Renzi fa una pausa, risponde al telefono, afferra una manciata di Pringles, sgranocchia un paio di tarallucci, si toglie la camicia, si infila una slabbrata maglietta grigia del circolo canottieri Firenze, poi risponde via sms a Piero Fassino (che lo aveva chiamato otto volte), ringrazia al telefono Oscar Farinetti (che domenica gli ha organizzato a Torino un maxi evento al PalaOlimpico, 5 mila persone), chiede cortesemente alle ragazze del suo staff di non raccontare a Farinetti quello che mangia di pomeriggio in camper, domanda quanti chilometri mancano ad Asti, passa un foglio di carta ai due sindaci che lo hanno accompagnato lungo il tour in Piemonte e in Liguria (Federico Berruti, sindaco di Savona, e Andrea Ballaré, sindaco di Novara) e infine chiede a entrambi di dargli qualche consiglio su alcuni temi da affrontare nelle due tappe successive. Prima di Asti ci sono ancora circa 50 chilometri da percorrere e il sindaco di Firenze ha ancora qualche minuto per noi. Dicevamo: e adesso che si fa? "Io-dice Renzi mentre si fa passare una confezione di biscotti Tuc dall'operatore che lo segue con la telecamera ogni giorno da quando è cominciato il tour, non sopporto chi mi accusa di voler spaccare il partito. Ciomp.
(Ok, il Ciomp finale l'ho aggiunto io ma non ditemi che non ci stava).
Staff di Renzi, accetta un consiglio qualunque da un bersaniano qualunque: se proprio dovete invitare Cerasa nel camper, il figliolo fatelo desinare prima. Sempre che non sia un'accorta strategia neurosubliminale, tipo che la gente si fida proprio perché sgranocchia merendine compulsivamente, nel qual caso chiedo scusa, sbaglio sempre, anche a quello di prima pensavo che le compulsioni manifeste facessero perdere consensi, e invece.