Si riparla di Cesare Battisti, che senza dubbio è colpevole, anche se forse non esattamente di quello per cui lo hanno condannato. Di Cacciola invece no, non si parla mai.
Come sarebbe a dire chi è Cacciola. E' un criminale, un truffatore, un reo confesso, che i brasiliani volevano e noi italiani non abbiamo mai estradato. Di lui si sa così poco qui da noi. L'unica pagina wiki è in portoghese.
I brasiliani se ne ricordano meglio (la storia la conoscono persino le ballerine). Magari, ascoltando più ballerine e meno editorialisti italiani, potremmo farci un'idea sul perché Lula e in generale i brasiliani non siano così lesti a concedere l'estradizione a un tizio che è stato processato in modo discutibile, in una nazione discutibile.
giovedì, dicembre 30, 2010
lunedì, dicembre 27, 2010
A non portarsi il laptop
Il mondo del blogging è sempre più competitivo. Per esempio, pochi minuti fa ero in bagno e mi è venuta in mente una cazzata, un'idea per un post su Piste.
Il tempo di accendere e scopro che l'ha già messa giù Gilioli. Così imparo.
Il tempo di accendere e scopro che l'ha già messa giù Gilioli. Così imparo.
domenica, dicembre 26, 2010
Looping the loop
10 Se non hai una casa Allora sei nomade.
20 Se sei nomade Allora non hai diritto a una casa.
30 goto 10
Run
20 Se sei nomade Allora non hai diritto a una casa.
30 goto 10
Run
sabato, dicembre 25, 2010
Non me ne libererò mai
Questa cosa fastidiosa, che se digito il mio nome su google appare lui, speravo di essermela lasciata dietro, e invece rieccolo.
martedì, dicembre 21, 2010
domenica, dicembre 19, 2010
Gli unici svegli in un mondo che dorme.
A tutti quelli che la rivolta qui e la rivolta là, e le spranghe non vanno bene, e invece a volte sì, vorrei segnalare che alle 23 su La7D (digital terrestre) fanno Allonsanfan, che è un film che parla di tutto, e quindi anche di questo.
sabato, dicembre 18, 2010
Brigata Franceschini
Quando leggi di corsa Repubblica e scopri che per Franceschini, in questa fase critica "bisogna fare come i partigiani", strabuzzi gli occhi e per un attimo, un attimo solo, pensi a qualche vecchio democristiano che tira fuori le armi nascoste da Gorrieri e risale verso Montefiorino. W la resistenza W la libertà!
Poi clicchi, e scopri che per Franceschini "fare come i partigiani" significa costringerci a votare per candidati finiani e UDC. Ora e sempre repellenza.
venerdì, dicembre 17, 2010
giovedì, dicembre 16, 2010
Being Lino Banfi
Dunque, è da un anno che scrivo sull'Unità, con esiti alterni. La cosa fantastica è che nel primo pezzo che mandai me la prendevo con un giornalista che non sopportava i commentatori. Cercavo di spiegargli che purtroppo la qualità dei commentatori è inversamente proporzionale al prestigio di chi scrive.
A un anno di distanza, i casi sono due: o la regola non funziona, o il mio prestigio è aumentato vertiginosamente. Insomma, è vero: scrivere sul sito di un quotidiano è diverso da scrivere su un blog. Ma la differenza più grande la fanno i commentatori. Faccio un piccolo esempio. Lunedì avevo scritto un pezzo su Amare Berlusconi. Tanto ormai lo so che molti non commentano il pezzo, ma il titolo: leggono Amare Berlusconi e si precipitano a scrivere Vergogna Cancellate Questo Articolo.
Quello che non mi aspettavo è che nello stesso giorno il cartaceo ospitasse un articolo di Lino Banfi sullo stesso tema: amare Berlusconi. Così sull'homepage il mio pezzo e il suo si sono trovati affiancati, piuttosto in alto, e devo dire che per me trovarmi di fianco a Lino Banfi è un onore. Però.
Però il suo pezzo non è leggibile on line e commentabile, quindi cosa succede? Che la gente risponde a Lino Banfi sui commenti miei. E francamente non saprei nemmeno dire se lo fa per frustrazione o proprio perché è convinta che il pezzo mio lo ha scritto Lino Banfi.
