venerdì, maggio 30, 2008
giovedì, maggio 22, 2008
California Ruber Alles
Secondo voi questa notizia secondo la quale in california sono cominciati furti su larga scala di olio di frittura esausto per trasformarlo in biodiesel in raffinerie clandestine, sa più di passato o di futuro?
Che non si fidino delle previsionidi Scaroni delle compagnie petrolifere ?
Che non si fidino delle previsioni
lunedì, maggio 19, 2008
uno zingaro ha rubato tre bambini!
Tutti suoi, tra l'altro.
[Non ho mai avuto tempo e voglia e professionalità per verificare, ma ho sempre pensato che la leggenda urbana "zingaro-ruba-bambini" sia nata verso il Settecento, quando durante una delle periodiche ondate di Tolleranza e Integrazione, in certi ducati e Stati della Chiesa si optò per la seguente politica di assimilazione: gli si pigliava i bambini e li si chiudeva negli istituti religiosi, che visti dalle inferriate e attraverso gli occhi dei nomadi non dovevano sembrare molto diversi dal carcere a vita. Da cui l'equivoco, che perdura, su chi stesse rubando i bambini a chi. Ma non posso escludere nemmeno che dal Settecento in poi almeno una madre nomade, orbata dell'affetto (e anche, diciamolo, di una sicura fonte di reddito) non abbia deciso di rifarsi sottraendo realmente qualche pargolo alla Società, incarnata per l'occasione dalla prima madre un po' distratta che passava di lì col passeggino. Soltanto, deve essersi trattato di un fenomeno piuttosto episodico, specie se confrontato con quello dei bambini nomadi requisiti dallo Stato. Detto questo, io di zingari felici non ne ho mai visti].
[Non ho mai avuto tempo e voglia e professionalità per verificare, ma ho sempre pensato che la leggenda urbana "zingaro-ruba-bambini" sia nata verso il Settecento, quando durante una delle periodiche ondate di Tolleranza e Integrazione, in certi ducati e Stati della Chiesa si optò per la seguente politica di assimilazione: gli si pigliava i bambini e li si chiudeva negli istituti religiosi, che visti dalle inferriate e attraverso gli occhi dei nomadi non dovevano sembrare molto diversi dal carcere a vita. Da cui l'equivoco, che perdura, su chi stesse rubando i bambini a chi. Ma non posso escludere nemmeno che dal Settecento in poi almeno una madre nomade, orbata dell'affetto (e anche, diciamolo, di una sicura fonte di reddito) non abbia deciso di rifarsi sottraendo realmente qualche pargolo alla Società, incarnata per l'occasione dalla prima madre un po' distratta che passava di lì col passeggino. Soltanto, deve essersi trattato di un fenomeno piuttosto episodico, specie se confrontato con quello dei bambini nomadi requisiti dallo Stato. Detto questo, io di zingari felici non ne ho mai visti].
Osservatorio Scaroni/2 (l'ha ridetto)
Lo ha ridetto: il prezzo del petrolio dimezzerà nei prossimi 3-4 anni. Poi però, forse spaventato dall'apertura di questo osservatorio, ha tentato di nascondere la mano aggiungendo
E poi ancora, ma qui non ho più il link, pare abbia detto "ma le compagnie notoriamente non ne beccano una" (non è uno scherzo).
"Il ritorno a un prezzo che è quasi la metà di quello attuale - ha spiegato Scaroni - non è una mia previsione, ma dell'Eni e delle principali aziende petrolifere."
E poi ancora, ma qui non ho più il link, pare abbia detto "ma le compagnie notoriamente non ne beccano una" (non è uno scherzo).
domenica, maggio 18, 2008
Un sacco di nuovi blog interessanti, o quasi
* Falsoidillio sull'abolizione dell'ICI e la defiscalizzazione degli straordinari.
* Falsoidillio sul reato di immigrazione clandestina (che forse non passa).
* Falsoidillio sugli attacchi ai campi nomadi.
* Falsoidillio sulle nuove epiche italiane.
* Falsoidillio in generale.
* Falsoidillio sul reato di immigrazione clandestina (che forse non passa).
* Falsoidillio sugli attacchi ai campi nomadi.
* Falsoidillio sulle nuove epiche italiane.
* Falsoidillio in generale.
giovedì, maggio 15, 2008
Quanto tira la classe operaia
L'altra sera, dopo tanti anni, su Iris TV ho rivisto Crepa padrone, tutto va bene, film di Godard del 1972 che, fra le altre cose, intendeva testimoniare la trasformazione del linguaggio con cui si tenta(va) di comprendere la condizione operaia e la lotta di classe. Un film che oggi non saprei definire in altro modo che "lontanissimo". Commovente, a tratti, nel suo conscio incaponirsi a volere salvare un vocabolario sempre più inadeguato nei confronti del capitale, o della banale quotidianità.
La mattina dopo, alla rassegna stampa alla radio, ho sentito leggere questo articolo di Loris Campetti sul consumo di droga nelle fabbriche oggi. Niente di troppo nuovo, forse. Mi pare di ricordare che tra gli Anni Cinquanta e Sessanta, per esempio, la scena musicale Northern Soul sorse anche grazie alla diffusione massiccia di anfetamine presso il proletariato inglese.
