ovvio. Come pure è ovvio che Archinà fosse il suo naturale interlocutore
E allora perché deve vergognarsi Vendola ?
Vendola deve vergognarsi perché:
Vendola deve vergognarsi perché:
1.
Il video a cui fa riferimento non fa
assolutamente ridere, anzi è una vera schifezza. Se è stato “un quarto d’ora a
ridere” dopo averlo visto c’è di che preoccuparsi del suo buon gusto e di quello
del suo capo di gabinetto.
2.
Blandisce, sdilinqua, slecchina, sruffiana il
gran corruttore della famiglia Riva. E questo, per arrivare alla fine a dire “dica
che il presidente non si è defilato”, non era decisamente necessario
3.
“Quella faccia di provocatore (…) per me che le
ho fatte veramente le battaglie per la difesa della vita e della salute”.
Eh sì, come si permette quel parvenu provocatore ? Innanzitutto
non si è mai iscritto a SEL, come deve fare chiunque vuol veramente portare
avanti le battaglie per la difesa della salute. Poi non è mai andato a
concordare con Vendola la strategia da tenere nei confronti dell’ILVA, come
deve fare chiunque vuol veramente portare avanti le battaglie per la difesa
della vita e della salute. Infine non si è mai sparato quelle cinquemila ore di
riunione di segreteria regionale per sviscerare la tattica più opportuna da
seguire nei confronti dei Riva, come farebbe chiunque volesse veramente portare avanti le battaglie
per la difesa della vita e della salute.
No, questo si presenta e banalmente chiede conto a Emilio
Riva delle morti di tumore causate dall’ILVA. Così, come se fosse semplice
semplice. Per giunta mettendolo in
imbarazzo. E la tattica ? E la strategia ? Ma questo qui lo sa che la politica è
come una partita a scacchi ? No ? Ah ma allora gli manca l’A B C, allora è un
anarcoide analfabeta. Ma questo qui l’ha
mai visto San Michele aveva un gallo dei fratelli Taviani? Ma nemmeno sa chi
erano i fratelli Taviani, questa faccia di provocatore.
4.
E veniamo al vero motivo per cui Vendola deve
vergognarsi e mica poco.
“A prescindere dai procedimenti, le cose, le iniziative, l’ILVA è una realtà produttiva a cui non possiamo rinunciare”.
“A prescindere dai procedimenti, le cose, le iniziative, l’ILVA è una realtà produttiva a cui non possiamo rinunciare”.
No signor presidente della Regione Puglia. Qui, a mio
parere, è in grave errore. Provo a riformulare le frasi che mi sarei aspettato
da lei o da chiunque altro ricopra la sua carica:
“A prescindere dai procedimenti,
le cose, le iniziative, l’ILVA è una realtà produttiva a cui non possiamo
rinunciare fino a che non pregiudica l’incolumità di nessun essere umano
abitante su questo pianeta. Ma se le emissioni dell’ILVA - anche dopo i
necessari interventi di riqualificazione tecnologica - dovessero mettere a
rischio fosse pure una sola vita, allora lei dott. Archinà sa che io, in quanto
titolare di una primaria carica pubblica, dovrei prioritariamente quella vita
tutelare. Certo dott. Archinà, mi rendo conto che la chiusura dello stabilimento
– o anche solo la sua limitazione in termini produttivi - porrebbe gravi
problemi di natura economica e occupazionale. Sicuramente si registrerebbero anche
notevoli preoccupazioni di ordine pubblico. Sì dott. Archinà, forse la cosa comprometterebbe
definitivamente la mia stessa carriera politica. Ma cerchi di capire: se io non
sapessi esattamente quali sono i miei primi doveri istituzionali, se non avessi
innanzitutto un orizzonte etico a guidare le mie azioni di uomo politico e se
credessi che la politica, intesa come l’arte del possibile e della
trasformazione della realtà, non sia in grado nemmeno di riqualificare l’economia
di una città, allora avrei sprecato la mia vita in interminabili e inutili
riunioni di partito, cianciando solo di tattica e di strategia."