Allora, io lo sapevo che scrivere per altri è più difficile che scrivere per me. Immaginavo che avrei creato casini. Sapevo che sarebbe stato complicato. Una cosa che però davvero non potevo immaginarmi era di ritrovarmi incarnato in Lino Banfi.
A un anno di distanza, i casi sono due: o la regola non funziona, o il mio prestigio è aumentato vertiginosamente. Insomma, è vero: scrivere sul sito di un quotidiano è diverso da scrivere su un blog. Ma la differenza più grande la fanno i commentatori. Faccio un piccolo esempio. Lunedì avevo scritto un pezzo su Amare Berlusconi. Tanto ormai lo so che molti non commentano il pezzo, ma il titolo: leggono Amare Berlusconi e si precipitano a scrivere Vergogna Cancellate Questo Articolo.
Quello che non mi aspettavo è che nello stesso giorno il cartaceo ospitasse un articolo di Lino Banfi sullo stesso tema: amare Berlusconi. Così sull'homepage il mio pezzo e il suo si sono trovati affiancati, piuttosto in alto, e devo dire che per me trovarmi di fianco a Lino Banfi è un onore. Però.
Però il suo pezzo non è leggibile on line e commentabile, quindi cosa succede? Che la gente risponde a Lino Banfi sui commenti miei. E francamente non saprei nemmeno dire se lo fa per frustrazione o proprio perché è convinta che il pezzo mio lo ha scritto Lino Banfi.
Allora, io lo sapevo che scrivere per altri è più difficile che scrivere per me. Immaginavo che avrei creato casini. Sapevo che sarebbe stato complicato. Una cosa che però davvero non potevo immaginarmi era di ritrovarmi incarnato in Lino Banfi.
martedì, dicembre 14, 2010
These boots are made for walking, and that's just what they'll do
[La foto che segue non è riferita a Roma, è una foto canadese. Lo devo scrivere qui, perché molta gente non legge i commenti. Scusate, non ero mai intervenuto prima in un post altrui, nemmeno pensavo si potesse. L].
(via gravitazero)
Ancora tu?
E com'è che non sei mai tu che sanguini, come si spiega che al momento giusto ce n'è sempre uno più vicino al manganello?
Un giorno importante nella vita d'un omino
C'è un omino, in Italia, che con questo governo s'è preso un impegno. Adesso, si è detto quando questo governo è entrato in carica, adesso io tutti i giorni faccio il mio lavoro e lo faccio bene, in modo preciso, senza errori e con costanza e dedizione.
Me lo immagino, oggi, in queste ore, l'omino che con questo governo s'è preso l'impegno, me lo immagino trafelato e trepidante, che guarda tutte le operazioni di voto con un po' d'ansia, perché da domani, dai prossimi giorni, dalle prossime ore, il suo impegno e il suo futuro son lì che dipendono da come se la caverà questo governo, se cadrà, se rimarrà in piedi.
E noi siam tutti qui a commentare la sfiducia, tutti appesi al televisore, alla radio, all'internet per vedere come andrà a finire, ma consapevoli, nel profondo, che domani, che questo governo cada o che rimanga in piedi, sarà un giorno come gli altri, come oggi e come ieri. E invece dobbiam pensare a questo omino che con questo governo s'era preso l'impegno, dobbiam pensare alla sua ansia, alla sua preoccupazione, se nelle prossime ore, nei prossimi giorni dovrà continuare col suo lavoro meticoloso o se dovrà lasciare il posto a un altro.
E gli dispiacerà smettere, penso, dopo che tutti i giorni, da quando è iniziato questo governo, visto che s'era preso l'impegno, quell'omino lì apriva la pagina di Wikipedia con l'elenco dei governi in ordine di durata e aggiornava le tabelle. E un po' dispiace anche a me.
Me lo immagino, oggi, in queste ore, l'omino che con questo governo s'è preso l'impegno, me lo immagino trafelato e trepidante, che guarda tutte le operazioni di voto con un po' d'ansia, perché da domani, dai prossimi giorni, dalle prossime ore, il suo impegno e il suo futuro son lì che dipendono da come se la caverà questo governo, se cadrà, se rimarrà in piedi.