Nell'articolo, a un certo punto, parlando d'altro un sindacalista dice "la fabbrica è diventato un supermercato", e mi è venuto in mente che nel film di Godard la macchina da presa resta quasi sempre ferma a eccezione di due lunghissimi e speculari carrelli laterali sulla struttura della fabbrica, da un lato, e su quella del nuovo supermercato, dall'altro. Nel film di Godard sia la fabbrica che il centro commerciale potevano essere ancora un luogo di scontro (gli attivisti, le cariche della polizia), mentre nell'articolo di Campetti ogni consapevolezza di riscatto sembra assente, e tutte le relazioni rappresentate sono in qualche modo "cieche".
Non so bene quale sia la conclusione. Se bisogna leggere un ritorno alla condizione proletaria pre-lotte o un'evoluzione della condizione dei lavoratori, per cui non serve più pensare in termini di alienazione o simili. Resta comunque la sensazione di generale, pervasivo e inarrestabile impoverimento, la scomparsa - nemmeno troppo rimpianta - di ogni orizzonte di speranza e bellezza. E manca pure quella fiducia che tutto sommato era capace di animare ancora il film pessimista di Godard.
La mattina dopo, alla rassegna stampa alla radio, ho sentito leggere questo articolo di Loris Campetti sul consumo di droga nelle fabbriche oggi. Niente di troppo nuovo, forse. Mi pare di ricordare che tra gli Anni Cinquanta e Sessanta, per esempio, la scena musicale Northern Soul sorse anche grazie alla diffusione massiccia di anfetamine presso il proletariato inglese.
Nell'articolo, a un certo punto, parlando d'altro un sindacalista dice "la fabbrica è diventato un supermercato", e mi è venuto in mente che nel film di Godard la macchina da presa resta quasi sempre ferma a eccezione di due lunghissimi e speculari carrelli laterali sulla struttura della fabbrica, da un lato, e su quella del nuovo supermercato, dall'altro. Nel film di Godard sia la fabbrica che il centro commerciale potevano essere ancora un luogo di scontro (gli attivisti, le cariche della polizia), mentre nell'articolo di Campetti ogni consapevolezza di riscatto sembra assente, e tutte le relazioni rappresentate sono in qualche modo "cieche".
Non so bene quale sia la conclusione. Se bisogna leggere un ritorno alla condizione proletaria pre-lotte o un'evoluzione della condizione dei lavoratori, per cui non serve più pensare in termini di alienazione o simili. Resta comunque la sensazione di generale, pervasivo e inarrestabile impoverimento, la scomparsa - nemmeno troppo rimpianta - di ogni orizzonte di speranza e bellezza. E manca pure quella fiducia che tutto sommato era capace di animare ancora il film pessimista di Godard.
mercoledì, maggio 14, 2008
martedì, maggio 13, 2008
quando mi scappa una cazzata, voi guardate la luna, vi prego
Gli autori di blog hanno un problema, tra gli altri: scrivono molto. Anche quelli che scrivono una riga al giorno: fanno 300 righe l'anno per molti anni.
Scrivendo molto, prima o poi si ripetono. Senza volere ricorrono sempre ai soliti argomenti, alle solite frasi. Del resto mica si consumano, le frasi. Se ne ho usata una 4 mesi fa e adesso mi torna utile, perché non dovrei riusarla? Altrimenti tra qualche anno mi resteranno solo parole strane e poco utilizzabili, come petrolchimico, zuzzurellone, sinestesia (un po' quel che è successo ai prosatori alla Ferrara).
Però le ricorrenze dello stesso modo di dire sono interessanti. Per esempio, Luca Sofri ha un debole con questa storia della luna e del dito, e credo sia in parte responsabile del modo in cui è dilagata in rete. Google è pietosa: in realtà la usa molto più spesso.
Ricordo l'anno scorso: molti lettori rimasero un po' di sasso quando scoprirono che in una lista di giovani speranze per il Partito Democratico segnalata da Sofri veniva inserito, senza spiegare il perché, Pierluigi Diaco. Su Diaco in passato Sofri aveva scritto cose abbastanza critiche, quindi ci si aspettava una spiegazione. In luogo della spiegazione arrivò la frase di circostanza: "quando il saggio indica la luna", eccetera. Da quel momento mi sono fatto questa idea: Sofri ricorre al saggio e alla luna quando è in difficoltà. E' una specie di tic polirematico.
[Per inciso: la frase in questione è intrinsecamente un po' antipatica, non fosse perché rischia di passare per un'auto-complimento ("Io sono saggio") nonché un biasimo a chi ha la pazienza di leggerti ("E voi siete stolti che non mi capite"). Poi, vabbè, non è che uno debba fare il simpaticone per forza].