E noi siam tutti qui a commentare la sfiducia, tutti appesi al televisore, alla radio, all'internet per vedere come andrà a finire, ma consapevoli, nel profondo, che domani, che questo governo cada o che rimanga in piedi, sarà un giorno come gli altri, come oggi e come ieri. E invece dobbiam pensare a questo omino che con questo governo s'era preso l'impegno, dobbiam pensare alla sua ansia, alla sua preoccupazione, se nelle prossime ore, nei prossimi giorni dovrà continuare col suo lavoro meticoloso o se dovrà lasciare il posto a un altro.
E gli dispiacerà smettere, penso, dopo che tutti i giorni, da quando è iniziato questo governo, visto che s'era preso l'impegno, quell'omino lì apriva la pagina di Wikipedia con l'elenco dei governi in ordine di durata e aggiornava le tabelle. E un po' dispiace anche a me.
venerdì, dicembre 10, 2010
E tu sei un pianeta del cazzzoooooh! TI ODIOOOOOOOH!
Andare su internet, cercare spunti interessanti, scoprire che ci siamo persi "una storia di fantascienza tipo Solaris" diretta da Gabriele Muccino con Keanu Reeves.
E dopo qualche secondo di totale sbigottimento (fantascienza? Muccino? Keanu Reeves? Muccino? Tarkovsky? Muccino?), uno comincia a pensarci, a cosa avrebbe potuto farci Muccino con Solaris.
Dunque: Keanu Reeves arriva su un'astronave e aspetta di trovarci un equipaggio di quarantenni borghesi italiani forzati alla convivenza che si urlano in faccia il loro passato.
Invece è tutto silenzio, alcuni sono morti suicidi, i superstiti stanno chiusi nelle loro cellette e hanno paura a comunicare. Vabbè, pensa Keanu, devono essersi presi a bottigliate in testa un po' più del necessario. Ma dopo un po' comincia ad avere strane visioni. Si ritrova nella sua cella una donna-fantasma del suo passato che comincia a rimproverargli cose tipo Quando stavamo insieme all'accademia spaziale non sollevavi mai QUELLA CAZZO DI TAVOLETTA DEL CESSO PRESSURIZZATO E QUANDO APRIVO LA MERDA GALLEGGIAVA DAPPERTUTTTO TI ODIOOOOOOOOOOH! TI ODIOOOOOOOOOH! Poi si baciano e poi si prendono a bottigliate.
E Tarkovsky scompare. Di lui resterà solo una noticina nelle enciclopedie, diresse un film poi magistralmente rifatto dal grande Muccino.
E dopo qualche secondo di totale sbigottimento (fantascienza? Muccino? Keanu Reeves? Muccino? Tarkovsky? Muccino?), uno comincia a pensarci, a cosa avrebbe potuto farci Muccino con Solaris.
Dunque: Keanu Reeves arriva su un'astronave e aspetta di trovarci un equipaggio di quarantenni borghesi italiani forzati alla convivenza che si urlano in faccia il loro passato.
Invece è tutto silenzio, alcuni sono morti suicidi, i superstiti stanno chiusi nelle loro cellette e hanno paura a comunicare. Vabbè, pensa Keanu, devono essersi presi a bottigliate in testa un po' più del necessario. Ma dopo un po' comincia ad avere strane visioni. Si ritrova nella sua cella una donna-fantasma del suo passato che comincia a rimproverargli cose tipo Quando stavamo insieme all'accademia spaziale non sollevavi mai QUELLA CAZZO DI TAVOLETTA DEL CESSO PRESSURIZZATO E QUANDO APRIVO LA MERDA GALLEGGIAVA DAPPERTUTTTO TI ODIOOOOOOOOOOH! TI ODIOOOOOOOOOH! Poi si baciano e poi si prendono a bottigliate.
E Tarkovsky scompare. Di lui resterà solo una noticina nelle enciclopedie, diresse un film poi magistralmente rifatto dal grande Muccino.
mercoledì, dicembre 08, 2010
When I was a boy everything was right
Ho appena realizzato, ed è molto curioso, che quando Lennon è stato ucciso io ero già vivo, e non mi ricordo assolutamente nulla, nessuno mi deve aver detto niente.
lunedì, dicembre 06, 2010
quanti voti vale Tareq
Se poi vi chiedete dov'era in questi giorni Franco "Increasingly Irrelevant" Frattini, ebbene, egli era a Bagdad, altro che irrilevanza, a caldeggiare la grazia per Tareq Aziz.