Ieri sera Sofri ha copiato e lincato sul suo blog un pezzo di Facci, preso dal Giornale. Titolo: "Spazio i-lavori-sporchi-che-Wittgenstein-non-vuole-fare". Insomma, non avendo tempo né voglia per scrivere una critica circostanziata a Travaglio (e nessuno lo obbligava, sia chiaro) ha sottoscritto in toto quella di Facci. Non ci sarebbe nulla di male, se il pezzo di Facci entrasse nel merito.
E invece quelle di Facci sono 4300 battute in cui si cita Ciccio Graziani ed Enrico Beruschi, senza entrare nel merito mai, aggiungendo svariate imprecisioni. Davvero un "lavoro sporco" che Luca Sofri ha sottoscritto in pieno. E a chi glielo ha fatto notare, indovinate un po'? "Lo stolto guarda eccetera".
Che Travaglio non sia una fonte completa e oggettiva, è probabile se non manifesto. Ma affidarsi a Facci per smontarlo è un'operazione quantomeno temeraria: il soggetto usa tutti i mezzucci del suo avversario, e ci aggiunge parecchia malizia in più.
E in generale, tutto questo puntare alla luna comincia a suonar sospetto. Metti che un giorno tu la veda cadere davvero: c'è rischio che quel giorno nessuno voglia seguire il dito che stai puntando.
Scrivendo molto, prima o poi si ripetono. Senza volere ricorrono sempre ai soliti argomenti, alle solite frasi. Del resto mica si consumano, le frasi. Se ne ho usata una 4 mesi fa e adesso mi torna utile, perché non dovrei riusarla? Altrimenti tra qualche anno mi resteranno solo parole strane e poco utilizzabili, come petrolchimico, zuzzurellone, sinestesia (un po' quel che è successo ai prosatori alla Ferrara).
Però le ricorrenze dello stesso modo di dire sono interessanti. Per esempio, Luca Sofri ha un debole con questa storia della luna e del dito, e credo sia in parte responsabile del modo in cui è dilagata in rete. Google è pietosa: in realtà la usa molto più spesso.
Ricordo l'anno scorso: molti lettori rimasero un po' di sasso quando scoprirono che in una lista di giovani speranze per il Partito Democratico segnalata da Sofri veniva inserito, senza spiegare il perché, Pierluigi Diaco. Su Diaco in passato Sofri aveva scritto cose abbastanza critiche, quindi ci si aspettava una spiegazione. In luogo della spiegazione arrivò la frase di circostanza: "quando il saggio indica la luna", eccetera. Da quel momento mi sono fatto questa idea: Sofri ricorre al saggio e alla luna quando è in difficoltà. E' una specie di tic polirematico.
[Per inciso: la frase in questione è intrinsecamente un po' antipatica, non fosse perché rischia di passare per un'auto-complimento ("Io sono saggio") nonché un biasimo a chi ha la pazienza di leggerti ("E voi siete stolti che non mi capite"). Poi, vabbè, non è che uno debba fare il simpaticone per forza].
Ieri sera Sofri ha copiato e lincato sul suo blog un pezzo di Facci, preso dal Giornale. Titolo: "Spazio i-lavori-sporchi-che-Wittgenstein-non-vuole-fare". Insomma, non avendo tempo né voglia per scrivere una critica circostanziata a Travaglio (e nessuno lo obbligava, sia chiaro) ha sottoscritto in toto quella di Facci. Non ci sarebbe nulla di male, se il pezzo di Facci entrasse nel merito.
E invece quelle di Facci sono 4300 battute in cui si cita Ciccio Graziani ed Enrico Beruschi, senza entrare nel merito mai, aggiungendo svariate imprecisioni. Davvero un "lavoro sporco" che Luca Sofri ha sottoscritto in pieno. E a chi glielo ha fatto notare, indovinate un po'? "Lo stolto guarda eccetera".
Che Travaglio non sia una fonte completa e oggettiva, è probabile se non manifesto. Ma affidarsi a Facci per smontarlo è un'operazione quantomeno temeraria: il soggetto usa tutti i mezzucci del suo avversario, e ci aggiunge parecchia malizia in più.
E in generale, tutto questo puntare alla luna comincia a suonar sospetto. Metti che un giorno tu la veda cadere davvero: c'è rischio che quel giorno nessuno voglia seguire il dito che stai puntando.
domenica, maggio 11, 2008
sabato, maggio 10, 2008
Finalmente un governo di sinistra
Alla domanda su chi tra gli italiani dovrà fare sacrifici ora, (Tremonti - ndblogger) ha risposto: "Le banche e chi incassa la rendita petrolifera, certo non i poveri". "Qualche sacrificio devono iniziare a fare banche e petrolieri - ha spiegato - le banche dovranno pagare qualcosa in più di tasse se non faranno pagare meno i mutui alle famiglie". Mentre per quanto riguarda i petrolieri Tremonti ha spiegato che "prendono più soldi perché è aumentato il prezzo".
giovedì, maggio 08, 2008
Torino violenta
Mi sbilancio: secondo me, dopo quattro guerre e due intifade, Israele resisterà anche alla Fiera del Libro.
martedì, maggio 06, 2008
lunedì, maggio 05, 2008
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