Se invece vi chiedete, nel 2010, dopo aver fattivamente collaborato al massacro di un bel po' di civili iracheni, cosa ce ne dovrebbe fregare della singola vita di uno solo (Tareq Aziz), che tra l'altro è criminale di guerra, ebbene: sarà una coincidenza, ma per un qualche motivo egli interessa a Pannella.
E fare un piacere a Pannella potrebbe essere diventato, nelle ultime settimane, la nostra priorità in politica estera.
Se invece vi chiedete, nel 2010, dopo aver fattivamente collaborato al massacro di un bel po' di civili iracheni, cosa ce ne dovrebbe fregare della singola vita di uno solo (Tareq Aziz), che tra l'altro è criminale di guerra, ebbene: sarà una coincidenza, ma per un qualche motivo egli interessa a Pannella.
E fare un piacere a Pannella potrebbe essere diventato, nelle ultime settimane, la nostra priorità in politica estera.
domenica, dicembre 05, 2010
E in effetti, ci aveva ragione l'Etiope!
Ricevo ogni giorno svariate mezze dozzine di mail e commenti che mi dicono ti prego, ti prego, scrivi ancora qualche cazzata su Uriel. Ma io non voglio farlo e le cancello tutte immediatamente.
Devo dire però che il soggetto è incredibile.
Oggi si è svegliato, ha dato un'occhiata a tre cartine, e si è reso conto di una cosa che la civiltà cattocomunista-massone-noncipiaccionoletettonenude ci ha sempre tenuto nascosto, e cioè: l'Italia è lunga e stretta , e le connessioni nord-sud sono poche. Quindi una secessione si può fare, e non servono neanche i dieci milioni di fucili bossiani (con quello che sono costati, accidenti), se ho ben capito basta distrarre la digos con un corteo a Roma e intanto due brigate di highlander vanno a trinciare i tralicci tra Rimini e Ancona, et voilà, l'Italia del centrosud rimane bloccata.
E tutti nei commenti gli dicono bravo. Perché è un po' questo il fenomeno, vedete. Riuscire a selezionare i propri lettori finché rimangono solo quelli che comunque ti dicono: bravo. Cioè: neanche uno che guardando la stessa cartina gli dica: Ma scusa, e tutte le centrali elettriche che stanno a centrosud? Non è che niente niente rischi invece di causare qualche temporaneo blackout a Firenze? No, macchè.
Al massimo, quelli maggiormente dotati di senso critico gli chiedono: ma se davvero è possibile 'sta figata, che abbattendo due tralicci tu spegni il centrosud, ma perché non gli è venuto in mente negli anni Settanta?
Eh, come dire:
Devo dire però che il soggetto è incredibile.
Oggi si è svegliato, ha dato un'occhiata a tre cartine, e si è reso conto di una cosa che la civiltà cattocomunista-massone-noncipiaccionoletettonenude ci ha sempre tenuto nascosto, e cioè: l'Italia è lunga e stretta , e le connessioni nord-sud sono poche. Quindi una secessione si può fare, e non servono neanche i dieci milioni di fucili bossiani (con quello che sono costati, accidenti), se ho ben capito basta distrarre la digos con un corteo a Roma e intanto due brigate di highlander vanno a trinciare i tralicci tra Rimini e Ancona, et voilà, l'Italia del centrosud rimane bloccata.
E tutti nei commenti gli dicono bravo. Perché è un po' questo il fenomeno, vedete. Riuscire a selezionare i propri lettori finché rimangono solo quelli che comunque ti dicono: bravo. Cioè: neanche uno che guardando la stessa cartina gli dica: Ma scusa, e tutte le centrali elettriche che stanno a centrosud? Non è che niente niente rischi invece di causare qualche temporaneo blackout a Firenze? No, macchè.
Al massimo, quelli maggiormente dotati di senso critico gli chiedono: ma se davvero è possibile 'sta figata, che abbattendo due tralicci tu spegni il centrosud, ma perché non gli è venuto in mente negli anni Settanta?
Eh, come dire:
Iscriviti a:
Post (Atom)